Alluvione: «va migliorata la sicurezza idraulica del territorio». Parla Paola Silvagni, dir. tecnico del Consorzio di bonifica della Romagna occidentale

Romagna | 25 Maggio 2024 Cronaca
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Durante le alluvioni del 2023, anche il carico di lavoro che ha gravato su personale e mezzi del Consorzio di Bonifica della Romagna occidentale è stato enorme. La rete scolante è stata invasa dal fango e dai detriti che hanno distrutto parte delle strutture e degli impianti irrigui. Abbiamo fatto il punto con il direttore tecnico del Consorzio, ing. Paola Silvagni. «L’acqua ha invaso il reticolo di bonifica con volumi decisamente più importanti rispetto a quelli che la struttura è in grado di smaltire: se consideriamo che 100mm ci mettono già in allarme, per dare un’idea dell’evento, è come se ne fossero riversati ben 900mm. Facendosi carico di volumi d’acqua provenienti da fiumi e, quindi, fuori portata, la rete ha subìto danni quali rotture arginali ed erosioni sui quali siamo intervenuti nell’immediatezza degli eventi calamitosi per dare continuità alla rete di bonifica, unica in grado di smaltire le acque verso il ricettore finale che è il mare. La rete idrografica naturale di fiumi e torrenti, gestita dalla Regione non poteva, infatti, garantire l’allontanamento a mare delle acque. Il Consorzio si è esposto, nella fase di massima urgenza, per 5 milioni di euro poi rientrati grazie ai 90 milioni che sono arrivati dalla struttura commissariale per sistemare i danni come frane, crepe e franamenti degli argini che per giorni erano stati sollecitati, erosioni e rotture arginali. Oggi siamo a buon punto con i lavori: gli impianti che erano ripartiti in maniera temporanea, ora sono stati riportati a pieno esercizio e siamo ad un 40% dei lavori sulla rete di bonifica». Ai lavori da fare con la massima urgenza si sono sommati quelli per il recupero della funzionalità del sistema di reticolo di canali artificiali, delle strutture di irrigazione. «Chiaro che un argine rotto sia da sistemare subito, ma una criticità su un intero canale necessita di una progettazione precisa per poter intervenire in maniera appropriata. Oggi che abbiamo un’ampia visione di insieme, data anche da un’importante campagna di rilievi fatta con moderne tecnologie, stiamo progettando i prossimi interventi e decidendo su quali parti intervenire in un territorio fragile come il nostro dove l’alluvione ha evidenziato anche problematiche già note». Il Consorzio sta collaborando con la Regione per il ripristino delle condizioni di sicurezza dei rii che si sviluppano nelle zone collinari e montane che meritano particolare attenzione ed è stato individuato come ente destinatario dei fondi della struttura commissariale per migliorare la sicurezza idraulica del territorio con opere di bonifica ad hoc. «A fine giugno dovrà uscire il documento base dei piani speciali e da lì dovrà partire l’elenco delle opere da realizzare. Come distretto di pianura abbiamo segnalato la necessità di realizzare 3 casse di laminazione, opere che non sono candidabili come Pnrr avendo tempi di realizzazione più lunghi rispetto alle scadenze imposte dai bandi del Piano. Come Pnrr, però, ci sono stati finanziati, con 3 bandi, lavori per 60 milioni per opere irrigue e di bonifica a Bagnacavallo e altri lavori a Massalombarda, Imola e Conselice per 15+15 milioni, opere già aggiudicate e per le quali stanno iniziando i cantieri per l’esecuzione». (m.c)
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