Alluvione un anno dopo: a Lugo la palazzina Ausl di viale Masi sarà pronta entro l’autunno

Romagna | 13 Maggio 2024 Cronaca
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Federico Savini
L’impatto dell’alluvione del maggio scorso sul sistema sanitario della Bassa Romagna sarebbe potuto essere assolutamente drammatico, soprattutto se pensiamo alla fragilità dei pazienti ospitati presso le grandi strutture del lughese (l’ospedale Umberto I, ovviamente, e nel privato Villa Maria, vedi box), ma i danni che nel settore pubblico hanno interessato soprattutto gli uffici di viale Masi 22 - è dunque non i pazienti - sono stati comunque ingenti. Tanto che il loro impatto si misura in mesi, durante i quali i servizi sono stati dislocati altrove (per la gran parte all’ospedale) e la palazzina che ospitava il Cup è tuttora interessata dai lavori di ristrutturazione, anche se si prevede un ritorno alla normalità entro l’anno.
Il ricordo dei giorni peggiori è ancora vivido nelle parole di Federica Boschi, direttrice del Distretto Sanitario di Lugo. «La priorità assoluta delle prime fasi dell’alluvione era quella di concentrarsi sulla messa in sicurezza delle persone, e in particolare sull’evacuazione delle persone fragili - ricorda la direttrice -. Questo complesso lavoro è stato fatto in stretta collaborazione con i Servizi Sociali dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, le cure primarie, la direzione infermieristica e le articolazioni aziendali che si occupano di emergenza/urgenza, come il 118 e il Pronto Soccorso, insieme a tutti gli attori istituzionali deputati a gestire l’eccezionale evento alluvionale. Complessivamente, nel Distretto sono state accolte nelle strutture temporanee allestite dai Comuni in collaborazione con la Protezione Civile circa 900 persone, e sono state evacuate 130 persone fragili che sono state ospitate in strutture socio-sanitarie».
C’è stato timore anche per alcuni reparti dell’Umberto I. Quali misure sono state messe in atto? Il “ritorno alla normalità” in ambiente ospedaliero quando c’è stato?
«Nella prima mattina di venerdì 19 maggio, l’avanzamento delle acque, costantemente monitorato, condusse alla decisione di trasferire il Pronto Soccorso di Lugo a scopo cautelativo, spostandolo dal piano terra del padiglione E al piano rialzato del padiglione A. Nella mattinata successiva, accertato che l’avanzare delle acque si era arrestato a pochi metri dell’area ospedaliera ed effettuato un sopralluogo da parte di operatori dell’Ufficio Tecnico aziendale, veniva  confermato che il Pronto Soccorso aveva mantenuto le condizioni di funzionalità strutturale e impiantistica. Pertanto, si autorizzava il rientro presso la sede di pertinenza. Nel primo pomeriggio di sabato 20 maggio è tornato così ad essere operativo presso i propri locali».
Durante la prima fase dell’alluvione, è possibile stimare quanti operatori sanitari del sistema lughese abbiano avuto problemi a recarsi al lavoro a causa dell’alluvione?
«È difficile fare una stima puntuale. Di sicuro l’alluvione ha avuto un duplice impatto sugli operatori: da un lato il personale sanitario residente ha subito in maniera non omogenea l’impatto delle alluvioni (danni ad abitazioni private, automobili, strade interrotte, etc…), dall’altro ha dovuto garantire la continuità del servizio alla popolazione. Posso sicuramente testimoniare che tutti i dipendenti si sono prodigati per raggiungere le sedi e continuare a dare il loro apporto seppur in condizioni logisticamente difficili».
Venendo alla palazzina di viale Masi, cos’è stato danneggiato e com’è proseguita l’attività del centro nel primo periodo post alluvionale?
«I danni dell’edificio di viale Masi 22 sono stati ingenti. In particolare, la copiosa presenza di acqua e fango nel piano seminterrato ha determinato il danneggiamento dell’impianto elettrico e la rete dati della struttura. Pertanto è stato necessario ricollocare tutti i servizi ivi presenti. Il trasferimento si è svolto nei giorni immediatamente successivi e i servizi hanno ripreso la loro normale funzionalità, nelle nuove sedi, dal 24 maggio. Quanto alle sedi temporanee, nel presidio ospedaliero di Lugo sono stati ricollocati Cup e Ufficio Cartelle Cliniche/Libera Professione (palazzina N), il servizio Assistenza Domiciliare, il nucleo Continuità Ospedale Territorio e gli ambulatori di Psicologia (padiglione C), l’Home Care e l’ufficio Protesi (padiglione F), il Consultorio Familiare (padiglione A), la direzione Distretto e gli uffici amministrativi socio-sanitari (Padiglione L). Il servizio di Odontoiatria è stato invece accorpato agli ambulatori già presenti nelle Case della Comunità di Massa Lombarda ed Alfonsine».
Ci sarà un completo ritorno di questi spazi alla situazione pre-alluvionale o cambierà qualcosa in modo strutturale?
«Nella palazzina di viale Masi stanno procedendo i lavori di ristrutturazione. Sostanzialmente tutti i servizi verranno ricollocati in maniera graduale nelle sedi originarie a partire dal prossimo mese; si prevede di completare il trasferimento entro settembre 2024, al netto dei complessi lavori di ripristino anche dell’ascensore».
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