Alluvione in Romagna, troppe difficoltà per aziende e periti

Romagna | 17 Febbraio 2024 Cronaca
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Federico Savini
I numeri delle aziende che in provincia di Ravenna hanno per ora inoltrato domande e perizie di risarcimento alla piattaforma Sfinge, attiva da metà novembre e dunque da tre mesi, si potrebbero facilmente contare. E senza aver bisogno di molte mani. Il che è chiaramente indicativo, visto che - per non fare che un esempio - le domande di contributo straordinario alla Camera di Commercio (che pure muove risorse assai minori) nei mesi scorsi sono state più di 1.800, dunque le aziende alluvionate sono tantissime. C’è una preoccupazione palpabile tra i rappresentanti di categoria dell’imprenditoria e del commercio in ultime settimane, perché dai rimborsi dipende il futuro dell’economia della nostra provincia e, più in generale, dell’intero territorio regionale alluvionato.

CNA
«Su 280 aziende associate colpite dall’alluvione, solamente 4 hanno ricevuto le risorse statali e solo perché si tratta di aziende esportatrici. Per le altre ancora non è giunto nulla dal Governo, solo piccole somme da solidarietà ed enti locali». La sintesi dei vertici ravennati della Cna è perentoria e particolarmente eloquente, a 9 mesi dall’alluvione e a pochi giorni dalla lettura che Amadeus ha fatto dal palco di Sanremo della lettera di Michele De Pascale, con la quale il sindaco di Ravenna approfittava dei 70 anni di Romagna mia per lanciare un appello a non dimenticare gli alluvionati di Romagna, che ancora attendono il grosso dei ristori.
Le imprese associate a Cna Ravenna che fino a ora hanno ottenuto risorse statali sono tutte esportatrici, e hanno potuto usufruire di pratiche rapide e semplici, ricevendo nei propri conti correnti 6 milioni e 133 mila euro, anche grazie all’assistenza della stessa Cna.
«Alle imprese non esportatrici non è ancora arrivato nulla - ribadisce Matteo Leoni, presidente di Cna Ravenna -, se non le risorse stanziate dal territorio e tramite la solidarietà: 179 imprese hanno ricevuto 179mila euro dal bando della Camera di Commercio di Ravenna-Ferrara, 280 hanno ricevuto donazioni per 332.612 euro dalla raccolta fondi della Cna, 25 imprese prettamente artigiane hanno beneficiato di 100mila euro dal nostro ente bilaterale Eber. Cifre sicuramente importanti, ma ben lontane dal coprire gli oltre 35 milioni di danni delle aziende del campione analizzato».
«Le imprese cercano di destreggiarsi fra le domande - afferma il Massimo Mazzavillani, direttore generale di Cna Ravenna -, dubbi interpretativi dell’ordinanza, casi frequenti non ben disciplinati e difficoltà a effettuare le perizie, con la spada di Damocle di poter integrare la pratica una sola volta. Per questo si contano sulle dita di una mano le aziende che hanno presentato la pratica, pur riscontrando grande disponibilità da parte della Struttura Commissariale a fornire chiarimenti. Servirebbe un input del Governo per semplificare, oltre alla revisione di alcuni meccanismi di rimborso, come l’obbligo di sottoscrivere un finanziamento e scalare poi le rate con un credito d’imposta».
«Abbiamo alcune pratiche in lavorazione in questo momento - aggiunge Luca Coffari di Cna -, ma le difficoltà sono molteplici e, probabilmente, la cosa migliore sarebbe semplificare le procedure almeno per le aziende che abbisognano di cifre contenute. Allo stato attuale, chiedere un milione di euro o 10mila è identico. Confermo la grande disponibilità della Strutturale Commissariale, ma una semplificazione delle procedure è necessaria, senza contare che i periti, ai quali è richiesto un grande lavoro, talvolta complicato dal fatto che l’alluvione ha compromesso alcuni archivi catastali, non sono tantissimi».

CONFARTIGIANATO
Da Confartigianato, il vice segretario provinciale Antonello Piazza conferma le criticità già esposte, ovvero il fatto che al momento solo le aziende esportatrici hanno goduto dei ristori, che sono frequenti le difficoltà di interpretazione da parte dei periti asseveranti e che a fronte dell’invio delle domande alla Struttura Commissariale le risposte vengano poi valutate da Invitalia, con il rischio che alla fine ci siano differenti vedute tra i due enti. Confartigianato Ravenna sottolinea che, verosimilmente, per i danni superiori a 40mila euro si andrà verso un meccanismo complesso che prevede la generazione di un credito d’imposta a favore dell’azienda danneggiata, che otterrà la liquidazione dei danni subiti da una delle banche che si convenzioneranno in cambio della cessione del credito d’imposta generato.
Inoltre, già a fine gennaio sempre la Confartigianato provinciale di Ravenna aveva inviato una lettera aperta ai parlamentari romagnoli sul tema delle agevolazioni per le imprese alluvionate. Si sottolinea che ad esempio per l’esenzione di 6 mesi sulla Tari la richiesta da parte delle imprese è complicata per vari vincoli, che implicano progetti di ricostruzione ed eventuali localizzazioni. «Stanti questi vincoli, appare chiaro - scrivono Emanuela Bacchilega e Tiziano Samorè, presidente e segretario provinciale di Confartigianato - che nessuna impresa potrà ottenere la diminuzione della tassazione se è stata chiusa o ha avuto danni rilevanti. L’alluvione ha colpito 1.552 imprese del ravennate, che hanno potuto contare solo sui contributi della Camera di Commercio e, nel caso di imprese edili o artigiane, sui fondi di enti bilaterali come Cassa Edile o Eber. Nulla ancora dallo Stato, che in novembre ha pubblicato una modulistica con carenza di elementi chiari e tante difficoltà per i periti».

LA CAMERA DI COMMERCIO
Tra luglio e settembre, è stato possibile per le imprese alluvionate di Ravenna e Ferrara richiedere contributi straordinari della Camera di Commercio delle due province. Sono pervenute 1.848 domande, 1.543 delle quali ritenute ammissibili (ma ce ne sono decine in stato di valutazione). I Comuni nei quali si concentrano il maggior numero di aziende danneggiate sono quelli di Faenza (436) e Lugo (318), ma sono significative anche le 247 imprese di Ravenna, le 114 di Castel Bolognese, le 96 di Bagnacavallo, le 70 di Solarolo, le 68 di Conselice e le 51 di Sant’Agata sul Santerno. Commercio e artigianato, con 500 domande a testa, sono i settori di gran lunga più rappresentati, e di conseguenza più colpiti, ma anche le 324 aziende agricole meritano la sottolineatura. Quasi la metà delle aziende alluvionate (748) sono imprese individuali; un dato che conferma la fisionomia «storica» del nostro tessuto aziendale, visto che le cosiddette «micro-aziende» (fino a 90 addetti) sono l’85% del totale. Il plafond totale degli aiuti era di 2,5 milioni di euro, il contributo è stato di circa 1.700 euro per ogni azienda.
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