Andrea Malucelli del Cinedream tra la brusca chiusura dei cinema e le prospettive

Romagna | 02 Novembre 2020 Cultura
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«Noi ci atterremo al Dpcm e chiuderemo, giustamente la salute va messa davanti a tutto. La scelta di chiudere i cinema fa parte sicuramente di quel generale disincentivo generale a uscire di casa a cui punta il Governo. In un certo senso siamo finiti nel mucchio, perché comunque ribadiamo la grande sicurezza delle nostre sale». Non ha alcuna intenzione di fare polemiche Andrea Malucelli, amministratore del Cinedream di Faenza, nonché presidente regionale dell’Agis, che naturalmente sostiene le posizioni espressa dal suo ente di categoria - in particolare sul rispetto dei protocolli e la sicurezza dei cinema -, ma si atterrà (e si è attenuto nei giorni scorsi) al decreto che impone la chiusura dei cinema fino al 24 novembre. «Qualche inasprimento delle misure ce lo aspettavamo - dice Malucelli -, ma pensavamo a chiusure anticipate».
Sul modello lombardo della settimana scorsa?
«Sì, in Lombardia c’è già il coprifuoco. Ultimo spettacolo alle 21 e possibilità di rientro a casa mostrando il biglietto alle forze dell’ordine. Sono le misure che tuttora vigono, per i cinema, in altri stati europei dove la curva del contagio è peggiore della nostra».
Viene messa in discussione la sicurezza delle sale?
«Sotto questo aspetto il decreto ha una sua ambiguità, ma francamente il cinema non merita questi dubbi. Ci sono studi internazionali lo affermano la sicurezza delle sale, dove i casi di contagio sono autentiche rarità. Si tiene la mascherina e ci sono volumi e ricambi d’aria importanti, il contagio è scongiurato sul nascere. Devo poi dire che anche il pubblico contribuisce alla sicurezza. Ho sempre visto attenzione e responsabilità da parte di tutti».
Questa volta si sono levate proteste molto più generalizzate del solito, con un sostegno al mondo culturale che, probabilmente, in passato non c’era stato, almeno in questa misura. Secondo lei perché?
«La gente fatica a capire come mai vengano chiuse strutture sicure, lasciandone aperte di meno sicure. L’impressione che hanno in molti è che nel settore dei trasporti ci siano i rischi più grandi».
Cosa sapete delle compensazioni?
«Ci hanno assicurato aiuti specifici per la categoria. I ministri sanno bene che non si possono perdere presidi culturali come cinema e teatri, che anzi vanno sostenuti con la possibilità di riaprire in sicurezza. Ma gli aiuti serviranno almeno per un anno».
Come sono andate le precedenti?
«Gli aiuti di marzo e aprile stanno arrivando adesso. Non sono sufficienti ma comunque sono importanti per andare avanti. Poi abbiamo avuto la cassa integrazione per tutti i dipendenti».
Prevedete iniziative di settore?
«L’Agis ha già ribadito la sicurezza delle sale a livello nazionale e non andremo oltre. In Emilia Romagna, poi, devo dire che il tavolo di settore con l’assessore Filicori è sempre aperto. Qui si lavora e di discute molto bene, c’è sensibilità nei nostri confronti».
Il settore era comunque già in difficoltà, anche per via della latitanza dei blockbuster americani…
«La pandemia negli Stati Uniti ovviamente ha bloccato i film, ma devo dire che Tenet e After 2 sono andati bene. Finché i film vengono rimandati, ma restano nel mercato del cinema, non è un grosso problema. Ovviamente mi piacciono meno le scelte che ha fatto Disney, di distribuire in streaming Mulan e Soul. Ad ogni modo sono certo che sono legate alla contingenza emergenziale e a qualche difficoltà di Disney Plus, non sembra una scelta strutturale, anche perché gli altri film andranno in sala. In Cina e Giappone, dove la morsa epidemica si è allentata, nelle scorse settimane sono usciti film già record di incassi, e questo fa ben sperare. In Italia il cinema è difficoltò dal 24 febbraio e ne avremo almeno per altri 6-8 mesi. Realisticamente, la luce la vedremo davvero nel settembre prossimo». (f.sav.)
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