Assemblea di Confindustria Romagna, il presidente Bozzi: alluvione, il Governo batta un colpo, poche risorse stanziate

Romagna | 07 Luglio 2023 Economia
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“Grazie alla meravigliosa reazione della comunità romagnola che non si è persa d’animo: tutti – imprenditori, cittadini – si sono rimboccati le maniche e sin da subito hanno messo il loro impegno al servizio della ripartenza - sottolinea il presidente di Confindustria Romagna Bozzi durante l’assemblea annuale tenuta a a Rimini -. Nessuno si è pianto addosso: questa terra è fatta così, i Romagnoli sono fatti così. La Romagna è ripartita. I danni sono enormi, devastanti. Li stiamo ancora contando. Sarebbe grave pensare che i danni siano meno gravi di quello che sono proprio a causa della straordinaria capacità di resilienza dei Romagnoli. 15 vittime, 36mila sfollati, 800 persone tratte in salvo dagli elicotteri, 70 mila case alluvionate, oltre mille frane, 800 strade interrotte, centinaia e centinaia di imprese colpite. 2 miliardi di interventi urgenti per mettere sicurezza il territorio, altri 7 miliardi di investimenti per rendere il nostro territorio più sicuro ed attrattivo agli occhi di tutti gli stakeholder. Questo è il lascito delle alluvioni di maggio. E qui voglio ringraziare la protezione civile, le forze dell’ordine, l’esercito italiano, i tecnici per i soccorsi per la forza, fisica e morale, con cui hanno salvato il salvabile. Le alluvioni ci hanno lasciato uno spettacolo straordinario di migliaia di braccia dei volontari, la solidarietà tra le imprese, l’umanità ed il buonsenso di chi ha sacrificato le proprietà per il bene comune. La fierezza della Romagna e “Romagna mia” hanno fatto il giro del mondo, dimostrando ciò che i romagnoli e gli italiano sono: un vero popolo unito, solidale, ricco di umanità e cuore. Ne siamo orgogliosi. La ripartenza delle imprese sinora è avvenuta perché noi imprenditori ci siamo rimboccati le maniche e, insieme ai nostri collaboratori, abbiamo messo le nostre aziende in condizione di tornare a produrre: pulire le aziende dal fango, asciugare i macchinari, riorganizzare la logistica in base alle necessità delle risorse umane, rimaste senza casa, senza auto. Ripartire lavorando 24 ore su 24 per non perdere clienti e mercati, che come tutti sappiamo, non aspettano… Ora, Lo Stato, deve battere un colpo. Ringraziamo il Governo per il DL Alluvioni, anche se presenta lacune importanti che speriamo di poter colmare in sede di conversione; grazie alla Presidente del Consiglio, ai Ministri, alla von der Leyen e tutti coloro che sono venuti a portarci la loro solidarietà. Ringraziamo gli Amministratori locali che hanno gestito l’emergenza in modo encomiabile. Nei giorni scorsi il Governo ha indicato nel Generale Figliuolo il Commissario alla Ricostruzione. Un nome al di sopra di ogni possibile polemica. Incontestabile, per quello che ha saputo fare nella gestione della pandemia. Lo ringraziamo per essere già venuto in Emilia-Romagna lunedì scorso, per aver incontrato Istituzioni e Parti Sociali prima ancora di essere nominato ufficialmente. Lo abbiamo invitato anche a partecipare e questa Assemblea per testimoniargli l’attesa e la vicinanza delle imprese e della gente di Romagna: lo abbiamo fatto pur sapendo che ben difficilmente avrebbe potuto accettare l’invito. Rendo esplicito il mio apprezzamento per la scelta di Figliuolo e per quello che sarà in grado di fare. Ma nessuno può fare miracoli senza le risorse necessarie. E senza le necessarie risorse non può esserci alcun investimento per il futuro della nostra Romagna. È necessario che gli interventi che verranno messi in campo siano in grado di dare sufficiente sicurezza a tutto il territorio; che ci aiutino a trovarci pronti davanti ad eventi climatici intensi. È venuta giù una quantità straordinaria di acqua. È vero. Ma lo è altrettanto che gli argini non possono sciogliersi come neve al sole. Che non sia possibile rimuovere un albero. Che non possano essere eliminate le tane delle nutrie… Non possiamo controllare gli eventi atmosferici, ma dobbiamo prepararci e imparare a gestirne le conseguenze. In passato, abbiamo dimostrato di saperlo fare. Come ha ben spiegato il sindaco di Ravenna, a maggio l’ingegno del passato ha evitato una catastrofe che avrebbe potuto essere ben peggiore. Ora, sta a noi mettere al sicuro il futuro delle prossime generazioni. Così come per la crisi energetica, occorrono immediatamente misure strutturali e straordinarie, con le relative deroghe che l’urgenza e la gravità della situazione impongono. Subito, adesso. Questa è una terra dove il rigassificatore è stato approvato in 120 giorni: la comunità e le istituzioni, le forze politiche, la classe dirigente tutta, hanno dimostrato di sapersi prendere le proprie responsabilità e di saper far presto. Ecco: serve esattamente lo stesso spirito, la stessa capacità di reazione. La stessa visione. Perché la ricostruzione non può attendere anni. Sappiamo che eventi estremi simili possono ripetersi, e non dobbiamo farci cogliere impreparati. Prima della prossima alluvione servono le opere. Non solo il ripristino di quanto è andato distrutto, pure indispensabile, ma opere nuove. Il territorio va ripensato, ricostruito, ridisegnato. Come qualcuno ha giustamente osservato, andranno aggiornate le carte geografiche. Questo cambiamento resterà nei libri di scuola. Le colline si sono liquefatte. Di fronte a necessità così grandi ed urgenti, non posso non constatare come la nomina di un commissario abbia richiesto troppo tempo. Oltre a nominare il Commissario, il Governo ha definito in queste ore lo stanziamento delle risorse necessarie per sostenere i ristori e gli investimenti. Risultano stanziati circa 2.5 miliardi in 3 anni. Una cifra oggettivamente lontana dalle prime stime effettuate per garantire tutti gli indennizzi e la ricostruzione. In particolare, per il 2023 ci sarebbe poco meno di un miliardo, per il 2024 altri 750 milioni: cifre oggettivamente distanti anche solo dal miliardo e ottocento milioni stimati come necessario per far fronte agli interventi di somma urgenza, cui si sommano i 500 milioni necessari per i primi indennizzi alle imprese. Malgrado ciò, riconosciamo al Governo che siamo di fronte a quelle decisioni concrete tante volte rivendicate in queste ultime settimane: perché era importante cominciare a stanziare le risorse necessarie ad affrontare gli investimenti. L’importante era partire, siamo certi che dopo questo inizio arriverà tutto quanto sarà realmente indispensabile per ristorare cittadini ed imprese da un lato e dall’altro avviare gli investimenti, con l’obiettivo che i nuovi interventi siano in grado supportare eventi eccezionali, che così tanto eccezionali oramai non sono più. Vogliamo credere alle Istituzioni, centrali e locali, nella comune convinzione che sia interesse di tutti che la Romagna torni prima possibile ad essere la Romagna mia, anzi la Romagna nostra, bella e vivibile, che tutti hanno nel loro immaginario. Vogliamo credere che non si sia puntato su un eccezionale servitore dello Stato quale il Generale Figliuolo per lasciarlo poi senza le risorse necessarie per completare il suo lavoro. L’idea del Governo di incardinare questo intervento in un disegno organico che disciplini gli interventi di ricostruzione a valle di eventi straordinari è ovviamente condivisibile, ma la scelta del disegno di legge ci preoccupa per i tempi biblici che comporta. Bisogna trasformare tutto in decreti legge, unico strumento in mano all’esecutivo che permette, velocizzando i tempi, di avere in mano le risorse economiche necessarie. Ora bisogna procedere senza indugi. È il tempo dell’azione. Perché dobbiamo sfuggire al rischio della desertificazione delle nostre meravigliose colline. Perché dobbiamo evitare che si faccia strada l’idea che la Romagna sia troppo pericolosa per attrarre talenti e nuove idee di impresa. Sino a qualche settimana fa sostenevamo che lo stile di vita romagnolo era un fattore competitivo per attrarre talenti, per attrarre imprese. Un fattore per giocare la nostra partita nel mercato globale con qualche chance di successo. L’idea vincente che dobbiamo far tornare nella testa delle persone è lo stile di vita romagnolo. La Romagna è una terra bella e sicura dove si vive bene, piena di uomini e donne che hanno voglia di lavorare senza perdere il gusto di vivere la vita…Romagna mia, tu sei la stella…dice una nota canzone. Come imprenditori e imprenditrici per natura guardiamo avanti, e cerchiamo il risvolto positivo in ogni avversità: quello che è accaduto ha ricordato il grande cuore della Romagna, un’ondata di solidarietà ed energia che ha saldato la tempra e le radici identitarie di questa terra. La Romagna metropolitana, la Romagna geografica è sempre stata la nostra prospettiva logica e naturale: rivendico a Confindustria Romagna il merito di averlo cominciato a dire per prima molti anni fa, e oggi è l’occasione per ribadirlo.
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