Bagnacavallo, Vittorio Bonetti e Maria Pia Timo insieme sul palco

Federico Savini
«Non c’è niente di più bello che ripartire sul palco con Pia. Anzi, con “la” Pia!». Vittorio Bonetti dice di essere emozionato e glielo si legge nella voce. Questo perché venerdì 28 alle 21.30 al Convento di San Francesco di Bagnacavallo il «juke-box umano» porterà in scena «Sorrisi & Canzoni», uno spettacolo che da cima a fondo lo vedrà sul palco con Maria Pia Timo, dopo alcuni anni di intesa crescente, approdata sul palcoscenico in occasioni sporadiche e mai così strutturate.
«Michele Antonellini, curatore del Bagnacavallo Festival, ha fortemente voluto questa serata - dice Vittorio Bonetti -. Spero che emerga il nostro stare bene insieme. Questo spettacolo cercherà di legare le nostre cose, di avvicinarci».
Cosa c’è da aspettarsi?
Maria Pia Timo: «Di fatto sarà una miscellanea di pezzi editi di entrambi, dal lato mio sketch e performance che penso possano stare bene con le canzoni di Vittorio. E poi mi toglierò il lusso di cantare, visto che ho chi mi accompagna, sperando di essere all’altezza (lo sarà, statene certi, nda)».
Vi siete «sfiorati» molto negli ultimi anni, ma da quanto vi frequentate?
Maria Pia Timo: «Non tantissimo, in effetti, ma tra il video di Gumbarera di Quinzan, che ci ha davvero fatti conoscere, e l’invito di Vittorio alla presentazione del suo ultimo disco a Bagnacavallo abbiamo capito che potevamo, e soprattutto volevamo, fare qualcosa insieme. E’ arrivata l’occasione».
Vittorio Bonetti: «Il primo incontro risale anche a prima di Quinzan, quando Pia e Roberto Pozzi mi invitarono al Luogo Comune per una bella serata, che mi ricordò l’atmosfera delle feste di Cuore. Capì di avere una sintonia con loro e devo dire che la partecipazione di Pia alla presentazione del mio disco “Made in Romagna” è stata indovinatissima: ha proprio preso in mano la serata, finendo per fare la presentatrice, con grande generosità e professionalità».
La vostra estate post-pandemica?
Maria Pia Timo: «Lavorando quasi sempre da sola in scena ho avuto pochi problemi logistici, e questo è un elemento che mi ha permesso di fare tanti spettacoli. Il principale merito è stato però degli organizzatori, con in testa Ruggero Sintoni, perché in tempi veramente non sospetti mi hanno chiamata per rimettere in modo la macchina dello spettacolo. C’erano grandi incertezze e tutti i rischi del caso, non solo in piazza a Faenza, ma anche negli spezi in cui mi ha fatto esibire Roberto Mercadini, per non parlare dello spettacolo bolognese a Fico, in un’arena tutta nuova. Questi rischi sono stati accompagnati da platee splendide: prudenti e distanziate, ma con una gran voglia di tornare a divertirsi. A Zocca ho fatto uno spettacolo al chiuso e tutto il pubblico aveva le mascherine: un’esperienza davvero strana, perché le risate si sentono bene ma per instaurare un vero dialogo col pubblico, fondamentale a teatro, le espressioni andavano immaginate dai soli occhi».
Vittorio Bonetti: «A metà marzo era stato quasi tutto annullato per me, con particolare dispiacere per la Festa Nazionale della Montagna in Valtellina, a cui partecipo da 30 anni. Poi, quando l’avevo messa persa, a fine maggio sono arrivati ingaggi per giugno e da fine giugno altre serate. Ho visto ripartire il meccanismo dello spettacolo e la gente riavvicinarsi con piacere, in particolare alla bellissima serata di Cassanigo per Giovanni Nadiani. Poi a fine luglio ho avuto un problema di salute, superato, e ora è bellissimo ripartire con Pia. Sono anche un po’ emozionato».
Dal 7 al 9 settembre, poi, a Faenza arriva il Take-Away Viganò. Di che si tratterà?
Maria Pia Timo: «Io farò dei camei in ogni serata, di fatto sarò un’ospite, ma la cosa particolare sarà che i ragazzi della Metallurgica Viganò imbastiranno le serate proprio sul Covid e come ha cambiato le nostre vite, un tema che in genere ha toccato solo tangenzialmente le performance comiche di questi mesi».