Alcune proposte dei ristoranti del territorio per il pranzo del 25 dicembre

Riccardo Isola - Nel territorio faentino e ravennate per chi desidera fare un’esperienza culinaria questa volta lontano da casa, sono tante e diversificate le offerte messe in tavola dai ristoranti. Dal pesce alla tradizione fino a sconfinare in accostamenti e abbinamenti che strizza l’occhio alla contemporaneità c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Partiamo dalla valle del Senio. A Casola, nella Locanda del Cardello (via Cardello 11, 339/2000308, il costo è di 50 euro) il pranzo natalizio è all’insegna della tradizione e del territorio. Un menù che parte dalla «Sfogliatina di patata fonduta di Parmigiano, crudo di Mora, pera in agrodolce e cipolla rossa caramellata» approda nei classicissimi «Cappelletti in brodo di cappone» passando per il «Girello di crespella di ricotta cime di rapa mandorle provola e polpettine ai legumi su guazzetto di pomodori alle erbe» e «Rollatina di tacchinella castagne salsiccia e cavolo nero» arrivando al dolce finale con il «Panino croccante alla crema di ricotta cioccolato fondente e marmellata d’arancio». Il tutto, se lo si vuole, accompagnato dai vini della cantina Enio Ottaviani con «168» Trebbiano Igt e «168» Sangiovese Igt.
Scendendo a valle arriviamo a Riolo Terme con Cantine Antica Grotta (Piazza Mazzanti 2, 0546/74381, 50 euro) Qui si apre con «Il bollito con reale e lingua di Bue Grasso di Oberto, cotechino di macelleria Malavolti, Cappone Reale di Guidi», come primi «Raviolini di Cavolo nero e Formaggella Valseriana affinata nel fieno in ristretto di cappone» e «Strozzapreti al Sangiovese con ciccioli Montanari, scalogno di Romagna Igp e spuma di raviggiolo della Faggiola», per secondi invece si opta su «L’agnello della Val Stura arrosto con millefoglie di patate e insalatina di valeriana e frutti rossi e balsamico di Sambuco» per finire con «Gelato di panettone al Torcolato di Maculan nel mascarpone, cioccolato Andoa 70% del Perù e briciole croccanti».
Nel capoluogo faentino grande proposta è quella mise en place dal ristorante Cinque cucchiai (via Emilia ponente 23, 0546/622672, 65 euro bevande escluse e 95 bevande incluse). Tra terra e mare si sviluppa una ricca offerta di proposte che spaziano dal «Gambero croccante, cremoso di yogurt, mostarda di Kumquat, sfoglia di cavolo nero» (Arnaldo Caprai - Grecante 2018), «Sogliola nostrana, radicchio alla brace, anacardi e salsa olandese» (Agnanum - Falanghina), come primo «Gnocchi di zucca violina, ragù d’anatra e cannella» (Chiara Condello - Sangiovese di Romagna) e «Cappelletti della tradizione in brodo» (Podere il Saliceto - Lambrusco di Sorbara “Falistra” 2019) per arrivare alla «Spigola, germogli e fondente di scarola» (Biovio - Pigato Bon in da Bon 2020) per chiudere con la «Mousse alla Zabaione» (Roeno - Cristina).
Nella grande Casa Spadoni (via Granarolo 99, 0546/697711, 42 euro) il menù del Natale prevede «Insalata di cappone con uvetta all’Albana passita e tartufo nero, strudel di verdure di stagione con emulsione all’aglio nero» per arrivare agli immancabili «Cappelletti in brodo di cappone della tradizione» seguiti dal «Cannellone croccante con mora romagnola, fonduta di formaggio stanco e porri croccanti», come secondo «Faraona farcita con castagne di Marradi accompagnata dal suo fondo e caponata di verdure» per finire con il «Parfait ghiacciato al torrone con salsa al caffè». Infine a centrotavola Panettone artigianale con crema chantilly allo zabaione. Qui è previsto anche un menù bambini (27 euro - Cappelletti al ragù, cotoletta con patate fritte, gelato alla crema).
A Ravenna la tradizione in tavola la si può trovare sicuramente al ristorante I Passatelli (via Ponte marino 19, 0544/215206, 38 euro) dove si parte con «Vitello tonnato al Marsala» seguito dai «Passatelli in brodo» e dai «Cappelletti al ragù». Come secondo immancabile il «Carrello degli arrosti con maiale, vitello, faraona e coniglio» con contorno di «Verdure gratinate e patate al rosmarino». Chiude il «Panettone alle creme».
Altra proposta è quella della Trattoria del tempo perso (via Gamba 12, 0544/215393, 60 euro). Qui si parte con lo «Strudel di pasta fillo con verdure e gamberoni, salsa di pomodoro ed arancio» e «Sformatino di petto di cappone affumicato, salsa al parmigiano e tartufo», «Passatelli della tradizione in brodo di cappone» e «Cestino croccante di cappelletti al tartufo bianco», come secondo «Trancio di ombrina, finocchi brasati all’arancia ed olive taggiasche» o «Carré di vitello in salsa mornay» e «Sfogliatina calda alle mele e mandarino, crema al passito».
Infine a Ca’ del pino (Via Romea Nord, 295,   0544/446061, 48 euro) si parte con «Piccolo strudel di verdura con vellutata allo Stanco del nostro caseificio» per arrivare al «Cappelletto in brodo di cappone» e «Lasagnetta goccia d’oro con funghi porcini», come secondo «Faraona ruspante farcita con salsiccia di Mora e castagne con patate al rosmarino e sformato di cavolo romano» per chiudere con «Mascarpone con scaglie di cioccolato fondente». E’ previsto anche un menù bambini (27 euro - Cappelletti al ragù, cotoletta e patate fritte, gelato).

Tra gli operatori cresce però il timore delle disdette e cancellazioni

I ristoratori del territorio inizia a preoccuparsi per l’evoluzione di una pandemia che, sotto queste feste, potrebbe portare a spiacevoli sorprese. Sono già diversi i locali che dalla collina al litorale si sentono chiamare per disdire le prenotazioni dei pranzi natalizi ma anche e soprattutto per i cenoni di San silvestro. Momenti fondamentali per le economie dei propri ristoranti che se dovessere continuare e intensificarsi non aiuterebbero certo a permettere la chiusura di bilanci un po’ meno «rossi di quanto non lo siano stati in questi ultimi due anni di pandemia, lockdon e limitazioni varie. Che la situazione non sia affatto serena lo confermano le stesse associazioni di categoria che denunciano come «in questi giorni prefestivi molti nostri associati iniziano a ricevere telefonate di persone che avevano prenotato tavoli per pranzi natalizi e che per paura e per sicurezza contro eventuali situazioni di pericolo di contagi preferiscono tornare sui loro passi». Non un bel segnale che per la rappresentante di Confesercenti Faenza, Chiara Venturi «portano alcuni ristoratori a decidere di non aprire le proprie sale ma di offrire eventualmente menù da asporto. un modo alternativo, sicuramente meno  redditizio di un pranzo in presenza, che almeno può cercare di limitare i danni. siamo molto - conclude Venturi - preoccupati per la situazione generale che si sta verificando».