Bagnacavallo, uccisa dal marito: un sit in per ricordare Elisa

Romagna | 20 Dicembre 2019 Cronaca nera
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Un famiglia andata in pezzi, due bimbe piccole di 3 e 6 anni rimaste orfane della madre strangolata dal padre. Si è infranto così, nella notte del 18 dicembre, il sogno della famiglia di Elisa Bravi, la 31enne ravennate uccisa dal marito Riccardo Pondi al culmine di una lite. La coppia stava attraversando una crisi matrimoniale e da settembre era seguita da un consulente. Secondo quanto riferito dal marito agli inquirenti, il desiderio di entrambi era di andare avanti insieme e di tornare ad essere felici.

Da un anno si erano trasferiti nella nuova casa di via Aguta a Glorie, una villetta in campagna ristrutturata in tempi rapidi per accogliere la famiglia. La notte del 18 dicembre Pondi si era alzato più volte, in preda all'ansia, sia per controllare che la porta d'ingresso fosse chiusa che le due figlie, a letto nella loro cameretta, stessero bene. Forse Elisa gli ha chiesto qualcosa di quel continuo alzarsi, sta di fatto che ne è nata una collutazione e l'uomo l'ha afferrata alla gola e l'ha uccisa. Accortosi che la moglie non respirava più ha chiamato i sanitari del 118 e i carabinieri poi provato a rianimarla in attesa dell'arrivo dei soccorsi, ma senza alcun esito. Interrogato dai carabinieri di Lugo ha ammesso le sue responsabilità ed è stato arrestato per omicidio volontario aggravato. Le due bimbe che, svegliatesi per il rumore, fortunatamente pare che non si siano accorte di quanto accaduto, sono state affidate ai nonni e, per evitare che qualche commento le potesse turbare non sono andate a scuola il giorno successivo. Certo, però, avranno capito che qualcosa di grave doveva essere accaduto visto la modifica delle loro abitudini quotidiane e, soprattutto, l'assenza della madre.

Il 20 dicembre, alle 17,30 difronte al carcere di via Port'Aurea, i centri antiviolenza della provincia di ravenna hanno organizzato un sit in per ricordare la giovane mamma. Quello di Elisa è il secondo femminicidio registrato in provincia di Ravenna dopo quello di Giulia Ballestri, uccisa il 16 settembre 2016 dal marito Matteo Cagnoni in una villa disabitata a Ravenna.
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