Basket A1 donne, alla scoperta di Pallas, la giocatrice-simbolo dell'E-Work: «Dio, la Nigeria, gli Usa e Faenza: la mia vita in giro per il mondo»

Romagna | 09 Aprile 2022 Sport
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Luca Del Favero
Un personaggio dentro e fuori dal campo. E’ davvero unica Pallas Kunaiyi-Akpanah, soprannominata dalle compagne più semplicemente «P», giocatrice nigeriana che ha conquistato Faenza in pochi mesi con la sua simpatia fuori dal campo e soprattutto con i suoi rimbalzi sul parquet, che hanno portato la dirigenza ad assicurarsela anche nella prossima stagione (salvezza permettendo, naturalmente). La storia della pivot 25enne è una sorta di film girato in tutto il mondo, partendo dalla sua Nigeria, alla quale è ancora legatissima, per poi passare agli Stati Uniti, dove ha frequentato importanti università (una su tutte la Northwest University dell’Illinois) per poi trasferirsi in Europa: in Italia (prima a Vigarano e ora a Faenza) e in Belgio. Un viaggio all’insegna della pallacanestro, che l’ha portata alle Olimpiadi di Tokyo la scorsa estate e che la farà andare a Sydney a settembre per i prossimi Mondiali e che ha come filo conduttore la famiglia, la sua Nigeria e Dio. Non che avessimo dei dubbi in merito, ma la chiacchierata con Pallas è stata davvero interessante.
Quando si è avvicinata alla pallacanestro e per quale motivo?
«Da piccola ero molto alta per la mia età (Pallas è alta 188 centimetri, ndr) e così sono stata spinta a praticare questo sport. Oltre a piacermi ero anche portata e in questo modo è iniziata la mia avventura. Ho avuto la fortuna che il basket mi ha dato l’opportunità di frequentare alcune delle migliori scuole del mondo e mi ha permesso di crescere e maturare».
Cosa le piace maggiormente di questo sport?
«È semplicemente fantastico. Ciò che amo di più è l’opportunità di incontrare persone e costruire amicizie, di coltivare rapporti dentro e fuori dal campo».
Ha altri famigliari che giocano a pallacanestro?
«Il mio fratello più giovane di 10 anni sta iniziando ad amare e a giocare a basket e ne sono davvero contenta».
La sua famiglia vive ancora in Nigeria? Da quante persone è composta? Che rapporto ha con la Nigeria? Ci torna spesso?
«I miei genitori vivono in Nigeria e mi sostengono molto. Ho un fratello minore che studia negli Stati Uniti e una sorella minore che studia in Canada. Quando gli impegni della pallacanestro me lo consentono vado in Nigeria, dove adoro passare le mie vacanze».
Cosa sente quando veste la maglia della Nigeria alle Olimpiadi? E cosa prova nel pensare che tra pochi mesi giocherà il suo primo Mondiale?
«Indossare la maglia del mio paese è un sogno. Giocare alle Olimpiadi è stata un’esperienza incredibile soprattutto perchè rappresentavo il mio paese e giocavo contro i migliori giocatori del mondo. Non vedo l’ora che arrivi la Coppa del Mondo, un altro bellissimo banco di prova che ci permetterà di sfidare tutte le più forti, come la scorsa estate a Tokyo». 
Quale è la sua maggiore caratteristica di gioco e dove deve migliorare?
«Sono molto competitiva. Amo competere. Riguardo al mio modo di giocare, credo che ci siano sempre aree da migliorare. A rimbalzo sento che ho bisogno di posizionarmi meglio e anche di usare un po’ più di astuzia poi devo crescere nella gestione della palla e del tiro».
Cosa prova quando conquista un rimbalzo?
«Mi sento bene quando gioco bene, ma la cosa più importante è che vinca la squadra. Non mi preoccupo molto delle statistiche. La statistica che mi interessa di più è il +/- (il cosiddetto plus/minus, ndr), perché dice quanto stai aiutando la squadra».
In campo lei è una gran lottatrice, ma come è Pallas nella vita di tutti i giorni? Quali sono i suoi hobby e come trascorre il tempo libero?
«Mi piace rilassarmi leggendo e guardando film contemporanei».
Quali obiettivi ha nel futuro sia sportivi che personali?
«Vorrei aiutare le giovani ragazze del mio paese ad utilizzare lo sport come strumento per crescere e per maturare. Ero molto timida da piccola e lo sport mi ha aiutata molto, dandomi l’opportunità di andare nelle migliori scuole d’America. Ora gioco a basket da professionista e mi piace. Il mio obiettivo sportivo immediato è aiutare Faenza a rimanere in serie A1 e non penso ad altro. Dopo il basket vedremo».
Come è il suo carattere?
«Mi descriverei come umile, concentrata e grata per le opportunità che ho avuto. La mia fede in Dio gioca un ruolo molto importante in tutto ciò che faccio».
Come si trova a Faenza? Che rapporto ha con le compagne e l’allenatrice?
«Faenza è una città meravigliosa con gente davvero fantastica. Uno dei miei più grandi hobby è semplicemente camminare per la città e godermi l’atmosfera e tutta la sua storia. Le mie compagne di squadra sono meravigliose e mi sostengono molto. La nostra allenatrice è speciale e una eccellente motivatrice con una grande comprensione del gioco».
Cosa pensa del campionato di Faenza e come arrivate ai play out?
«Penso che abbiamo ottime possibilità di salvarci. Abbiamo giocato abbastanza bene di recente e sono fiduciosa che cresceremo sempre di più».
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