Si è conclusa con 52 licenziamenti e una sofferta trattativa con i sindacati la parabola ravennate della Cmit-Europe, filiale di China Merchants Group, leader nel campo dei cantieri navali e delle piattaforme offshore.
«In giugno l'azienda, da un giorno all'altro, ha messo in ferie forzate i dipendenti, compreso coloro che non avevano maturato giorni a sufficienza - spiega Ivan Missiroli, segretario provinciale Fiom Cgil -. Così scopriamo che l'azienda attraversa un momento di difficoltà e paventa il licenziamento collettivo di tutto il personale. Il 12 luglio viene aperta la procedura di mobilità per tutti i dipendenti (52 in tutto, dal momento che tre dipendenti, appena fiutate le difficoltà, hanno preferito ricollocarsi altrove) compreso l'amministratore delegato Stefano Schiavo».
Così parte la vertenza sindacale e, per la prima volta, vengono nominate le Rsu. «Dapprima i vertici aziendali, diretti dalla proprietà cinese, non avevano intenzione di mettere sul tavolo nemmeno un euro – racconta Missiroli -. Ma dopo le proposte di conciliazione dei sindacati, l'azienda sembrava più disposta a concede qualcosa ai lavoratori licenziati. Tuttavia, nessuno ha mai chiarito quali fossero le cifre a disposizione».
Il 4 agosto l'incontro tra sindacati, dirigenza italiana e proprietà cinese. Il 5 agosto la proposta dell'azienda. «Una trattativa difficile – spiega il sindacalista - in cui i lavoratori e le Rsu sono stati poco informati e spinti a scegliere soluzioni al ribasso a seguito di atteggiamenti ricattatori da parte dei vertici aziendali. 'Meglio accontentarsi di quello che veniva messo a disposizione che avviare cause in Cina', dicevano. Sarebbe stato più opportuno, a mio parere, aprire un confronto trasparente con i funzionari dei sindacati su tavoli istituzionali. Il 5 agosto la maggioranza dei lavoratori ha votato un preaccordo che avrebbe favorito i dipendenti più qualificati e con gli stipendi più alti, che in diversi casi avevano già altre aziende ad attenderli, e non avrebbe tenuto conto delle situazioni più critiche».
Il 24 agosto l'incontro tra sindacati e vertici aziendali. «I rappresentanti Fim Cisl e Uilm hanno aderito per chiudere una partita complicata. Io non ho firmato – rileva il segretario Fiom -: avrei preferito portare la questione in Regione».
Oggi la partita è chiusa e l'accordo è valido. Alla fine della fiera, i lavoratori per 5 mesi avranno dall'azienda la differenza tra l'indennità Naspi e lo stipendio lordo che percepivano fino a poche settimane fa. «Nel 2018, anno in cui Cmit ha aperto a Ravenna, si parlava di Via della Seta – conclude Missiroli -. Sembrava una realtà in grado di competere nel mondo della cantieristica navale e dell'oil&gas. Poi, evidentemente, i piani dei cinesi sono cambiati».