Basket A2, Bonacini è «l’Arsenio Lupin» dell’OraSì: «Tre partite per centrare un’impresa»
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Riccardo Sabadini
E’ diventato, fin dalle prime partite di questa stagione, il beniamino del pubblico con quel suo modo di giocare pieno di energia e adrenalina, sempre ai cento all’ora. Federico Bonacini è sbarcato in estate a Ravenna per consacrarsi e proseguire il suo percorso di crescita, da giovane promessa del vivaio della Pallacanestro Reggiana a talento in grado un domani, nemmeno troppo lontano, di calcare i parquet della serie A. I mezzi fisici e tecnici sono lì, solo da vedere, i numeri stanno suffragando queste impressioni: 10.4 punti a partita con il 37% da oltre l’arco, conditi da 5.2 rimbalzi, 1.5 assist e soprattutto 2.1 recuperi che fanno di lui «l’Arsenio Lupin» del girone rosso. E anche nella vittoria in volata contro la Fortitudo Bologna, la sua mano si è sentita eccome con 14 punti e 7 rimbalzi.
Bonacini, la vittoria contro la Fortitudo vi consente di continuare a sognare la salvezza diretta.
«La vittoria ottenuta con la Fortitudo dà continuità all’ottimo lavoro che stiamo svolgendo in quest’ultimo periodo e ci trasmette tanta energia positiva per il finale di campionato. Sicuramente quello che ci aspetta sarà un finale molto equilibrato come testimoniato dal fatto che, nelle ultime giornate, tutte le squadre in lotta per la salvezza hanno vinto partite molto difficili, spesso ribaltando i pronostici. Noi dobbiamo pensare solamente a noi stessi e restare concentrati fino all’ultimo possesso dell’ultima giornata e poi tireremo le somme e vedremo quale sarà il nostro destino».
Come si sta trovando a Ravenna?
«A livello personale sono davvero contento di aver scelto Ravenna. La società è ottima, ci ha sempre messo nelle migliori condizioni per lavorare, davvero non ho niente da recriminare. Dal punto di vista personale sono abbastanza contento del percorso che ho fatto fino a questo momento, è stato un percorso lineare e costante, se si esclude qualche piccolo acciacco che mi ha un po’ condizionato in qualche gara. Ma non mi accontento e voglio continuare a crescere e fare ancora meglio».
Il pubblico ormai l’ha incoronata a beniamino indiscusso.
«Sicuramente sono molto contento che il pubblico apprezzi il mio modo di giocare: quello che provo a fare ogni domenica è trasmettere, a chi ci viene a vedere, adrenalina ed emozioni forti, perché è un po’ quello che sono io anche fuori dal campo e perché penso sia una cosa preziosa da provare a trasmettere ai compagni».
Domenica, con la sua difesa arcigna, ha fatto passare una brutta serata a un campione del calibro di Pietro Aradori.
«Il duello con Aradori mi ha stimolato molto soprattutto perché a Reggio quando io ero un ragazzino delle giovanili, lui era già uno dei migliori giocatori della squadra e per me era un po’ un punto di riferimento a cui ambire in quegli anni. A distanza di diversi anni, giocarci contro con un ruolo diverso, mi stimola a fare sempre meglio».
Qual è il suo modello di giocatore?
«Sicuramente un giocatore moderno, capace di colpire con continuità da oltre l’arco ma anche di trovare soluzioni in penetrazione all’interno dell’area. E ovviamente dev’essere un buon difensore, in grado di rubare tanti palloni e portare extra possessi alla sua squadra».
Domenica avete una sorta di finale contro Mantova.
«E’ una gara difficilissima. Il nostro obiettivo dev’essere quello di riuscire a rimanere concentrati, limitando i momento di down all’interno della partita e difendendo forte. All’andata la decise Miles, se sarà in campo dovremo assolutamente contenerlo».