Ravenna, processo Cagnoni, la Corte accetta tutte le prove e tutti i testimoni

Ravenna | 26 Ottobre 2017 Cronaca nera
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Marianna Carnoli- Dopo due ore di camera di consiglio, alle 16,30 del 26 ottobre, la corte d'Assise ha deciso di accettare tutte le prove e tutti i testimoni- quasi 200- che accusa e difesa hanno elencato per il processo che vede alla sbarra Matteo Cagnoni con l'accusa di aver ucciso a bastonate la moglie Giulia Ballestri il 16 settembre dello scorso anno. Nella seconda udienza del processo, iniziato lo scorso 10 ottobre il pm Cristina d'Aniello e il difensore dell'imputato, Giovanni Trombini, hanno elencato alla corte sia testi civili che forze dell'ordine tra i quali anche gli agenti che effettuarono il fermo di Cagnoni nella villa di famiglia a Firenze la notte tra il 18 e il 19 settembre di un anno fa, dopo il ritrovamento del cadavere di Giulia. L'escussione dei testi dipenderà dall'esaustività delle testimonianze e non è escluso che, nel corso dei prossimi mesi, si decida di "tagliare" la lunga lista. Quello su cui sia l'avvocato che tutela la famiglia Ballestri, Giovanni Scudellari che il Pm Cristina D'Aniello hanno voluto insistere è che i testi vengano sentiti su fatti specifici, non certo sulla personalità di Cagnoni o della moglie. Nella prossima udienza, fissata per il 3 novembre, comincerà l'accusa a sentire i propri testi e si tratterà del fratello della vittima, Guido Ballestri, Elisabetta Amicizia, migliore amica di Giulia, il compagno della vittima, Stefano Bezzi e il sostituto commissario della Questura di Ravenna, Bandini che per primo entrò nella villa di via Padre Genocchi dove la Ballestri venne trovata morta. La difesa ha già preannunciato che vorrà far capire alla corte che Cagnoni non "temeva" il nuovo compagno della moglie che, anzi, non lo riteneva alla sua altezza, ma era, invece, molto preoccupato che un uomo di cui non aveva alcuna stima frequentasse i suoi figli. Nelle udienze successive l'accusa chiamerà a deporre anche i genitori di Giulia nonchè Vanna Costa, Mario Cagnoni, Giorgio Cagnoni e Stefano Cagnoni rispettivamente madre, padre, zio e fratello dell'imputato. Il pm ha sottolineato come questi testi, essendo prossimi congiunti anche della vittima, per legge non possono esimersi dal rispondere ed ha spiegato come Mario Cagnoni, accusato inizialmente di favoreggiamento per aver aiutato il figlio ad occultare il cadavere della moglie- posizione archiviata a maggio di quest'anno- possa essere ascoltato in qualità di semplice teste non essendo più indagato. L'accusa ha chiesto anche che in aula siano fatte ascoltare le registrazioni di alcune telefonate- essendo state ammesse dalla corte le intercettazioni telefoniche- ossia quella tra il padre di Cagnoni e il figlio Stefano, la mattina del 19 settembre, quella tra Mario Cagnoni e Giorgio, lo zio dell'imputato la sera dello stesso giorno, quella tra Mario Cagnoni e la moglie nel pomeriggio del 22 settembre nonchè quella della madre di Cagnoni con un'amica nel tardo pomeriggio del 22 ottobre. Sia l'avvocato della famiglia della vittima, Giovanni Scudellari che le parti civili- Linea Rosa, Comune di Ravenna, Udi e Dalla parte dei minori, controinterrogheranno, se lo riterranno, i vari testimoni. Scudellari ha inserito nella lista delle persone da sentire un unico testimone che racconterà le confidenze di Giulia, nonchè diversi consulenti tecnici. Molti delle persone chiamate a testimoniare dall'accusa sono anche nella lista della difesa essendo amici comuni della coppia. Sia accusa che difesa sentiranno anche l'imputato, Matteo Cagnoni. Scopo ultimo delle testimonianze, inquadrare la relazione della coppia Cagnoni- Ballestri non solo negli ultimi mesi, caratterizzati dalla crisi matrimoniale, ma in tutti i 12 anni di matrimonio. Dal canto suo, la difesa ha sottolineato come cercherà di far luce sulla personalità del proprio assistito grazie a testi che lo conoscono da diversi anni tra cui avvocati, commercialsiti, medici ed un notaio, nonchè sullo stato di salute della madre, Vanna Costa, all'epoca dei fatti ed oggi. La donna, al momento del fermo del figlio rispose agli agenti di polizia che le chiedevano come mai i nipoti fossero a Firenze visto che c'era scuola che la loro madre era stata uccisa qualche giorno prima da un albanese a Ravenna in una villa disabitata. E questo nonostante nessuno le avesse detto che la nuora era appena stata trovata morta. 
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