Bagnacavallo, l'arena delle Cappuccine compie 40 anni, metà dei quali con il Cinecircolo Fuoriquadro
Federico Savini
«Al di là delle varie crisi che si sono succedute nel corso degli anni, credo sia una specie di miracolo riuscire a fare una rassegna di 86 sere consecutive in un comune che ha meno di 20mila abitanti, e proponendo anche film davvero poco commerciali». Ha ragione Gianni Gozzoli, che insieme a Ivan Baiardi gestisce da 19 anni, come Cinecircolo Fuoriquadro, l’arena estiva del cinema al parco delle Cappuccine di Bagnacavallo, che quest’anno di anni ne compie 40, e anche per questo merita la sottolineatura.
In partenza già dal 7 giugno (con i film già presentati fino a metà luglio), la programmazione prevede tanti film ricnosciuti tra i migliori della stagione: Perfect days di Wim Wenders, C’è ancora domani di Paola Cortellesi, Io capitano di Matteo Garrone, La zona d’interesse di Jonathan Glazer, e ci sarà spazio anche per tante «chicche» e film d’essai che hanno avuto scarsa circolazione, questo anche perché la rassegna ci punta da sempre ed è una delle poche in tutto e per tutto «indipendenti» in questo panorama. L’importante traguardo delle 40 stagioni verrà festeggiato nella seconda parte dell’estate, ma gli immancabili incontri con gli autori non si faranno attendere, vedi già il 12 giugno Ettore Zito (regista) e Luca Giacomoni (scrittore) per l’alluvionale Anime nel fango, e il 25 giugno Anita Rivaroli (sceneggiatrice) e Carlotta Gamba (attrice) per Gloria! di Margherita Vicario. A luglio sarà la volta, l’11, di Filippo Barbagallo (regista) per Troppo azzurro e il 17 di Simone Godano (regista) per Sei fratelli.
Venendo ai 40 anni della rassegna, «Ivan Baiardi ed io subentriamo alla prima gestione, 19 anni fa – ricorda Gianni Gozzoli -. Prima gestivamo il cinema San Biagio, a Cesena, e attraverso quello venimmo a sapere che l’arena estiva di Bagnacavallo aveva una gestione “vacante”. Così ci proponemmo e vincemmo il bando. Solo che tra un’arena e una sala invernale c’è molta differenza, e pagammo l’inesperienza nella nosra prima, sgangherata edizione. Devo però dire che ingranammo già l’anno dopo e non ci siamo mai fermati».
La gestione del Cinecircolo Fuoriquadro, a cui si aggiunge da qualche anno Giacomo Togni in biglietteria, ha attraversato tutta la fase della digitalizzazione, la pandemia e tante crisi - più vere che presunte, ma se non altro mai letali - del cinema e di conseguenza della sostenibilità economica delle arene estive. «Più volte è sembrato che finisse tutto – conferma Gianni Gozzoli – e gli anni della pandemia, al netto della complicazione delle prenotazioni, sono stati i più difficili, con numeri davvero bassi. Però siamo sempre qua, lontani dal periodo d’oro che è stato fra il 2013 e il 2015 ma davvero in una fase di crescita, intorno al 20% l’anno scorso. Veniamo effettivamente da una stagione molto buona. All’arena facciamo una media di un’ottantina di persone a proiezione, davvero buona considerando la dimensione di Bagnacavallo e il fatto che, muovendoci da indipendenti totali, un po’ come le rassegne faentine, riusciamo a proporre anche una quindicina di film davvero particolari. Quest’anno segnalo più di tutti il belga Il cielo brucia, il 26 giugno».
Il fatto di essere in un territorio ad alta densità di arene «probabilmente è più un vantaggio che una concorrenza – dice Gozzoli -, nel senso che l’Emilia Romagna è nel complesso un’anomalia positiva per le arene estive, e quindi evidentemente c’è un pubblico affezionato e curioso». Caratteristica storica della rassegna bagnacavallese sono poi gli incontri con gli autori: «ne abbiamo fatti un’ottantina nei nostri 19 anni - conferma Gozzoli -. E siamo partiti letteralmente subito, nel senso che la nostra primissima serata a Bagnacavallo prevedeva un incontro con Marco Bellocchio, e pochi giorni dopo avemmo Pupi Avati. Siamo partiti forte, anche se eravamo inesperti».