Alfonsine e Voltana, a un anno dal tornado patrimonio pubblico rimborsato, i privati ancora no
Federico Savini
«I danni sono pesantissimi nella zona di Alfonsine e Voltana; ed è già un regalo che nessuno si sia fatto
male seriamente. A livello di danni da vento temporalesco, in quella zona si è trattato dell’episodio più grave da almeno 30 anni». Erano queste, un anno fa, le parole del meteorologo romagnolo Pierluigi Randi, a commento di quell’«evento temporalesco estremamente severo – parole di Randi, che al di fuori del gergo tecnico per tutti sono diventate semplicemente “il tornado” - che ha colpito il territorio del ravennate settentrionale al confine con la provincia di Ferrara durante pomeriggio del 22 luglio 2023, tra le ore 15 e 15.30, balzando agli onori della cronaca per la straordinaria intensità in relazione agli effetti provocati sulla fascia di territorio colpita».
Sono sempre parole di Randi, tratte da un’ampia relazione sul fenomeno che, alluvione a parte, ha segnato indelebilmente il 2023 come annus horribilis per il clima in Romagna e in particolare nel ravennate.
A un anno di distanza da quell’evento, straordinario in ogni senso negativo possibile, proviamo a fare il punto sui danni, la ricostruzione, i ruoli giocati dagli enti pubblici fino a questo punto e anche la percezione diffusa in merito al tornado, venuto a devastare un territorio decisamente limitrofo a quello alluvionato e a poche settimane da quella tragedia. Che forse, almeno un po’, ha offuscato la reale entità dei danni causati da un tornado che, per «durata, estensione e severità – è ancora Randi a parlate – non trova alcun precedente nella storia meteorologica della zona. Parliamo di un tornado che ha raggiunto la fase di massima intensità tra le località di Voltana, Alfonsine e Savarna. Un vortice completamente avvolto da precipitazioni di pioggia e grandine, che l’hanno reso praticamente invisibile per tutta la sua durata».
I DANNI ALL’AGRICOLTURA
Il settore agricolo è stato di gran lunga il più colpito dal tornado dell’anno scorso. Tra gli imprenditori affiliati a Coldiretti si contano danni complessivi per circa 6 milioni di euro, a cui vanno aggiunti quelli degli agricoltori legati ad altre sigle. Ad essere colpite e in qualche caso proprio distrutte sono state soprattutto le strutture, dunque magazzini, ricoveri attrezzi, serre, impianti frutticoli ma anche agriturismi.
Per il fortunale del 22 luglio 2023 è stat riconosciuta la «Calamità naturale» ma la legge 102 a cui si fa riferimento è stata usata da pochissimi, per una serie di complicazioni procedurali e giuridiche che hanno fatto sì che la gran parte degli agricoltori colpiti abbia preferito percorrere altre strade.
ALFONSINE
«Il tornado dello scorso 22 luglio ha causato danni ingenti al comparto privato, specialmente se parliamo di aziende agricole, che di fatto ad oggi sono praticamente state ignorate dalla Struttura commissariale. Sono invece partiti i rimborsi per
i danni al patrimonio pubblico». L’assessore ai Lavori Pubblici di Alfonsine, Roberto Laudini, sintetizza così il punto sui rimborsi relativi ai danni del tornado un anno dopo l’evento, che ha colpito il suo comune in modo particolare, anche se non esclusivo.
Il confermato assessore di uno dei territori più danneggiati racconta che «in pratica - dice -, abbiamo ricevuto solo qualche contributo per
abbattere i pini caduti in viale Cervi. Questi interventi sono stati rimborsati, ma come Comune abbiamo provveduto ad ulteriori abbattimenti di piante ormai pericolose, finanziandoli con risorse nostre. In città il vento ha soffiato a circa 130 km/h, una potenza eccezionale ma poca cosa in confronto alle campagne, dove ha superato i 300 orari. Le zone di campagna più colpite sono state tra Alfonsine, Voltana e Savarna; il segno più eloquente della violenza del tornado sono stati i tralicci dell’alta tensione, progettati per resistere a venti fino ai 250 orari, ma un anno fa si sono come attorcigliati, di fronte a una potenza distruttiva impressionante. Il problema maggiore, comunque - ribadisce Laudini -, sono le aziende colpite per decine di milioni di euro di danni, per i quali dalla Struttura commissariale non è arrivato praticamente ancora nulla».
VOLTANA E IL LUGHESE
«La situazione è molto simile a quella alfonsinese: per quanto riguarda il patrimonio pubblico i rimborsi sono arrivati o in arrivo, mentre c’è molta più lentezza nel risarcire i privati». L’assessora a Patrimonio e Lavori Pubblici del Comune di Lugo, Veronica Valmori, fa il punto su danni e risarcimenti relativi al tornado nel comune a un anno dai fatti. «Il territorio lughese è stato colpito soprattutto a nord della provinciale Maiano - spiega l’assessora -. In particolare Voltana, ma anche parte di San Bernardino, Giovecca, Santa Maria in Fabriago e Belricetto. Ci siamo mossi immediatamente per rendicontare i danni, stimati nel lughese per circa 400mila euro a patrimonio e infrastrutture. Sono state abbattute un centinaio di alberature, con il ripristino di una trentina di nuove, ed è stato molto danneggiato lo stadio di Voltana. Sono stati necessari interventi anche al cimitero di San Bernardino e poi a recinzioni in vari parchi, i tetti del centro civico di Voltana e di Villa Ortolani, insieme ad altre coperture di nostri immobili. I 400mila euro li abbiamo stanziati in somma urgenza e stanno arrivando i rimborsi dalla Struttura commissariale, che in questo caso, è bene precisarlo, fa capo alla Regione. Il problema maggiore è nel comparto privato – conferma Veronica Valmori -. Gli immobili colpiti sono tantissimi e tante persone fino ad oggi hanno dovuto fare i conti solo sulle assicurazioni.
Sono stati anche attivati una trentina di Cas per chi ha subito danni alle case, e ci sono state alcune ordinanze di inagibilità. Per i cittadini, tra ricognizioni e richieste di contributi, sono state presentate in tutto 689 domande, di cui 317 nel territorio lughese. La maggior parte dei danni li hanno subiti le aziende agricole, una trentina di cui la metà lughesi, e un problema di non poco conto è stato quello dei capannoni in amianto scoperchiati, che hanno reso difficile la raccolta dei resti. Da parte nostra - conclude l’assessora Valmori - come amministrazione cerchiamo di tenere alta l’attenzione sul tornado: è passato un anno e ci sono ancora persone in difficoltà».
LA PROVINCIA
«Come ente pubblico, la Provincia è stata coinvolta relativamente poco dal tornado, che per sua natura risparmia le strade, ma il presidente De Pascale è tuttora in prima linea per mantenere alta l’attenzione. Inoltre, fin dalle prime ore dopo il fortunale, la Provincia è intervenuta in somma urgenza per sgomberare le strade, rimuovere gli alberi e mettere tutto in sicurezza, attivando Protezione Civile, Hera e Vigili del Fuoco». Nicola Pasi, ex sindaco di Fusignano e delegato alla pianificazione territoriale della Provincia, è da qualche settimana il capo di gabinetto della presidenza della Provincia, ma anche nella sua città qualche danno è stato causato dal tornado. «Fusignano è stata colpita marginalmente - conferma Pasi -. Abbiamo subito mappato e segnalato i danni, in previsione che ci fossero gli estremi per lo stato di calamità naturale. Il problema maggiore sono i danni ai privati e il presidente De Pascale si sta adoperando per non far dimenticare la situazione di quelle persone e aziende che sono state colpite molto duramente in un territorio più circoscritto rispetto a quello alluvionale, ma danneggiato in modo drammatico».
(foto Roberto Beretta)