Basket A1 donne, Tagliamento è la globetrotter di Faenza: «Dall’Italia al Messico, ora voglio vincere»

Romagna | 14 Ottobre 2023 Sport
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Zero su due. Non al tiro, ma sul campo. Dopo 80 minuti, l’E-Work è ancora inchiodata in fondo alla classifica, senza vittorie nonostante un calendario non proprio impossibile. Dopo aver sprecato una grande chance contro Brescia, nel debutto al Bubani è arrivata una netta sconfitta contro San Martino. Tocca a Marzia Tagliamento, ala brindisina classe 1996, al primo anno in maglia faentina, ripercorrere questa falsa partenza e guardare avanti in vista della trasferta di Milano.
Tagliamento, qual è la sua analisi delle prime due gare di campionato?
«Per quanto riguarda il debutto, sono ancora tanti i rimpianti per la bruciante sconfitta contro Brescia, una gara che avevamo in pugno e che abbiamo regalato. Se ci penso, mi arrabbio ancora. Domenica scorsa in casa la partita era più difficile, ma abbiamo avuto un approccio altalenante e non siamo state mai dentro alla gara. A questo livello, contro squadre rognose, non puoi rilassarti mai e non puoi non essere aggressivo in difesa e in attacco».
Cosa sta mancando all’E-Work?
«Dobbiamo ancora trovare la nostra identità e migliorare l’amalgama. Serve tempo, ma dobbiamo fare presto, anche pensando alla gara con Milano che non possiamo sbagliare. La squadra è nuova e molto giovane, dunque il tempo è necessario, ma di tempo a disposizione non ce n’è molto. Anche perché abbiamo già giocato due gare alla portata. Dobbiamo lavorare tanto e capire che dobbiamo cominciare a vincere. Quando vinci, poi anche le difficoltà diventano più… semplici. Il gruppo è giovane, però dobbiamo sbloccarci, senza troppi giri di parole. Tornando alla domanda iniziale, sicuramente manca un po’ di esperienza anche perchè, tranne me e Federica, abbiamo un gruppo pieno di debuttanti in questa Lega. Alcune ragazze devono ancora ambientarsi: è un livello diverso, un basket diverso, con più fisicità e più aggressività. Però siamo un gruppo vivo, non ci piace perdere e sono sicuro che avremo una faccia diversa contro Milano».
Parliamo della sua storia. Lei è nata a Brindisi in una famiglia di sportivi.
«Sì, sono nata a Brindisi su un campo da basket, perché mia mamma giocava e allenava. Quando era incinta, allenava proprio lì, quindi questo mio amore per la pallacanestro è esploso quando ero bambina. Ho sempre giocato a basket, ma fino a 13 anni nuotavo perché anche mio papà è uno sportivo e se la cavava bene in piscina. A un certo punto dovevo scegliere tra le finali nazionali di nuoto e di pallacanestro: ho scelto lo sport di squadra, perché preferisco gli obiettivi comuni a quelli singoli».
Da Brindisi è cominciato il suo giro d’Italia e non solo.
«A Brindisi ho fatto tutte le giovanili, poi ho vinto lo scudetto Under 19 a Sesto San Giovani, sono stata per un anno al College Italia a Roma, quindi sono tornata a casa, un anno di A2 e poi sono andata fuori. Due anni a Battipaglia, due anni a Schio, poi Napoli e anche un’esperienza in Spagna dopo il fallimento di Napoli. Poi sono tornata in Italia: Battipaglia, tre anni a Ragusa, un’esperienza in Francia, poi ancora Italia a Moncalieri e ora Faenza, dopo aver trascorso alcuni mesi anche in Messico».
Quali sono state le esperienze più belle?
«A Schio sono stata benissimo, è diventata la mia seconda casa, sono cresciuta dentro e fuori dal campo. Le esperienze all’estero, lontano da casa, mi hanno aiutato. Non ho mai avuto problemi ad ambientarmi, ma la lontananza la senti di più. Però all’estero hai una responsabilità diversa, giochi da straniera, ti senti ancora più forte. A me piacciono le responsabilità e fare la differenza. Quest’estate sono stata in Messico e anche quella è stata un’avventura bellissima».
Come si trova a Faenza?
«Questo è un ambiente che vive di pallacanestro. Lo sapevo, ma esserci è diverso. I tifosi sono appassionati e soprattutto intenditori. Si vive bene, però dobbiamo iniziare a ingranare e a vincere qualche partita».
A cominciare da Milano.
«Le ho guardate contro San Martino al debutto, il gruppo è quello della A2, poi giocheranno in casa e il fattore campo può pesare. Ma se giochiamo la nostra pallacanestro o il meglio della nostra pallacanestro, magari partendo bene, possiamo strappare la vittoria».
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