Alluvione in Romagna, 5 mesi senza ristori per famiglie e imprese, le promesse non mantenute dal Governo Meloni

Romagna | 14 Ottobre 2023 Cronaca
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Cinque mesi, 150 giorni da quei giorni tragici di metà maggio in cui la Romagna ha conosciuto l’alluvione più terribile almeno dal Dopoguerra, che ha lasciato sul terreno 15 morti, feriti e una marea di danni a casa, imprese, infrastrutture. Risorse dirette dal Governo quasi nessuna, dopo le promesse a caldo di quei giorni in cui la premier Giorgia Meloni passò in Romagna insieme a qualche ministro, promettendo «Rimborseremo tutti al 100%». Bene, ma quando? Ad oggi di quella roboante promessa non si è visto nulla (compresa la premier, invitata più volte a tormnare dalle istituzionai locali, ma ben lungi da farlo). In campo c’è da fine luglio il commissario  Figliuolo (di fatto un ministro senza portafoglio) che con una struttura ridotta sta lavorando intensamente anche sul territorio, come più volte espresso anche dai sindaci e dal presidente della Regione Bonaccini.

IL COMMISSARIO FIGLIUOLO
«Da fine novembre si cominceranno a erogare i ristori per la ricostruzione privata». Questo l’ultimo annuncio, risalente a qualche giorno fa, del commissario per la ricostruzione Francesco Paolo Figliuolo. «Gli obiettivi - ha spiegato - sono innanzitutto la messa in sicurezza dei territori, poi la ricostruzione, poi i rimborsi. Le difficoltà legate alla complessità del lavoro: si tratta di rimettere a posto il territorio dove 23 fiumi sono esondati. Abbiamo già ristorato tutte le somme urgenze dei comuni e quelle dei lavori ancora in atto. I fondi ci sono: al momento abbiamo erogato solo 45 milioni perché questo ci hanno chiesto, ma a disposizione ce ne sono 289. Poi stiamo erogando da 3 a 5mila euro di rimborsi per ogni nucleo familiare, finora 70milioni e altri 7 per i contributi di autonoma sistemazione».

QUANTI SONO I DANNI
Ammontano a 8,5 miliardi di euro la stima dei danni toitali che Protezione civile nazionale ha trasmesso a Bruxelles per chiedere l’accesso ai fondi di solidarietà dell’Unione Europea. Sono così divisi: 3,8 miliardi per il patrimonio pubblico come strade, scuole, canali; 2,2 miliardi per i danni alle abitazioni; 1,8 miliardi per i danni alle attività produttive, comprese le aziende agricole. A questa cifra vanno aggiunti 682 milioni di euro già spesi per fronteggiare la somma urgenza e per la messa in sicurezza del territorio, di cui 412 anticipati da Comuni, Province, Regioni e Consorzi di bonifica.

I DECRETI DEL GOVERNO
Il primo decreto per l’Emilia-Romagna il governo aveva annunciato un primo pacchetto di aiuti per 2 miliardi e 200 milioni, «salvo intese». Quando il decreto viene pubblicato il 1° giugno i soldi diventano circa 1,6 miliardi: 900 milioni sono per gli ammortizzatori sociali, cioè la cassa integrazione; 300 milioni per aiutare le aziende che esportano. Con una clausola: il non speso ritorna nelle casse dello Stato. Per quel che riguarda la cassa integrazione sono stati chiesti solo 30 milioni, invece dei 300 milioni stanziati a sostegno dell’export ne sono stati chiesto soltanto 12-13. Alla fine 1 miliardo e 150 milioni sono tornati nelle casse dello Stato, nonostante i ripetuti appelli di Regioni e Comuni per farli entrare nelle disponibilità immediate del Commissario Figliuolo. Nello stesso decreto 150 milioni sono stati ripartiti fra vari ministeri (Ricerca, Istruzione, Cultura, Turismo ecc), e 230 dati alla Protezione civile e alla Regione per le somme urgenze, fra cui un aiuto di 3.000 euro a famiglia per far fronte alle spese inderogabili. Sono questi gli unici soldi arrivati finora alle quasi 36 mila le famiglie. Con la nomina ad agosto del Commissario Figliuolo, arriva un secondo decreto con nuovi stanziamenti per le opere pubbliche e per il risarcimento danni ai privati. Per le opere pubbliche previsti 2,6 miliardi da spendere in tre anni per sistemare scuole, ponti, strade. Dopo 5 mesi ne sono stati autorizzati 908 milioni, di cui 876 versati sulla contabilità del generale Figliuolo, quindi già disponibili. Con il secondo decreto ci sono anche i soldi per i privati: 120 milioni già utilizzabili, più 149 autorizzati ma non ancora sul piatto. Briciole perché le aziende agricole a cui l’acqua ha causato danni sono circa 21mila con 41mila addetti, mentre quelle agroalimentari sono 2.800 per 23mila operatori.

IL PRESIDENTE E-R BONACCINI
«Io ho tutta l’intenzione di collaborare col Governo e col commissario Figliuolo – ha assicurato in più di un’occasione il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini -, ma sappiano che non mi sposterò di un millimetro finché tutti avranno ricevuto il 100%. Perché ce lo meritiamo ed è giusto così. Qui c’è un fronte che ha messo insieme Istituzioni e parti sociali, non ci sposteremo di un millimetro».

LE PROMESSE DI GENTILONI (UE)
Ad inizio settembre prima a Ravenna alla Festa de l’Unità naizonale poi domenica 3 a Faenza, fu il Commissario europeo Gentiloni ad assicurare le istituzioni romagnole sugli aiuti europei rispetto all’alluvione. «L’erogazione della prima tranche del Fondo di Solidarietà Europeo è calendarizzata entro la fine dell’anno, mentre la seconda quota è prevista per il 2024. L’impegno a lavorare insieme affinché nel Pnrr vengano inseriti progetti di contrasto al dissesto idrogeologico da realizzare nei prossimi tre anni nei territori colpiti dall’alluvione». (m.p.)
 
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