Alluvione un anno dopo: «Rimbosi, accolte poche richieste». Parla Marcello Arfelli del comitato alluvionati Borgo-Sarna Faenza
![alluvione-un-anno-dopo-rimbosi-accolte-poche-richieste.-parla-marcello-arfelli-del-comitato-alluvionati-borgo-sarna-faenza](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1715782003_faenza-alluvione.jpg&w=420&h=248)
Incertezza sul rimborso dei beni
mobili, una richiesta, non esaudita,
di sempli cazione della procedura
per ottenere i rimborsi tramite la
piattaforma S nge, tanti paletti rigidi
nell’iter burocratico ed un’intransigenza
quasi irritante. Marcello
Arfelli del Comitato alluvionati
Borgo-Sarna di Faenza è ormai
certo che S nge non sia adatta alla
situazione degli alluvionati e che
sia stata concepita più per danni
da terremoto. «La procedura per
richiedere i ristori è farraginosa ed
arriva a dissuadere il cittadino dal
presentare domanda di rimborso.
Se stimiamo che sarebbero potute
arrivare circa 60 mila richieste,
sappiamo che in Regione ne sono
arrivate circa 2 mila e solo un centinaio
sono passate ai Comuni. La
richiesta dev’essere corredata da
una perizia tecnica che attesti il
nesso di causalità tra i danni subìti
e l’alluvione del maggio 2023, ma
i tecnici davvero competenti sulla
materia sono pochi e gli altri si fanno
pagare una parcella rapportata
alla di coltà della perizia, un importo
che supera il rimborso previsto.
Per questo chi ha avuto danni
limitati, “solo” garages e cantina allegati
è più orientato a ristrutturare
in nero chiedendo uno sconto alla
ditta piuttosto che in larsi in un
iter burocratico complesso. Come
detto, la perizia non è semplice e, in
primis deve accertare che l’immobile
sia in regola al 100%, cosa che
richiede una certa mole di lavoro
per i controlli presso gli archivi del
comune per veri care permessi e
licenze e per il sopralluogo che accerti
la conformità dell’intera casa.
E’ ormai accertato che il 90% degli
immobili italiani non sono abusivi,
ma hanno piccole di ormità- basta
una nestra da 102cm invece che
105cm- che se nel mondo dell’edilizia
sono sempre state tollerate, oggi
per accedere alla piattaforma S nge
richiederebbero una sanatoria.
Così, chi aveva qualche risparmio
da parte non s’è imbarcato in un’avventura
dal risultato ignoto, ma ha
proceduto autonomamente alla risistemazione
del proprio immobile
sfruttando altre possibilità come le
agevolazioni scali correlate alle
ristrutturazioni edilizie. Come comitati,
avevamo chiesto alla struttura
commissariale una procedura
sempli cata per danni no a 20
mila euro per le famiglie e 40 mila
euro per le aziende che avrebbe
risparmiato il 50% delle perizie e
soddisfatto velocemente i cittadini
alluvionati con un rimborso rapido
a fronte di una fattura, ma non ci è
stata concessa sottolineando come
lo Stato non potesse rimborsare chi
non era in regola. Il sospetto che
serpeggia è che non ci sia la volontà
di rimborsarci: non si è lavorato
con il buon senso, ogni Ministero
ha messo sul tavolo la propria idea
e ne è nata una procedura troppo
complessa». Amarezza anche per
il mancato rimborso dei beni mobili.
«Sono passati 5 mesi dall’emendamento
sulla Finanziaria di
ne anno, ma la nostra proposta di
concedere un forfait di 2500 euro a
stanza e 5 mila euro per la cucina
con un massimo rimborsabile no
a 15 mila euro non è stata accolta.
Completamente esclusi dai rimborsi
anche gli inquilini, visto che
il contributo di sostegno immediato
è stato studiato per i proprietari,
una scelta che troviamo eticamente
ingiusta». (m.c)