Basket A1 donne, E-Work Faenza, linea verde e tante scommesse: un roster mai così giovane per la salvezza
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Luca Del Favero
Giovani al potere. È questo lo slogan della nuova E-Work che da settembre parteciperà alla sua quarta stagione consecutiva in serie A1. Come è ormai abitudine, la dirigenza ha terminato il roster entro giugno e quest’anno l’età media delle undici giocatrici è di appena 21 anni, numero destinato ad abbassarsi quando verrà individuata la dodicesima giocatrice, che sarà una giovane in doppio tesseramento con la B Regionale. Fermi e Seletti hanno costruito un roster ricco di scommesse, riuscendo a spendere al meglio il risicato budget che è minore del 30% di quello della scorsa stagione, già piuttosto contenuto. La più «anziana» del gruppo è la play statunitense Cornelia Fondren, che ha ben 31 anni. Per questo delicato ruolo, i dirigenti non hanno voluto puntare su una rookie, ma si sono affidati ad una giocatrice che ha già militato in Europa, in Olanda e per quattro stagioni in Francia (arriva dal Cavigal Nizza, seconda divisione transalpina) e che sicuramente porterà grande esperienza, anche se non hai mai calcato palcoscenici di primo livello. L’Italia sarà dunque la grande occasione per mostrare tutto il suo valore. È invece una debuttante l’altra Usa, che è la pivot Angel Jackson, centro classe 2001 proveniente dal college di Jackson State dove ha militato dopo essere stata all’Usc Trojans. Un prospetto che ha sempre fatto bene a livello universitario, tanto da essere scelta quest’anno nel draft delle Las Vegas Aces nella Wnba ed infatti c’è molta curiosità nel vederla all’opera per la prima volta in un campionato seniores. Le altre pedine del quintetto base sono la capitana Franceschelli, guardia classe 1997, l’ala piccola francese Sara Roumy (2003) e l’ala grande tedesca Marie Reichert (2001) che parteciperà alle Olimpiadi nel 3x3. La panchina è invece composta da Rachele Porcu (1997), dalla play\guardia del 2006 Emilie Brzonova, ceca di nascita e di nazionale ma italiana di formazione cestistica, dalla play Alice Cappellotto (2005), che ritorna a Faenza dopo due anni, e dalla guardia tiratrice Anna Turel (2003). Nel reparto lunghe ci sono Princess Amy Jakpa (2004), pivot dal grande impatto fisico, e Martina Fantini (2005). È chiaro che la poca esperienza del gruppo e il fatto che molte giovani italiane e tutte le quattro straniere siano al debutto in A1, porteranno Faenza a lottare per la salvezza, ma l’obiettivo sta diventando sempre più alla portata giorno dopo giorno, osservando ciò che accade altrove. Dopo la richiesta di riposizionamento di Ragusa in Serie A2 e l’incredibile rinuncia della Virtus Bologna, le partecipanti all’A1 saranno 12 e le retrocessioni scenderanno da tre ad una. Se poi dovesse salutare anche l’Oxygen Roma, come sembra probabile, allora ci sarà un ripescaggio che dovrebbe toccare al Sanga Milano, fresco di retrocessione, ma al momento le lombarde non sembrano intenzionate ad accettarlo, e allora in lista ci sarebbero Udine o San Giovanni Valdarno, con le friulane che sarebbero ben contente di salire di categoria. L’uscita di scena della Virtus, al di là della poca programmazione della dirigenza, dimostra purtroppo la crisi della pallacanestro femminile italiana, perché la scelta del presidente Zanetti è dovuta anche al fatto che in questo settore non ci sono guadagni e di conseguenza visibilità mediatica ed infatti preferisce investire il budget nel settore giovanile maschile e femminile. Se si considera che Bologna era il top in Italia, partecipando all’Eurolega e lottando per lo scudetto e per le altre competizioni, questo è davvero un brutto colpo per il basket rosa e la speranza è che le alte sfere provino a rinvigorirlo, come non hanno mai fatto in questi anni.