Basket A1 donne, parte l'avventura dell'E-Work: «Prima la salvezza, poi chissà...»

Romagna | 01 Ottobre 2021 Sport
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Luca Alberto Montanari
Per una città e di conseguenza per una squadra è il ritorno a casa dopo tanti anni di pellegrinaggio altrove. Per Diego Sguaizer, che quella città e quella squadra le ha riportate in paradiso qualche mese fa, è invece la prima volta in assoluto in un mondo nuovo, ricco di trappole e di incognite, ma anche tremendamente affascinante. Faenza e il suo coach si affacciano alla serie A1 con curiosità, preoccupazione, fame e soprattutto con tanta voglia di essere protagonisti, davanti alle potenze del basket italiano, in un campionato che la città delle ceramiche conosce molto bene.
Sguaizer, è più la curiosità, la preoccupazione o l’emozione di sedersi per la prima volta sulla panchina di A1?
«A livello personale ci sono curiosità e anche tanta voglia, perché vado a misurarmi con un campionato nuovo. Ero stato assistente a Montichiari in A1 con Serventi nel 2010, ma da capo allenatore è un’altra storia».
Come avete trascorso l’estate?
«Abbiamo passato un’estate condizionata prima dal mercato e poi dagli infortuni. La A2 è finita con un mese di ritardo rispetto all’A1, quindi abbiamo provato a convincere alcune giocatrici non di A1 a venire a Faenza per ritagliarsi spazio in una categoria che prima avevano vissuto da gregarie o co-protagoniste. Poi ci siamo scontrati con diversi infortuni e questo è stato il vero problema: Cupido è uscita domenica con un problema al ginocchio, Morsiani non si è ancora allenata, Castello ha avuto diversi acciacchi, senza dimenticare l’assenza di Pallas, andata in Camerun con la Nazionale nigeriana dopo le Olimpiadi e infine un leggero stiramento di Manzotti».
Qual è stata la difficoltà più grande?
«Non ho mai lavorato con il roster al completo, non ho mai fatto una partita cinque contro cinque. La qualità degli allenamenti ne risente, per non parlare della condizione atletica di alcune giocatrici. Tra l’altro ci sono saltate due amichevoli e le ultime due le abbiamo giocate in sette».
Quali sono le vostre aspettative?
«Dobbiamo cercare di uscire dall’ultima posizione in classifica, che significa retrocessione in A2, quindi diventeranno fondamentali gli scontri diretti e magari dovremo provare a “rubare” qualche partita in casa alle squadre di medio-alta fascia. L’ultima retrocede, poi quattro squadre vanno ai playout e da qui ne scende un’altra. La nona si salva direttamente, le prime otto fanno i playoff. Arrivare noni sarebbe bellissimo, o magari avere la bella in casa nei playout».
Dove può arrivare l’E-Work?
«In questo momento non ho ancora capito che squadra alleno, riferendomi naturalmente al potenziale, perché non sono mai riuscito ad allenarla al completo».
Quali saranno le concorrenti per la salvezza?
«Moncalieri, Broni, Empoli, poi c’è Lucca».
Le più forti?
«Schio, Bologna, Venezia, Ragusa e forse Campobasso».
Tra A2 e A1 quali sono le differenze più grandi?
«Per quanto riguarda la fascia media, la grande differenza la fanno le atlete. Poi se guardi più in alto, tipo chi fa l’Eurolega o punta allo scudetto, dico anche staff e allenatore».
Passiamo in rassegna le nuove giocatrici. Castello?
«E’ un numero 4 moderno, che ha capacità di aprire il campo con il tiro da tre punti, è brava anche nel tiro intermedio e, se serve, va spalle a canestro».
Cupido?
«Giocatrice da campo aperto, più di rottura che di costruzione. Da noi dovrà fare bene entrambe le fasi».
Davis?
«E’ la nostra stella, ci aspettiamo tanto da lei. Deve garantire punti, ma soprattutto leadership al gruppo».
Llorente?
«Ha dinamismo e voglia di fare, ma spesso questa aggressività esce dai binari tattici. E’ una scommessa, che vogliamo vincere».
Manzotti?
«Giulia è l’unica esterna di ruolo capace di giocare bene anche in uscita dai blocchi, deve garantirci qualità e tiro sugli scarichi».
Pallas?
«Ha un’esuberanza fisica e qualità atletiche clamorose, deve farci fare la differenza in questo senso».
Nel weekend che debutto si aspetta con Moncalieri?
«E’ già uno scontro diretto, una gara fondamentale. Di sicuro non avrò Morsiani al 100 per cento, Manzotti quasi sicuramente sarà fuori, mentre è da valutare Castello. Stesso discorso per Cupido. Ma venderemo cara la pelle».
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