Terminal crociere, Di Monte (Ravennatp): ripresa tra luci e ombre

Ravenna | 03 Settembre 2021 Economia
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Elena Nencini
E’ arrivata la prima nave da crociera per il 2021 al terminal di Porto Corsini: si tratta dell’Artemis, della flotta di Grand Circle Travel, con 50 passeggeri, prevalentemente americani. Dopo il fermo imposto dalla pandemia è previsto l’arrivo di circa 23 navi fino ai primi di novembre, in particolare ad ottobre.
Dalla fine del 2016, Ravenna Terminal Passeggeri è entrata a far parte del network di Global Ports Holding (GPH), operatore di terminal crociere che in Italia opera – oltre al porto bizantino - su Cagliari, Taranto, Catania, ma ha una presenza consolidata nei Caraibi, nel Mediterraneo e in Asia. La società gestisce 21 porti in 13 paesi.
Antonio Di Monte, general manager di Ravenna Terminal Port (Ravennatp), racconta la ripartenza delle crociere post-pandemia nel nostro porto, tra luci e ombre. E non risparmia una tirata di orecchie alle autorità, anche perché a fine anno scadrà la convenzione con l’Autorità di sistema portuale di Ravenna (AdspRa) e ci sono alcuni sospesi.
Sono ripartite le crociere, come sta andando?
«Una situazione assolutamente tranquilla, sia per il fatto che abbiamo sviluppato i protocolli anti-Covid nella modalità più aggiornata possibile sia perché abbiamo conseguito la certificazione “Safe Travels Stamp” dal World Travel & Tourism Council per la corretta applicazione dei protocolli. Artemis è una nave piccola con pochi passeggeri, è una crociera di fascia medio-alta».
Come è la ripartenza negli altri porti che gestite?
«Sta andando molto bene a differenza di Ravenna. Il nuovo terminal di Taranto, inaugurato il 5 maggio, sta andando benissimo, in considerazione del fatto che Taranto non era nella mappa dei porti crocieristici italiani. Sta riscuotendo un successo enorme grazie alla Capitaneria di porto, all’Autorità portuale locale e agli stakeholders. Anche i terminal di Cagliari e Catania, stanno ripartendo. Ci sono molte richieste di prenotazioni, ma anche molte cancellazioni, c’è un’estrema variabilità. A Ravenna ci accontentiamo di navi piccole, non possiamo sperare di avere altro. In tutti i casi si parla di turisti stranieri, non c’è, al momento, un pubblico italiano».
Quali sono i limiti e i problemi imposti dal Covid?
«Nulla di particolarmente complicato, l’adozione dei protocolli e la disponibilità della compagnia di effettuare controlli e tamponi per i passeggeri imbarcanti. L’unica vera limitazione imposta dal Covid è che i passeggeri non possono scendere in maniera indipendente, possono effettuare solo escursioni organizzate, devono stare in una sorta di ‘bolla sanitaria’. Una norma, che oggi mi pare superata, avendo passeggeri vaccinati e con green pass. Sui nostri social e sul nostro sito ci sono una serie di indicazioni sull’offerta turistica del territorio, da San Marino alla Motor Valley. Così come sui social facciamo promozione dello scalo: le bellezze del territorio giocano un ruolo fondamentale nella scelta di una crociera».
Dal 1 agosto a Venezia le grandi navi da crociera non possono più entrare nel canale, questo può dare dei benefici a Ravenna?
«Avrebbe potuto darne, se Ravenna fosse stata pronta a cogliere l’opportunità. Msc che aveva proposto di fare scalo a Ravenna, realizzando anche un investimento importante, dietro il rifiuto di AdspRa si è posizionata tra Trieste e Monfalcone. Costa è su Trieste e non ha mai scalato a Ravenna. Venezia è considerata immancabile, fa ‘vendere’ la crociera. Molti si sono orientati per scali alternativi come Trieste, che era già pronto, ma  Monfalcone è stato scelto per la prima volta come scalo crocieristico. A discapito di Ravenna».
Alla fine dell’anno scade la concessione a Gph del terminal ravennate cosa pensate di fare?
«Abbiamo chiesto un riequilibrio della concessione demaniale alla luce di quello che è successo dal 2018 in poi: nel 2017 ci eravamo ‘sbracciati’ in termini di comunicazione e promozione, sponsorizzando anche la maratona di Ravenna. Avevamo puntato su un’azione promozionale estremamente dispendiosa, tanto che nel 2018 arrivò anche una delle più importanti compagnie armatrici che opera solo sul mercato tedesco, Tui Cruises. Li convicemmo ad inserire ben 16 delle loro navi: il primo scalo fu a giugno 2018, con una grande cerimonia di accoglienza e benvenuto. Dopo qualche giorno furono ridotti dalla Capitaneria di porto il pescaggio e la lunghezza delle navi, quindi Tui cancellò il calendario perché il pescaggio non era sufficiente per le loro navi. Fu una vera bolla di sapone.
Sulla base di tutto questo abbiamo sostenuto l’opportunità di rivedere il canone di concessione considerato il decremento avuto non certo per colpa nostra. AdspRa ha fatto orecchi da mercante e non ha voluto considerare questa ipotesi. Dopodiché abbiamo chiesto di avere un’estensione della durata della concessione per avere il tempo di recuperare quello che non è stato possibile attuare negli ultimi anni. AdspRa ha detto no: allora abbiamo fatto ricorso. Sono molto fiducioso nel risultato visto che abbiamo molte buone ragioni».
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