Bagnacavallo, il Sonora Radio Fest per fare il punto sull’associazionismo giovanile del territorio

Romagna | 14 Ottobre 2022 Cronaca
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Federico Savini
«Che i giovani siano solitari e svogliati è davvero un luogo comune. Dal movimento che ruota intorno a Radio Sonora arriva un’immagine opposta: i ragazzi sono vogliosi di apprendere e fare esperienza sui nuovi linguaggi; ci si buttano proprio. E il Covid, probabilmente, ha fatto crescere questa voglia». Non ha molti dubbi in merito alla voglia di fare esperienza dei giovani Daniela Patella di Radio Sonora, che insieme a Yuri Briccolani e a un gruppo allargato di giovani, con il supporto delle istituzioni pubbliche della Bassa Romagna, ha preso parte alla stesura e alla realizzazione del programma del Sonora Radio Fest, che in questi giorni è in pieno svolgimento al convento di San Francesco a Bagnacavallo e si riconferma, alla quarta edizione, un appuntamento ormai centrale per il calendario «giovanile» di un territorio, il nostro, che dalle profondità della provincia mostra sempre più spesso la voglia di ergersi e guardare oltre confine, intercettando - benissimo e con grande successo, nel caso del Sonora Radio Fest - le passioni e i progetti dei giovani.
«Di fatto il festival ha preso il via il 6 ottobre - spiega Daniela Patella -. Al Gulliver di Alfonsine abbiamo proiettato un film di Andrea Segre, con lui ospite e il coinvolgimento di FilMeeting, un’associazione giovanile che curerà per il festival anche la serata di venerdì 14, a Bagnacavallo con Daniele Tinti e il suo film Il grande caldo, mentre domenica 23 a Conselie concluderemo il festival con un “AperiCorto” e la proiezione di tre cortometraggi».
Non sarà un festival solo bagnacavallese, insomma…
«No, il convento è un luogo bellissimo e Bagnacavallo resta la città centrale per Radio Sonora, ma saremo anche al parco dei Mulini di Lugo sabato 22 con musica, dj-set e mostra fotografica, e nel complesso l’idea è quella di toccare vari comuni della Bassa Romagna e coinvolgere le locali realtà associazionistiche giovanili».
La giornata clou sarà comunque quella di sabato 15 a San Francesco.
«Sì, anche se il fine settimana di Bagnacavallo è partito giovedì 13 con un grande ospite come Umberto Galimberti, che ha l’autorità di parlare di giovinezza ai giovani, ne siamo molto felici. Sabato gli eventi partiranno al mattino e saranno aperti a tutti, ma in particolare nella prima parte della giornata il pubblico sarà quello del polo scolastico delle Superiori di Lugo. La scelta degli ospiti nasce dal confronto coi ragazzi di Radio Sonora e senza l’apporto dei volontari sarebbe impossibile realizzare un evento così ricco di cose. Anche se i temi della radiofonia e del podcasting saranno i più rappresentati, avremo relatori e ospiti di tanti altri settori. Proprio per questo, nel sottotitolo del festival parliamo di “Linguaggi”, perché l’obiettivo è proprio approfondire i linguaggi espressivi più praticati dai giovani, quindi la musica, la stand up comedy, il particolare esperimento di storytelling del cantautore Giorgio Poi, e poi la fotografia con Tommaso Biagetti, i content creator di Instragram e diversi approfondimenti sul tema dell’identità di genere, oltre al podcasting».
Pensi che la possibilità di impiego in questi campi per un ragazzo oggi sia più concreta in passato? Esiste ancora, per queste cose, la differenza fra città e provincia?
«Questa differenza, checché se ne dica, di fatto esiste ancora. Ma uno degli obiettivi del Sonora Radio Fest è proprio portare in provincia, e per di più in una location splendida, un genere di eventi che normalmente si vedono in città. I ragazzi del nostro territorio li avranno per una volta dietro casa. Detto questo, l’avanzamento dei social network ha comunque ridotto le differenze tra città e provincia, ha avvicinato un po’ tutto. Conosciamo i lati negativi dei social ma non vanno sottovalutati quelli positivi. Esistono anche possibilità professionali nei campi che approfondimento al festival e sottolineo che le interviste agli ospiti le faranno i ragazzi della radio, che sono già in contatto con loro proprio attraverso i social. Così si annullano le distanze e si comprende che chi lavora nel podcasting, in radio o su YouTube spesso non è una persona così diversa da noi. E spesso viene anche dalla provicia!».
Quanti ragazzi gravitano attorno a Radio Sonora?
«Al momento una quarantina, ma al festival partecipano migliaia di ragazzi. Per la sua natura giovanile, e con oltre 10 anni di vita, a Radio Sonora c’è sempre molto ricambio. E intercettiamo diversi target di età: in estate i centri estivi sono rivolti ai ragazzi delle medie, mentre l’attività del resto dell’anno coinvolge ragazzi che hanno in genere almeno 15 anni. L’età media di chi partecipa al Sonora Radio Fest è attorno ai 20».
Dalla vostra prospettiva di che salute gode l’associazionismo giovanile in Bassa Romagna?
«C’è grande propositività da parte dei giovani e tanta voglia di stare insieme, di superare l’isolamento che la pandemia ha imposto e che le nuove tecnologie possono agevolare. I numeri del Sonora Radio Fest dell’anno scorso sono stati clamorosi e anche questo dimostra la buona salute di questo associazionismo. Credo che i ragazzi siano i primi ad essere contenti di vedere, in questi giorni, un territorio così vivo».
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