Basket A2, alla scoperta dei figli d'arte Giovannelli e Martini: «OraSì, la nostra avventura con i grandi prendendo ispirazione dai nostri papà»

Romagna | 26 Marzo 2022 Sport
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Riccardo Sabadini
Il momento felice dell’Orasì ha, tra le mille facce, quella di due ragazzi giovani che, chiamati in causa per l’emergenza Covid, hanno risposto presente contribuendo a scrivere una delle pagine che resterà nella storia giallorossa, il successo nei quarti di finale della Coppa Italia contro Pistoia.  Giulio Martini e Nicola Giovannelli hanno però anche un’altra caratteristica in comune, quella di essere figli d’arte. I rispettivi papà, Marcello e Sergio, sono stati giocatori professionisti, tracciando la strada che poi avrebbero seguito i rispettivi eredi. Marcello ha vestito diverse canotte, tra cui quella prestigiosa della Stefanel Trieste venendo allenato da Boscia Tanjevic mentre Giovannelli è diventato un idolo della Pallacanestro Rieti, condotta ad una promozione in B1, per poi vestire le maglie di Cefalù e diverse squadre umbre e laziali.
E così state seguendo le orme dei vostri papà.
Martini: «Si, alla fine sono arrivato alla palla a spicchi anche se il primo amore è stato senza dubbio il rugby, che ho praticato per quattro anni. Poi mi sono avvicinato alla pallacanestro, l’ho provata a 13-14 anni e mi è piaciuta ancora di più. Io e mio fratello abbiamo fatto le giovanili alla Virtus Bologna; io purtroppo ho subito un grave infortunio al ginocchio per cui dopo un anno sono tornato a Lugo mentre mio fratello veste ancora la canotta bianconera nell’Under19 (è un classe 2004, ndr)».
Giovannelli: «Io invece sono nato con la palla da basket in mano, ho cominciato a 5 anni. Mia madre avrebbe voluto mandarmi a nuoto ma l’esempio di papà è stato decisivo per instradarmi verso la pallacanestro. Io ho fatto tutta la trafila delle giovanili al Basket Ravenna, arrivando poi ad esordire in prima squadra, un sogno che si avvera».
Che rapporto avete con i vostri papà? 
Martini: «Abbiamo un ottimo rapporto, non mi ha mai forzato verso questo sport. Mi dà tantissimi consigli in ambito tecnico, sfruttando la sua esperienza, ma non cerca di essere invadente, rispettando il mio ruolo e quello dell’allenatore».
Giovannelli: «Il nostro rapporto è splendido: ci siamo allenati tantissime volte insieme anche fuori dalla palestra, mi segue e mi motiva dandomi tanti consigli e mostrandomi dove ho sbagliato dopo le partite e come correggermi».
Cosa fate oltre alla pallacanestro nella vita? È dura conciliare sport e studio?
Martini: «Io sto studiando all’università di Bologna, conciliare sport e studio è molto difficile perché bisogna organizzarsi e serve disciplina, soprattutto all’università dove tutto è lasciato in mano a me che devo saper coordinare i tempi».
Giovannelli: «Sto frequentando l’Itis. Non è facile conciliare entrambe le attività, richiede impegno e sacrificio ma io tenendo così tanto alla pallacanestro son disposto a fare dei sacrifici per tenere in piedi le due strade, anche perché bisogna sempre avere un piano B».
Chi sono i vostri giocatori di riferimento, in assoluto e nel Basket Ravenna?
Martini: «Non ho un idolo di riferimento, ho sempre apprezzato i lunghi storici. Al Basket Ravenna mi affascina molto il ruolo del lungo dinamico moderno, capace di colpire sia da sotto che dalla distanza, come Simioni e sto cercando di assorbire tanto dall’esperienza di un giocatore come Gazzotti».
Giovannelli: «Drazen Petrovic. Mio padre me ne ha sempre parlato, lo vide la prima volta da giovane giocare contro Rieti e rimase incantato dall’intensità che metteva sul parquet. A Ravenna il mio punto di riferimento è il capitano, Daniele Cinciarini: riesce a fare la differenza all’età che ha perché sa giocare a pallacanestro e io cerco di rubargli qualche dettaglio ad esempio su come battere l’uomo in maniera più tecnica e non sfruttando solo la potenza fisica».
Se vi chiedessi un’istantanea di questa prima stagione da senior?
Martini: «Il primo canestro da senior a Nardò: mi son girato e ho visto la strada a canestro libera perché Fallucca era a terra e non riuscivo a crederci».
Giovannelli: «La vittoria in Coppa Italia contro Pistoia. Una partita che abbiam vinto giocando con 4 senior dando il massimo tutti, compreso me che ho avuto tanti minuti a disposizione. E poi il premio di miglior under della manifestazione, assolutamente inaspettato ma gratificante e uno stimolo per allenarmi sempre meglio e continuare a lavorare duramente».
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