Alluvione un anno dopo: a Sant'Agata sul Santerno i siti culturali sono ancora danneggiati
«Partiamo da un dato chiaro: il nostro è l’unico Comune che abbia avuto l’intero patrimonio pubblico danneggiato». È evidente, stanti le parole di Enea Emiliani, primo cittadino di Sant’Agata, che nella città sul Santerno ogni sito di importanza socio-culturale abbia subìto dei danni. Quello di cui si è parlato di più è la Cà di Cuntadén, di fatto il centro sociale – poi trasferitosi per le attività nella sala della Comunità della parrocchia – ospitato nella «Casa dei contadini» di proprietà comunale, all’interno della quale hanno sede diverse associazioni e la scuola di musica. Praticamente qui è andato tutto distrutto, e lo stesso vale per la biblioteca Ricci Garotti, interamente al piano terra. «Entrambe sono “in mano” alla Struttura commissariale - dice Emiliani -, ma per il momento non ci sono state né perizie ufficiali, né progetti né stanziamento di risorse. Non abbiamo, insomma, alcuna tempistica cerca per lavori di grande importanza. La Casa dei contadini appena possibile diventerò sede degli uffici comunali che oggi occupano una parte delle scuole, perché la completa ristrutturazione del municipio sarà ancora più lunga, visto che si intreccia con un progetto di messa a norma sismica. Ma il problema numero 1 non sono neanche i soldi - sottolinea il sindaco - quanto il personale. Un Comune danneggiato per tutto il patrimonio è esso stesso un soggetto alluvionato e in questi mesi noi abbiamo anche impegnato il personale a raccogliere i moduli per i risarcimenti dei cittadini alluvionati, che ovviamente a Sant’Agata sono moltissimi. Ne ho parlato personalmente a Figliuolo: per l’Emilia Romagna alluvionata sono previste 216 persone ma la burocrazia sta complicando queste assunzioni, che comunque sarebbero a tempo determinato e di persone tutte da formare. Occorrevano unità esterne, che per ora si sono viste in misura assolutamente non sufficiente alle nostre esigenze».