Volley Superlega, al De Andrè c'è un esame durissimo per la Consar contro i campioni del mondo di Trento

Marco Ortolani
Domenica arrivano al Pala De Andrè i Campioni del Mondo. L’Itas Trentino, infatti, ha appena vinto in Polonia la competizione planetaria per club superando in finale il Civitanova, dopo che le due formazioni italiane avevano sgominato la concorrenza, come avveniva ai bei tempi degli Anni Novanta, in cui il volley italiano era ancora più dominante di quanto non lo sia ora. 
Tanto che dopo quattro edizioni vinte da squadre italiane (nel 1991 anche dal Messaggero Ravenna, come ricorderanno i tifosi giallorossi) la competizione venne abbandonata per ben 15 anni. Onore quindi alla formazione trentina, che ha creato nell’ultimo quindicennio una tradizione di vittorie, lavoro serio e stile, degna di quella regione.
Tanti i campioni da ammirare e tanta la speranza di tifosi e squadra ravennate che gli stessi arrivino a Ravenna con le tossine di qualche festeggiamento in più, per poterli aggredire e sorprendere.
Su tutti l’attenzione e l’affetto (in chiave nazionale) si posa sul regista Simone Giannelli, che a soli 22 anni è un mito planetario di questo sport. 
Curiosamente legata a Ravenna una parte della sua storia: la sua prima convocazione fu per fare da «vice» al ravennate Giacomo Sintini nella mitica finale scudetto che «Jack da Villanova» conquistò per Trento da riserva dell’infortunato Raphael, reduce dalla lunghissima battaglia contro una terribile leucemia. 
Legato a Ravenna anche il dirigente che lo portò al volley, strappandolo al tennis. Si tratta di Giuseppe Cormio, all’epoca direttore generale di Trento, che convinse il padre a fargli preferire reti e palloni a corde e racchette, assicurandoselo sin da quando aveva 13 anni. 
Sempre a Ravenna si ebbe il suo esordio in serie A (27 ottobre 2013). Ci sarà affetto anche per Marteen Van Garderen, che si fece ammirare e benvolere in due stagioni a Ravenna, nelle quali fu chiaro che un grande club se lo sarebbe portato via presto (cosa che si è verificata prima a Modena, poi a Trento).
Ma - come ammoniva e sottolineava Fabio Soli lo scorso anno - l’ammirazione per i grandi avversari non deve superare l’affetto per la squadra di casa. Il pubblico ritroverà una Consar brutalizzata a Perugia dalla prepotenza di Leon e compagni, ma che può recriminare sui set ball del secondo set, poi perso ai vantaggi. 
E’ chiaro che se le quattro big giocano «da big», gli spazi per le altre sono poche. Ma su un Trento leggermente euforico dopo la sbornia mondiale, la irriverente banda di Graziosi, in buone condizioni di forma e ancora quinta in classifica, potrebbe affondare gli artigli, sfruttando magari anche la spinta del palazzo, che in questi casi presenta sempre una meravigliosa cornice di pubblico. Il pronostico è meno chiuso che in altre occasioni e c’è l’obbligo di provarci a tutti i costi.