25 aprile, Renzo Savini, presidente provinciale dell'Anpi Ravenna: «Pace, libertà e democrazia sempre»
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Renzo Savini* - Gentile direttore, di recente un ragazzo mi ha fatto questa domanda: «Cosa significa essere antifascisti oggi?». Ho risposto che significa stare dalla parte di chi vuole la libertà e esercita la democrazia, estendendo la partecipazione dei cittadini alla gestione della Cosa Pubblica. Occorre essere consapevoli e attenti ai violenti, ma anche a chi questa Libertà vuole restringere per dare pieni poteri a persone sole al comando. A questo ragazzo ho consigliato di studiare con attenzione la Storia del Novecento, la Costituzione e soprattutto di non restare indifferente.
100 anni fa l’Italia da stato liberale si trasformò in autoritario e poi in dittatura fascista. Da qui nasce il grande valore della memoria storica che oggi si vuole ignorare e mettere sotto un silenzio assordante.
75 anni fa entrò in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana. I «padri costituenti» la vollero parlamentare, memori dell’avvento del fascismo. Oggi qualcuno pensa che l’antifascismo non serva più, che sia «roba vecchia» di un passato che è inutile rievocare, e tantomeno valga la pena conoscere e studiare.
Anpi quindi intende svolgere una offensiva culturale, oltre che politica per contrastare chi vuole cambiare la Costituzione in senso presidenzialista con argomenti non preconcetti, che partono dalla nostra esperienza storica, oltre che dai nostri valori sanciti nella Carta Costituzionale stessa.
Questo 25 aprile, nel contesto storico odierno, assume un valore del tutto particolare. Le forze politiche che governano il Paese hanno steso un fragoroso silenzio su «Resistenza e Liberazione». Finora non si sono mai dichiarate antifasciste, cercando di fare dimenticare le pagine più belle e patriottiche della storia italiana del Novecento, e soprattutto per passare sotto silenzio il ventennio fascista, che portò guerra, rovine e da cui la Resistenza ci fece uscire.
Ad Anpi, alle forze politiche e sociali, spetta il compito di svolgere una grande battaglia culturale e politica per valorizzare il fatto che democrazia e antifascismo hanno un rapporto inscindibile che qualcuno, invece, vuole distinguere e separare.
Questo 25 aprile, più che in passato, dobbiamo quindi celebrarlo nel modo più unitario possibile, dimostrando coi fatti che non appartiene solo ad una parte politica, come vuol far credere questa destra, che è di fatto estranea ai valori che unitariamente si espressero nella Assemblea Costituente, che ci diedero la Costituzione. Questo sarà il modo vero di mostrare gratitudine alle donne e agli uomini che ci hanno liberato dalla dittatura nazifascista. Noi continueremo a batterci per diffondere i loro valori di pace, democrazia, libertà. Viva il 25 aprile.
*Presidente provinciale Anpi Ravenna