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Quarantotto milioni di danni diretti già stimati solo nel comprensorio ravennate — da Conselice fino a Cervia — e decine di altri ancora da accertare nelle altre province romagnole, soprattutto tra il cesenate e il forlivese. Tra questi prevalgono quelli al comparto agricolo ormai in ginocchio in tutte le sue filiere, dall’ortofrutta, alle sementi, al settore vitivinicolo, ma non solo.
Legacoop Romagna fa la prima conta dei danni dopo l'alluvione, dove oltre 100 aziende associate hanno subito danni. Una cinquantina di cooperative allagate nella provincia di Ravenna, una trentina a Forlì-Cesena, il resto nel riminese, per un totale di un centinaio di imprese associate a Legacoop Romagna, con un valore della produzione di oltre 5,4 miliardi di euro e 20mila lavoratori. I terreni delle cooperative agricole braccianti, che per metà (6.000 ettari, l’equivalente di 9.000 campi da calcio) sono stati sommersi dalle acque.
"I cooperatori sono realisti e stanno con i piedi per terra come si fa in Romagna - sottolinea Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna -. Noi ci stiamo già rimboccando le maniche, perché qui si fa così, ma questa volta abbiamo bisogno di aiuti reali e rapidi dal Governo, soprattutto per rifondare il settore agricolo e tutto quello che è legato a export e Made in Italy. Le aziende romagnole partono svantaggiate rispetto al costo del lavoro di altre zone del Paese. Sarebbe l’occasione per intervenire fiscalmente. Non basta la sospensione del pagamento dei contributi, bisogna azzerarli per tutto il 2023."
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