Alluvione un anno dopo: «Rimbosi, accolte poche richieste». Parla Marcello Arfelli del comitato alluvionati Borgo-Sarna Faenza

Romagna | 17 Maggio 2024 Cronaca nera
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Incertezza sul rimborso dei beni mobili, una richiesta, non esaudita, di sempli cazione della procedura per ottenere i rimborsi tramite la piattaforma S nge, tanti paletti rigidi nell’iter burocratico ed un’intransigenza quasi irritante. Marcello Arfelli del Comitato alluvionati Borgo-Sarna di Faenza è ormai certo che S nge non sia adatta alla situazione degli alluvionati e che sia stata concepita più per danni da terremoto. «La procedura per richiedere i ristori è farraginosa ed arriva a dissuadere il cittadino dal presentare domanda di rimborso. Se stimiamo che sarebbero potute arrivare circa 60 mila richieste, sappiamo che in Regione ne sono arrivate circa 2 mila e solo un centinaio sono passate ai Comuni. La richiesta dev’essere corredata da una perizia tecnica che attesti il nesso di causalità tra i danni subìti e l’alluvione del maggio 2023, ma i tecnici davvero competenti sulla materia sono pochi e gli altri si fanno pagare una parcella rapportata alla di coltà della perizia, un importo che supera il rimborso previsto. Per questo chi ha avuto danni limitati, “solo” garages e cantina allegati è più orientato a ristrutturare in nero chiedendo uno sconto alla ditta piuttosto che in larsi in un iter burocratico complesso. Come detto, la perizia non è semplice e, in primis deve accertare che l’immobile sia in regola al 100%, cosa che richiede una certa mole di lavoro per i controlli presso gli archivi del comune per veri care permessi e licenze e per il sopralluogo che accerti la conformità dell’intera casa. E’ ormai accertato che il 90% degli immobili italiani non sono abusivi, ma hanno piccole di ormità- basta una  nestra da 102cm invece che 105cm- che se nel mondo dell’edilizia sono sempre state tollerate, oggi per accedere alla piattaforma S nge richiederebbero una sanatoria. Così, chi aveva qualche risparmio da parte non s’è imbarcato in un’avventura dal risultato ignoto, ma ha proceduto autonomamente alla risistemazione del proprio immobile sfruttando altre possibilità come le agevolazioni  scali correlate alle ristrutturazioni edilizie. Come comitati, avevamo chiesto alla struttura commissariale una procedura sempli cata per danni  no a 20 mila euro per le famiglie e 40 mila euro per le aziende che avrebbe risparmiato il 50% delle perizie e soddisfatto velocemente i cittadini alluvionati con un rimborso rapido a fronte di una fattura, ma non ci è stata concessa sottolineando come lo Stato non potesse rimborsare chi non era in regola. Il sospetto che serpeggia è che non ci sia la volontà di rimborsarci: non si è lavorato con il buon senso, ogni Ministero ha messo sul tavolo la propria idea e ne è nata una procedura troppo complessa». Amarezza anche per il mancato rimborso dei beni mobili. «Sono passati 5 mesi dall’emendamento sulla Finanziaria di  ne anno, ma la nostra proposta di concedere un forfait di 2500 euro a stanza e 5 mila euro per la cucina con un massimo rimborsabile  no a 15 mila euro non è stata accolta. Completamente esclusi dai rimborsi anche gli inquilini, visto che il contributo di sostegno immediato è stato studiato per i proprietari, una scelta che troviamo eticamente ingiusta». (m.c)
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