Angelini (Ausl Romagna): «Migliaia di casi al giorno, ma i ricoverati sono poco più della metà di anno scorso»
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Federica Ferruzzi - «La situazione non si era mai vista in queste condizioni, si ragiona ormai in migliaia e non più in centinaia di casi al giorno». A parlare è Raffaella Angelini, direttrice del dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl Romagna che, ormai da due anni, segue quotidianamente la situazione legata alla pandemia. «Abbiamo un’incidenza di casi pari a mille per centomila abitanti ogni settimana. Si tratta di numeri inimmaginabili fino a qualche tempo fa, ma per fortuna la copertura della vaccinazione sta dando risultati, per cui pur avendo casi dieci volte superiori a quelli che avevamo l’anno scorso, ora abbiamo un numero di ricoverati in ospedale pari a poco più della metà. Questo vuole dire che il meccanismo della protezione della popolazione tramite la vaccinazione funziona, ma aumentando i casi aumenterà proporzionalmente anche il numero di persone che necessitano di essere ricoverate, e questo ovviamente può creare problemi perchè anche gli operatori sanitari si ammalano. La situazione ospedaliera può essere aggravata, quindi, da operatori positivi e da ricoveri, ma almeno la situazione non è critica».
Sul fronte vaccini le ultime strette hanno indotto nuove persone ad iniziare il ciclo vaccinale?
«Noi registriamo tutti i giorni persone che vengono a vaccinarsi per la prima volta, ma non c’è una vera e propria corsa al vaccino. Ancora non si vede un movimento massiccio, ma almeno tutti i giorni abbiamo richieste per una prima dose. Ad oggi il numero di persone non vaccinate in Romagna sopra i 50 anni, e quindi soggetta all’obbligo, ammonta a 36 mila, il che significa che ce ne sono ancora parecchie. Queste persone possono accedere senza prenotazione alla vaccinazione e questo rende più facile presentarsi, ma non c’è stata una corsa, ancora non s’è vista. Chiaramente continuiamo a ribadire che la strada per uscire dalla pandemia è la vaccinazione: chi è indeciso deve riflettere bene sulla scelta che sta facendo, perchè al di là dell’obbligo e delle limitazioni c’è sempre il problema delle forme gravi. Noi questa malattia la vediamo cosi perchè l’85% della popolazione è vaccinata, non perchè la malattia sia più semplice».
Come stanno procedendo le vaccinazioni tra i 5 e gli 11 anni?
«La campagna sta procedendo bene, abbiamo un’ampia offerta che per adesso è satura, il che vuole dire che i bambini continuano a venire. E’ questa la strada per essere più liberi e continuare la scuola in presenza. I bambini e i ragazzi hanno pagato un caro prezzo legato alla chiusura delle scuole e alle situazioni di isolamento che hanno dovuto vivere e il vaccino è l’unica strad