25 novembre, in provincia di Ravenna l'esperienza del progetto «Mai più uomini violenti», decine di casi seguiti ogni anno dagli psicologi
Una trentina di casi all’anno, fascia compresa fra i 30 e i 50 anni, da alcuni anni un dato omogeno in provincia di Ravenna. Sono gli uomini che sono presi in carico da «Muoviti» (acronimo di «Mai più uomini violenti»), il servizio a cura della cooperativa sociale «LibrAzione». Un servizio fondato nel 2015, che all’inizio ha stentato a decollare, poi è stato percepito sempre di più come utile, ma non in senso preventivo. Infatti i casi arrivati agli psicologici di «Muoviti» sono segnalazioni dirette degli avvocati, quindi a violenza avvenuta. «I nostri interventi avvengono in ambito di codice rosso - ci spiega Andrea Campione, uno dei due psicologi insieme a Marco Borazio che porta avanti il progetto, oltre ad una psicologa che segue le partner degli uomini -. Di solito ci contattano quando il procedimento giudiziario è già partito, lo fanno in sede di patteggiamento, per evitare magari la reclusione e cominciare un percorso di ‘recupero’. La maggioranza sono uomini italiani, ma non mancano anche stranieri. Dallo stalking fino alla violenza sessuale già avvenuta, queste sono le casistiche più frequenti».
Il progetto «Muoviti», avviato nel 2015 con il contributo iniziale della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e del Comune di Ravenna, sviluppa sul territorio provinciale interventi di prevenzione e trattamento degli uomini con comportamenti violenti nell’ambito delle relazioni affettive in essere o concluse, opera in stretta collaborazione con la rete dei servizi rivolti alle donne, ai minori e alle famiglie.
«Si contano pochissimi casi di arrivi di spontanea volontà, purtroppo in fase preventiva interveniamo ancora raramente - continua Campione -. C’è un impianto culturale maschile difficile da scalfire, l’uomo non riesce a chiedere aiuto, nel 90% dei casi è la donna che fa capire al partner, quando riesce, che deve fare qualche cosa. Noi svolgiamo incontri formativi con le scuole, siamo una rete di centri di privato sociale, in generale i numeri sono omogenei ai nostri nel resto della regione in rapporto alla popolazione, collaboriamo anche in Romagna con ‘Liberiamoci dalla violenza’». Il progetto Muoviti è inserito nel panorama di iniziative di studio, informazione e confronto che in questi anni sono state disseminate in provincia grazie anche al lavoro svolto dalle realtà dell’associazionismo e del privato sociale del territorio ravennate (LibrAzione Soc. Coop. Sociale, Associazione Femminile Maschile Plurale, Associazione Psicologia Urbana e Creativa, Associazione dalla Parte dei Minori, Linea Rosa, Sos Donna Faenza, Demetra Lugo, Cnai Ravenna), in sinergia con le istituzioni pubbliche che intervengono su queste tematiche.
Il Centro «Liberiamoci dalla violenza» dell’Ausl della Romagna invece realizza i suoi interventi presso ciascun ambito territoriale di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. L’obiettivo della sua istituzione (avvenuta a fine 2017), in accordo con la Regione Emilia-Romagna, è la realizzazione di un programma orientato alla estinzione di comportamenti violenti agiti all’interno delle relazioni di coppia. Al Centro si accede in modo volontario o attraverso l’indicazione da parte di servizi sociali, sanitari, centri antiviolenza, forze dell’ordine, istituzioni giudiziali tramite un primo contatto telefonico (cell. 366/1449292 il giovedì dalle 14 alle 17) o via mail ldv@auslromagna.it. (m.p.)