Basket A1 donne, per l'E-Work Faenza è una partenza in salita: «Voglio una squadra aggressiva»
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Domenica 2 ottobre, ore 14: E-Work Faenza-Umana Reyer Venezia a Cagliari. Mercoledì 5 ottobre, ore 20.30: Akronos-E-Work Faenza a Moncalieri. Sono questi i due appuntamenti che Simona Ballardini e le sue giocatrici hanno cerchiato in rosso sul calendario. La lunga attesa è finalmente finita e domenica, nell’Open Day in programma in Sardegna, scatta la stagione delle manfrede, che nel giro di quattro giorni sfideranno una delle corazzate e una delle squadre sulla carta più abbordabili del campionato.
Ballardini, come sta la sua squadra? Siete pronte?
«Siamo pronte e soprattutto molto curiose. Abbiamo giocato tre amichevoli e dopo ogni test siamo sempre migliorate, ma siamo comprensibilmente ancora acerbe. D’altronde sfido chiunque a essere maturo a fine settembre. C’è tanto lavoro da fare, ma per il momento rispondiamo bene. Quando hai un gruppo che assorbe, per un coach è un buon segnale. Se poi questo gruppo dà il massimo, ci si può divertire».
Che tipo di preparazione avete affrontato quest’estate?
«L’estate è partita dopo una buona rivoluzione, quindi abbiamo innanzitutto dovuto ricostruire il gruppo. Tante ragazze del gruppo storico non ci sono più, mentre Jori e Pallas le conosciamo e questo è un buon punto di partenza, perché conosciamo la forza di entrambe. Jori è una professionista ai massimi livelli, dovrà trascinare le compagne. Mi aiuta tanto in campo, è giusto che lo faccia, come lo facevo io da giocatrice. Le altre due straniere sono al debutto: nuova esperienza, nuovo campionato, nuovo livello di gioco. Ma Sara e Claudia faranno vedere le loro doti».
Conferme e novità. Cosa si aspetta da chi è rimasto?
«Non voglio mettere pressione a nessuna. Mi aspetto quello che è stato fatto l’anno scorso. Abbiamo cominciato un percorso, dobbiamo andare avanti così: voglio una squadra determinata, forte, aggressiva in attacco e in difesa e con una forza mentale superiore. Se la testa c’è, poi il corpo e il cuore la seguono. Non voglio una squadra arrendevole, che si tira indietro, che scende in campo con paura».
Cosa può dare in più chi è arrivato?
«Prima riusciamo a entrare sulla stessa frequenza d’onda e prima riusciremo a lavorare in sintonia. E questo farà la differenza nei dettagli. Non voglio cali depressivi rispetto a una sconfitta in più o in meno ma non voglio neppure un’esaltazione eccessiva dopo una vittoria. Voglio un gruppo equilibrato e determinato. Sarà importante giocare divertendosi, perché quando ti diverti senti meno la fatica. Rispetto ai test, voglio vedere meno palle perse e meno raptus dopo qualche cavolata. Ma voglio sempre la stessa aggressività».
Rispetto a un anno fa, il blocco delle italiane come è cambiato?
«Schwienbacher era il miglior mastino difensivo non solo di Faenza ma anche di tante altre realtà, quindi abbiamo perso un difensore eccelso. Ora però rientra Franceschelli e sono sicura che tornerà a difendere forte come prima dell’infortunio, anche se avrà bisogno di tempo. Abbiamo perso Morsiani, giocatrice con un talento limpido e fantastico: ha scelto di non vivere di pallacanestro e di fare altro nella vita, però certamente perdiamo una ragazza di talento. Abbiamo acquistato Moroni, che giocava da titolare a Sassari. Rispetto a Cupido ha un gioco più veloce, riusciremo a variare di più e ad avere più soluzioni. Rosa è meno contropiedista e più da difesa schierata».
Che campionato sarà?
«Non posso rispondere oggi. Guardo noi, le altre, ma non posso dirlo. Sarà un campionato interessante, con tre squadre superiori a chiunque, poi penso che tutte possano incastrare e battere chiunque. Non ci sarà la squadra-materasso, contro cui sarà scontato vincere. Anche chi starà in basso darà fastidio a tutte, tranne alle prime tre. Dovremo restare concentrate, non c’è la partita nella quale puoi vincere calando attenzione e tensione».
Il nono posto è l’obiettivo, i playoff il sogno?
«Io vorrei semplicemente vedere l’E-Work migliorare di partita in partita. Non risponderò mai a questa domanda, anche perché oggi non mi interessa».
Il debutto con Venezia è «impossibile», ma poi ci saranno Moncalieri, Brescia e Valdarno.
«Si pensa a una partita alla volta, senza mettere alcun tipo di ansia e alcun tipo di pressione. Io non voglio che si guardi l’avversario e si dica: “C’è Venezia e si fa così, poi c’è Moncalieri e si fa così”. No, si gioca sempre allo stesso modo. Dando il massimo. E’ l’unica cosa che chiedo, andare al di là delle aspettative e delle avversarie. Scendiamo in campo aggressive e poi vedremo».