Alfonsine, i 30 anni della coop Fruttagel, il presidente Fabbrino: «Nuove collaboriazioni con Deco»

«Compiamo 30 anni con l’azienda in buona salute sia economica che finanziaria dopo periodi più difficili, in futuro ci saranno nuove collaborazioni con la coop. Deco, che entra anche come socio di Fruttagel. Un consorzio unico fra queste realtà? Possibile, ma per ora non è indispensabile».
E’ soddisfatto Stanislao Fabbrino, presidente ed amministratore della storica cooperativa di Alfonsine, nata nel 1994, che occupa 750 addetti in Romagna e 150 nello stabilimento in Molise (compresi gli stagionali in entrambe i territori). I festeggiamenti sono cominciati sabato 6 con tutti i dipendenti, poi proseguiranno con altri eventi.
Presidente Fabbrino, dopo una partenza difficile, come arriva Fruttagel ai 30 anni, età della maturità? Quanto sono stati determinanti i soci agricoltori?
«Lo stato di salute dell’azienda è buono, la festa con i dipendenti l’abbiamo affrontata nel miglior dei modi, adesso siamo sui 750 addetti ad Alfonsine ed altri 150 in Molise. Siamo una cooperativa agricola, il legame col territorio è stato sempre fondamentale, come l’apporto di tutti i presidenti che si sono succeduti dal 1994 fino ad oggi. Fruttagel ha avuto anche periodi critici, ma è sempre stata capace di risollevarsi. Chi iniziò fece tanta fatica, in pochi diedero credito a questa impresa, la gestione di Tacconi caratterizzò il primo decennio. Nel secondo periodo ci fu la gestione di Egidio Checcoli, che portò fino in fondo l’operazione con la sede in Molise e rifondò il gruppo dirigente, fu una fase importante. Poi nell’ultimo decennio c’è stata la staffetta fra Alberti ed il sottoscritto, nel corso del quale c’è stato un ulteriore consolidamento del percorso, un lavoro importante in anni difficili. Un supporto enorme è arrivato dai tanti soci agricoli fin dalla partenza, e anche Coind supportò il percorso di Fruttagel entrando nel capitale come sovventore.
Il 2023 è stato fra gli anni più complicati causa l’alluvione. Come ne siete usciti? Come chiuderà il bilancio?
«In effetti è stato complesso ripartire dopo l’alluvione, ma lo abbamo fatto in maniera convincente. Il danno creato di nostro prodotto già surgelato a Sant’Agata era di circa 2 tonnellate; l’abbiamo dovuto riprodurre in tempi molto brevi perché il mercato non si era fermato ovviamente. Alla fine, facendo qualche “miracolo”, l’abbiamo recuperato. Chiudiamo infatti il 2023 con un fatturato di 155 milioni di euro (erano 146 milioni nel 2022, ndr), un risultato decisamente positivo che sottoporremo presto all’approvazione dei soci. Per quanto riguarda la parte finanziaria, in forte diminuzione anche il debito verso le banche, siamo al minimo della nostra storia recente».
Nel futuro di Fruttagel ci sono nuove collaborazioni con Deco. E’ ipotizzabile un Consorzio unico fra le due realtà o anche qualche cosa di più a breve termine?
«In questi mesi Coind venderà le sue quote di capitale a Deco del valore di 3 milioni di euro. E’ una cooperativa che conosciamo bene (Fabbrino è anche amministratore delegato a Bagnacavallo, oltre che dipendente dallo scorso anno, e ci rimarrà a lungo, ndr), che è più prossima al nostro territorio.  Deco affiancherà Fruttagel in molte attività, sarà necessario sfruttare al massimo le capacità delle due aziende per fare sinergie nuove e poi, se sarà funzionale alle aziende, potremmo anche fare un passo ulteriore, come il Consorzio unico».
Cambianti climatici e transizione verso il digitale, come cambierà Fruttagel?
«Nel breve periodo non vediamo ulteriori criticità, dopo aver superato l’esame dell’alluvione, il cambiamento climatico sta avendo comunque degli effetti generali. Siamo tutti un po’ preoccupati soprattutto per i redditi degli agricoltori, non possiamo permetterci di perdere capacità di produzione interna. Fruttagel sta già facendo passi in questo senso, ma non basta da sola». (m.p.)