Bagnacavallo, Erika Leonelli è pronta per il nuovo corso dell’Accademia lanciata da Ivano Marescotti

Romagna | 08 Ottobre 2023 Cultura
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Federico Savini
«Quello dell’insegnamento della professione di attore, cosa che lui diceva sempre di non essere, è stato il sogno di Ivano a fine carriera. Un impegno che gli ha reso più lieve l’ultima parte della vita e più sopportabile la malattia. Diceva sempre che “insegnare è il mio modo per ‘dare’, dopo avere tanto avuto in questa vita”. Ed è questo impegno che vogliamo continuare ad onorare». Erika Leonelli riassume con poche, intense parole quello che è stato lo spirito che ha portato Ivano Marescotti ad investire così tanto, negli ultimi anni e fino agli ultimi momenti della sua vita, in un’accademia di formazione di giovani attori. Quella che oggi prosegue senza di lui, ma con una compagnia formata e attiva (la Compagnia del Baccano) e che attraversa una fase importante, dovendo fare a meno del maestro e fondatore ma anche coinvolgendo nuove figure e cercando nuove energie.
«In origine il Teatro Accademia Marescotti nacque da un input di alcuni ragazzi del Circolo degli Attori di Ravenna - spiega Erika -. Ivano non aveva mai pensato di insegnare, ma qualcosa lo spinse ad accettare la proposta costruendo un percorso di 100 ore che ebbe un certo riscontro ed evolvette poi nella Tam».
Che oggi però è sciolta ma c’è al suo posto l’Accademia Marescotti. E anche la Compagnia del Baccano…
«Sì, dopo alcuni anni di quella prima accademia ci furono divergenze e verso la fine del 2022 Ivano ed io costituemmo una nostra associazione, anche perché la passione per l’insegnamento era per lui sempre più grande. Credo che molti ragazzi che hanno imparato da lui continueranno a scoprire nel corso degli anni quanto Ivano gli abbia dato, in termini professionali ma anche umani. D’altro canto, i ragazzi che sono stati con noi fino alla fine gli sono stati accanto in ogni momento. Lui nelle ultime settimane era fragile, riposava in pausa pranzo ma poi si rialzava e faceva cose, in sala prove, coi ragazzi, che mi facevano tremare. Posso dire che i ragazzi del Baccano hanno avuto una grande importanza per fargli trovare tutta la forza vitale di cui disponeva in quei giorni. Quando è scomparso Ivano l’associazione culturale e la compagnia erano avviate. Io potevo comunque anche pensare di smettere, ma ho scelto di portare avanti quel percorso».
Com’è cambiata l’accademia?
«La mancanza di un maestro come Ivano Marescotti ovviamente è grande, ma i suoi insegnamenti e la sua visione restano, e poi sono molti aspetti l’accademia di oggi, che ha sede a Bagnacavallo, è più strutturata che in passato. Intanto è aperta solo a persone maggiorenni, non per forza indirizzate verso una carriera professionale ma volendo anche, grazie a una didattica molto professionale e orientata sia al cinema che al teatro. Per la parte teatrale la nostra docente è l’attrice Paola Baldini e per quella cinematografica il regista Domenico Ciolfi. Nello staff ci sono anche la cantante Valentina Cortesi e la logopedista Sara Zecchini. Una novità che introduciamo quest’anno sono le masterclass che prevediamo con grande professionisti come Tommaso Ragno, Elena Bucci, Sonia Bergamasco e Lucia Vasini. Loro potranno non solo insegnare, ma anche raccontare ai ragazzi i dettagli di carriere di grande livello. Quella cosa che Ivano erano troppo umile per raccontare. E dire che ogni suo ruolo, anche quelli più piccoli nel cinema, è stato memorabile, perché era sempre molto espressivo, caratterizzava ogni personaggio. Tant’è che se ne sono accorti anche all’estero…».
La modalità delle lezioni?
«Quella non cambia in modo sostanziale. A metà ottobre ci saranno le audizioni; agli aspiranti viene chiesto, fra le altre cose, di prepararsi un monologo a memoria, così capiamo subito le esperienze e le predisposizioni. La didattica si terrà nei weekend, come in passato, e in primavera faremo uno spettacolo, un mix di prosa e cinema. Le accademie di solito non lo fanno, ma secondo Ivano era un premio e un’esperienza necessaria».  La Compagnia del Baccano in fondo è nata così.
«Sì, dallo spettacolo di fine anno ma anche dal semplice fatto che erano e sono ragazzi capaci e affiatati. Nudi, il primo spettacolo che ha ancora la regia di Ivano, è molto piaciuto e i ragazzi lavorano a qualcosa di nuovo. Le piccole compagnie, specie se giovani, hanno difficoltà a portare in giro le loro cose, perché in genere le programmazioni teatrali sono molto istituzionali, a volte sembrano proprio mancare i luoghi dove proporre spettacoli di compagnie giovani. Non nascondo che ci piacerebbe creare proprio una rassegna nella quale accogliere nuove compagnie. Questo completerebbe l’ultimo sogno di Ivano, il suo modo per ‘dare’ agli altri tutto quello che poteva».
Le iniziative dopo la morte di Marescotti, come le proiezioni dei suoi spettacoli dialettali a Villanova, hanno avuto un’eco francamente inattesa, pur tenendo conto di quanto lui fosse amato. Ha sorpreso anche voi?
«Il calore, in effetti, è stato grande. E devo dire che non ho mai avuto dubbi sul fatto che l’omaggio migliore a Ivano fosse con spettacoli dialettali, con i quali ricordare anche il genio di Raffaello Baldini, che proprio su di lui costruì tre monologhi. Ho scoperto che tante persone non avevano mai visto Zitti Tutti e gli altri lavori. Sono cose che andrebbero meglio divulgate e mi adopererò in questo senso. Il lavoro di Ivano sul dialetto si è impresso su tante persone. Il monologo sulla Romagna mi viene citato di continuo, ha fatto una gran presa sull’immaginario di tantissimi».
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