Vinicio squarcia le «ombre» all'Alighieri
«La fine d’anno è la strettoia in cui passano tutti i fantasmi, gli spettri e le ombre generate dal fuoco del racconto. Le ombre ataviche delle ritualità dell’inverno si confondono con quelle personali. E’ la stagione delle fiabe, ma anche quella delle grandi solitudini, del gelo e dei fiammiferi». Sembra Eraldo Baldini ma è Vinicio Capossela, e la cosa non dovrebbe stupire, dato che tanto l’antropologo di San Pancrazio quanto il maggiore erede della storia cantautorale italiana hanno affondato, in questi anni, i denti e l’anima nella cultura popolare più remota, ricavandone un patrimonio di suggestioni, storie e ritualità che affascinano ancora, e forse più che mai.
Si chiama «Ombre nell’Inverno» il tour che porterà il cantautore delle premiatissime «Canzoni della Cupa» a Ravenna, al teatro Alighieri, mercoledì 29, in una data che non mancherà di richiamare i fan di Capossela e i semplici curiosi, dato che è nota anche la resa dal vivo – tanto più in teatro – delle tentacolari canzoni e dell’istrionico talento del Vinicio nazionale.
Lo spettacolo si annuncia ambientato tra ombre, nebbie e riflessi, ma con una struttura libera nel repertorio e nella narrazione. Per quanto si tratti del «congedo in teatro della stagione della Cupa e dell’Ombra, nella strettoia del finale di anno», il concerto abbraccerà l’intera opera di Capossela seguendo il filo conduttore dello spettro che si ripresenta nell’inverno. «Col declinare del sole le giornate si accorciano e le ombre si fanno più lunghe. Ombre del focolare, di spettri e di fantasmi personali. Ombre da trovare nelle tasche dei giacconi e nelle scarpe sfondate dal cammino. Le ombre si allungano d’inverno, si fanno filiformi e nebbiose, lattee, femminili». E non è tanto per dire, dato che a caricare di suggestione il palcoscenico saranno le ombre dello scenografo Anusc Castiglioni. «Sarà come sedersi intorno ad un fuoco – dice ancora Vinicio -, o stare in piedi accanto ad un bidone in fiamme. Anche la timbrica musicale sarà adattata alla stagione ovattata e la formazione impegnata in questi concerti rifletterà la scelta».
Se poi qualcuno nutrisse ancora dubbi, nel 2017, sul valore dell’opera di Capossela, è proprio di quest’anno l’inserimento di «Ovunque Proteggi», album capolavoro del cantautore irpino, nella lista dei 30 migliori album di «world music» - per gli americani questo è, è più forte di loro… - stilata dal Sunday Times, dove si afferma che Capossela «canta come Tom Waits, scrive come Ovidio». (f.sav.)