Basket A1 donne, Franceschelli «atto VII» a Faenza: «E-Work, con Seletti ci divertiamo»

Veterana, leader, superstite, capitana. «Cosa preferisco? Direi veterana, dato che sono quella che gioca a Faenza da più tempo. Poi è vero che sono stata la capitana nelle ultime due stagioni, però io sono una ragazza umile e il mio obiettivo è aiutare la squadra, quindi il resto mi interessa meno». Parole e musica di Federica Franceschelli, l’unico volto conosciuto dentro a un roster profondamente rinnovato. Negli ingranaggi della nuova E-Work, in mezzo a un lungo elenco di new-entry, c’è anche il sorriso di una ragazza ormai «adottata» da Faenza e che conosce perfettamente tutti i segreti di questa realtà, ma anche del nuovo coach Seletti.
Franceschelli, a ottobre lei è pronta ad inaugurare un’altra stagione con questa maglia. Come si ricomincia?
«Con il solito entusiasmo e con la solita fame. Sono nata nel 1997, quindi sono ancora giovane, ma sono qua da 7 anni e sono diventata grande con questa maglia, ne sono consapevole, è stato un grande percorso. Ogni anno le responsabilità sono sempre maggiori. Anche quando facevamo la A2 e giocavamo per vincere, ne avevo parecchie. Diciamo che sono cresciuta ogni anno ed è sempre bello poterlo fare a Faenza».
In cosa si sente cambiata oggi?
«Mentalmente sono cresciuta tanto, grazie alle tante compagne che ho avuto e grazie a Simona Ballardini, che ho avuto anche da allenatrice. Con lei mi sono davvero resa conto delle responsabilità che avevo e della gestione di queste responsabilità. Adoro stare in questa squadra, adoro vivere questo clima e questo spogliatoio, adoro giocare al Bubani».
Essere capitana cosa significa?
«Uno stimolo e, appunto, una bella responsabilità, ma per me non cambia nulla. Magari sono più preoccupata quest’anno perché c’è stato un grande cambiamento, una vera e propria rivoluzione in campo e in panchina. Sul momento, durante l’estate, quando ho saputo che sarei rimasta solo io ho avuto bisogno di più tempo per metabolizzare. Ora abbiamo cominciato e sono molto serena».
La vostra stagione è cominciata il 23 agosto, mentre il campionato partirà a ottobre. Che E-Work vedremo?
«Saremo una squadra divertente, abbiamo ritmi alti e grande intensità. Giocheremo una pallacanestro piacevole da vedere. In questo momento è difficile aggiungere altro: ci attende un modo di giocare nuovo, con poche chiamate e molto gioco in movimento. Abbiamo bisogno di tempo, naturalmente. Sulla squadra è difficile dare un giudizio obiettivo: Dixon comincia con una settimana di ritardo, ci sono alcuni acciacchi di inizio stagione. A me stuzzica il gioco che vuole Seletti».
Appunto, Seletti. Lei è la persona che lo conosce meglio. Ce lo descrive?
«Per me non è novità. L’ho avuto fin dall’Under 13 a Castel San Pietro. Abbiamo lavorato insieme fino al 2016, ho fatto le giovanili con lui fino all’Under 19 e un anno in prima squadra di A2. L’ho ritrovato uguale. Non è cambiato di una virgola, propone un gioco sveglio, di letture e di testa. Il suo più grande pregio è che con lui c’è talento, ma c’è anche la ricerca di canestri semplici. E in più riesce a valorizzare tutte le giocatrici che allena. E’ bravissimo con le giovani, sa lavorare, ha pazienza, ha la passione, sta in palestra tutto il giorno. E’ l’allenatore ideale per il nostro percorso».
Quale sarà il vostro obiettivo?
«Salvarsi il prima possibile. Guardando il livello, a parte le prime della classe che saranno imprendibili, ci potrà essere grande equilibrio. Credo sia arrivato il momento di fare qualche sgambetto e guadagnare qualche posizione in classifica, perché dobbiamo fare un salto di qualità rispetto a un anno fa. Toccherà a noi capire se sarà piccolo o grande».