100 giorni di guerra in Ucraina, parla Kateryna Shmorhay dell'ass.ne Malva Ravenna: «In molti sono già rientrati in patria»

Romagna | 03 Giugno 2022 Cronaca
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Chi si sta impegnando per aiutare sia i profughi in Italia che gli ucraini in patria è l’associazione ravennate Malva- Ucraini di Ravenna che collabora con CittAttiva e in questi mesi non solo ha raccolto viveri e materiali da spedire, ma ha cercato di organizzare diversi momenti di aggregazione come quello dello scorso 21 maggio al parco Teodorico (foto a fianco). Nell’ambito del festival delle culture, Malva ha organizzato il Festival della pace con giochi, laboratori, musica e divertimento e il prossimo 4 giugno alle 18.30 all’Almagià ci sarà l’esibizione del coro dell’associazione. «Il flusso di arrivi a Ravenna è diminuito- ha commentato Kateryna Shmorhay, la responsabile dell’associazione Malva e adesso arrivano più coppie che famiglie. Molti, però, sono già rientrati in Ucraina perché la vita da profugo è molto cara ed è difficile andare avanti anche per le famiglie che si sono rese disponibili ad ospitare quanti scappavano dalla guerra. Così, tanti miei connazionali sono rientrati in Ucraina, nei territori più “tranquilli” e si sono affidati alla macchina della solidarietà ed altri, invece, sono arrivati in Polonia dove è più facile trovare lavoro rispetto a qui e dove la vita costa meno. Alcuni profughi rimasti in Italia hanno iniziato a ricevere il contributo previsto dal Governo italiano solo qualche giorno fa». Kateryna che fa l’operatrice socio sanitaria, è sposata con un italiano ed ha una bimba vive in Italia da anni ed è molto preoccupata per la situazione nel suo paese d’origine dove sono rimasti le sue sorelle e i suoi genitori. «Stanno in una zona vicino alla Polonia, non sono voluti venire in Italia e stanno continuando a lavorare per contribuire, nel loro piccolo, a mandare avanti l’economia del paese. Al momento in quell’area la situazione è tranquilla e mi auguro che le cose non cambino. Molti rientrano in Ucraina perché qui non si sentono sostenuti, anzi molti si sentono accusati di ciò che sta accadendo. Siamo amareggiati perché, rispetto ai primi tempi, ci pare che l’Italia abbia smesso di lottare per l’Ucraina e stia cercando di convincere il mio popolo a cedere, cosa assolutamente non proponibile». Con l’arrivo dei profughi in Italia da aiutare si è bloccato il flusso di beni da spedire a quanti rimasti in patria, ma l’associazione Malva, contando sulle forze dei propri volontari, ha cercato di continuare a mandare pacchi di cibo e medicinali. «Quest’aggressione ci sta decimando e purtroppo la “pace” ci pare ancora lontana». (m.c.)
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