Basket A2, alla scoperta di Lotesoriere: «Dalla panchina del Liceo all’OraSì, la mia vita da allenatore»

Stefano Pece
È un grande momento per il basket ravennate grazie all’OraSì, che in campionato sta volando come mai prima d’ora. La larga vittoria sul campo della Stella Azzurra (61-83) rappresenta il nono successo su 10 partite, il quinto consecutivo e anche il quinto, su 5, lontano da Ravenna. Coach Alessandro Lotesoriere ha saputo plasmare un gruppo a sua immagine e somiglianza, votato alla fase difensiva che interpreta come poche altre squadre e che lavora compatto in ogni parte del campo mostrando sempre grande unità di intenti e attitudine a mettere il bene della squadra davanti alle statistiche del singolo. È proprio Alessandro Lotesoriere a raccontare qualche retroscena della vita quotidiana di una squadra di basket: «La settimana di lavoro parte dal lunedì con l’analisi della partita giocata - racconta Lote -. Mi piace che sia un lavoro individuale per cui io e i miei assistenti riguardiamo la partita separatamente in modo che ci siano sei occhi diversi ad analizzare quanto è successo. Poi si prosegue con la riunione del martedì dove ne discutiamo insieme e dove traiamo le ultime conclusioni. Da lì in poi comincia il lavoro per la partita successiva». Lotesoriere prosegue: «Facciamo altre riunioni tattiche e video con la squadra incentrate su di noi e sull’avversario che andremo ad affrontare, il resto è lavoro in palestra, con doppi allenamenti proiettati alla partita».
Il tecnico dei giallorossi sottolinea l’importanza dei collaboratori, ruolo che egli stesso ha rivestito nel recente passato: «Il lavoro degli assistenti è fondamentale e vale quanto quello di chi fa canestro o del capo allenatore. L’efficienza degli assistenti agevola il lavoro di tutti ed è importante che siano persone che conoscono il campionato e che siano anche propositive». Ruolo che, stando ai risultati, Mauro Zambelli e Roberto Villani stanno ricoprendo nel migliore dei modi. Nel gruppo squadra invece sono presenti tanti giovani ma anche due giocatori esperti come Cinciarini e Gazzotti, la cui utilità va al di là di ciò che fanno in campo. Cinciarini è addirittura più anziano del coach: «Sono due ragazzi che hanno sposato il progetto a 360 gradi. In estate si fanno delle chiacchierate e delle promesse che non è mai semplice mantenere. Non mi riferisco alle prestazioni in campo, ma parlo dell’approccio al lavoro e della voglia di mettersi al servizio del gruppo che Daniele e Giulio svolgono egregiamente. Un lavoro tanto più fondamentale se si considera che stiamo parlando di un gruppo giovane allenato anche da uno staff tecnico giovane. Per quanto riguarda allenare un giocatore più anziano di me - ricorda il tecnico pugliese -, mi è già capitato, e poi quando si ha a che fare con professionisti di questo calibro, viene tutto naturale».
Lotesoriere, classe 1986, è nato a Monopoli e ha compreso presto che la sua strada sarebbe stata quella di allenatore: «Da giocatore ero un’ala e potevo giocare da 3 o da 4. Ero il tipico giocatore di squadra che faceva le cose che non volevano fare gli altri poiché, non avendo grande tecnica e grande talento, era l’unico modo per stare in campo. Ho giocato fino alle giovanili poi in serie D, ma avevo già in testa l’idea di fare l’allenatore».
Alessandro ha iniziato la propria carriera di allenatore nel 2007 nella squadra della sua città, ma ha mosso i primi passi anche prima: «Durante l’ultimo anno di Liceo la professoressa di ginnastica mi chiese di dare una mano ad allenare la squadretta di pallacanestro in occasione dei Giochi della Gioventù. Mi piacque molto e iniziai quindi a collaborare con una società della mia città poiché nel frattempo avevo cominciato gli studi universitari». Terminati tra l’altro brillantemente con una laurea in ingegneria industriale «che può sempre tornare utile un domani - sorride Lote -. Nei ritagli di tempo mi dedicai a un gruppo Under 16, poi ho iniziato a seguire i corsi per prendere il patentino». A questo proposito il tecnico ricorda alcuni dei suoi maestri, partendo dall’epoca in cui si affacciava per la prima volta sui campi a quella più recente: «Sicuramente in Puglia sono stati importanti coach Cazorla, il primo a insegnarmi i fondamentali, e, qualche anno dopo, Antonio Lenzi, un formatore nazionale che mi ha aperto la mente sul ruolo dell’allenatore professionista. Più di recente - aggiunge - l’incontro con Antimo Martino è stato importante perché mi ha aperto le porte della serie A2 e mi ha permesso di acquisire nuove competenze, ma considero fondamentale anche l’anno con Andrea Mazzon. A prescindere da come sia andata la stagione lui è un maestro».
Lotesoriere chiude con uno sguardo al futuro. Prima si concentra sulla fine della stagione: «Sarò contento se avremo raggiunto non soltanto il risultato sportivo, ma anche quello di avere mantenuto a Ravenna una squadra in A2 con tutto il movimento e l’entusiasmo che c’è intorno. In altre parole voglio cercare di lasciare qualcosa di importante alla città e ai tifosi».
Idee chiare anche sul futuro più lontano: «Resto con i piedi per terra. Voglio consolidare il ruolo di capo allenatore a questi livelli e spero di associare questo mio percorso di crescita a quello del Basket Ravenna».