Ambiente, l’ambasciatore all'Unesco, Liborio Stellino chiude sulla cava: «Nessuna ulteriore proroga per continuare l’attività estrattiva»

Romagna | 21 Settembre 2023 Cronaca
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Riccardo Isola - Il grande risultato del riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità Unesco della Vena del Gesso, e delle altre 900 grotte, di cui solo 5 sono visitabili da turisti, e solo con guide a pagamento, viene salutato da più parti come «un grande volano di sviluppo territoriale futuro per il territorio». Dal turismo alle azioni di tutela del sistema naturale legato alla formazione gessosa che da Reggio Emilia arriva fino al riminese adesso si aprono importanti direzioni di sviluppo. Ma c’è sempre l’incognita legata alla cava di Monte Tondo. Attività estrattiva che interessa direttamente i territori di Casola Valsenio e Riolo Terme e che dà lavoro a circa un centinaio di famiglie a cui si deve aggiungere l’indotto diretto e indiretto. Un ambito dell’economia territoriale che avrà gli anni contati. Lo ha ufficialmente dichiarato il rappresentante della delegazione italiana all’Unesco, l’ambasciatore Liborio Stellino che nelle sue risposte alla Commissione internazionale riunita a Riad in Arabia Saudita ha «rassicurato» i colleghi che «il sito oggi attivo per l’estrazione che per alcuni potrebbe minacciare il complesso naturalistico è solo in una piccola parte non nel cuore dell’area e la revisione del piano di estrazione è già stata approvata e ha escluso qualsiasi ampliamento del quorum dei parametri e lo sfruttamento è+ limitato esclusivamente agli importi limitati già concessi in licenza». Sempre per Stellino, inoltre, «gli anni potranno essere anche meno dei dieci concessi come massimo e solo limitati alle quantità già stabilite. In più - prosegue nell’intervento finale -  il ripristino della cava, con i relativi fondi, sono già stati accantonati». Della serie la partita è chiusa. Da Casola Valsenio la risposta non si è fatta attendere. Il sindaco Giorgio Sagrini, infatti, pur riconoscendo come questo sia un «risultato importante che premia e rende onore a un patrimonio paesaggistico e ambientale unico nel suo genere», dall’altra evidenzia come «contrariamente a quanto strumentalmente e irresponsabilmente sostenuto da componenti ambientaliste nemiche del lavoro, la presenza della cava di Monte Tondo e dell’attività estrattiva non avrebbe pregiudicato l’esito positivo della candidatura». Ma non solo. Il primo cittadino casolano aggiunge come «la presenza di cave e attività estrattive, non aveva infatti impedito il riconoscimento Unesco delle Alpi Apuane e delle Dolomiti dove le cave sono ancora attive. Oltre 140 nelle Alpi Apuane, dove vengono estratte annualmente 1.200.000 tonnellate di marmo e una di 114.000 metri quadrati nelle Dolomiti, ai piedi della Marmolada, dove è autorizzata l’estrazione annuale fino a 200mila metri cubi di materiali». Adesso il confronto operativo si sposta di nuovo in regione dove, a ottobre, si dovrà approvare il piano territoriale. Altro nodo difficile che vede fortemente contrari agricoltori, alcuni amministratori dei territori interessati, operai, e impresa interessata al sito estrattivo e lavorativo del gesso (la Saint Gobain ndr). Per questo, se ne sentiranno sicuramente delle belle.  

Le tappe dell’iter della candidatura, non tutto è andato sempre liscio

2016 - Tutto nasce da qui quando la Federazione Speleologica Regionale decide di provare a ottenere dall’Unesco la qualifica di «World Heritage».
2018 - A gennaio avviene l’iscrizione del sito «Grotte e carsismo evaporitico dell’Emilia-Romagna» nella «Tentative List» della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco.
2018 – Agosto nomina del Comitato tecnico scientifico per la candidatura
2019 - Settembre i Comuni e l’Unione approvano la prima stesura del protocollo d’intesa per la candidatura con perimetro identificato solo con il Parco e non l’area della cava (10 ettari).
2021 – Luglio esce lo studio della Servin con cartografie in cui il confine non coincide con la cava. Settembre il comitato scientifico modifica il confine della candidatura facendolo coincidere con quello del Piae 2001 quindi anche con la parte interessata dall’area di proprietà della Saint Gobain. Novembre i Comuni approvano una nuova delibera pre presentazione della candidatura con camnbiamneti non comunicati ufficialmente. Questo crea un forte attrito e una lunga discussione sul territorio.
2022 - La proposta e il relativo dossier inviate al ministero della Transizione ecologica. Approvata la candidatura. Novembre visita dei commissari sul territorio emiliano romagnolo.
2023 - L’iter si conclude il 19 settembre con il pronunciamento, in favore del riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità, dal comitato internazionale Unesco.
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