Ravenna, orizzonte 2022, Marco Bellenghi (Avis): «I cambiamenti portano anche miglioramenti, basta saperli sfruttare con ottimismo»
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«Come presidente devo sempre essere ottimista e credere fortemente in quel che facciamo. I cambiamenti portano anche miglioramenti: basta saperli accettare e sfruttare». Non perde la carica il barbianese Marco Bellenghi, riconfermato in giugno alla guida dei donatori Avis della provincia di Ravenna.
Presidente, in estate si parlava di un calo delle donazioni attorno al 10% in provincia. Le riserve di sangue sono a rischio?
«Diciamo che oramai i conti sono fatti e sicuramente riusciremo a dare il nostro apporto per l’autosufficienza di sangue nella nostra area vasta. Con un’attenta e faticosa programmazione di chiamate e sensibilizzazioni ai nostri donatori, i numeri non saranno molto distanti dal 2020 per quanto riguarda il sangue intero. Tuttavia, avremo sicuramente una piccola flessione sulla raccolta di plasma».
Come ha inciso la pandemia sulla raccolta di sangue?
«Diciamo che ha inciso principalmente sull’attenta riorganizzazione degli spazi nei punti di raccolta. La prenotazione è diventata obbligatoria: ora è necessario prendere appuntamento e viene fatto un triage telefonico prima della donazione: gli utenti, in questo modo, rimangono molto meno all’interno dei nostri centri. Abbiamo rispettato le prescrizioni per evitare sovraffollamenti in aree comuni, cercando di allungare gli orari di apertura per scaglionare meglio le donazioni: le finestre pomeridiane ci hanno dato un buon risultato in merito».
Quali sfide vi attendono per il 2022?
«Sicuramente il 2022 ci vedrà impegnati in diverse novità sulla riorganizzazione della raccolta e sistemazione di nuovi punti di raccolta (Alfonsine-Lugo-Cervia). Le principali criticità che dovremo affrontare e monitorare mensilmente riguardano il personale sanitario sia medico sia infermieristico, per noi quasi introvabile e difficilmente reperibile».
Quali iniziative avete adottato o state programmando per promuovere le donazioni e la cultura della solidarietà?
«Stiamo cercando, tramite l’invio di newsletter ogni 15 giorni, di sensibilizzare e tenere sempre informati i nostri oltre 10mila donatori, evitando l’utilizzo di carta e dimostrando attenzione verso l’ambiente. Inoltre, ci siamo attrezzati con materiale nuovo per entrare nelle scuole di vario grado sia in presenza sia da remoto. Proviamo, nei limiti del possibile, di organizzare giornate di sensibilizzazione in tutti i comuni della provincia quando se ne presenta l’occasione, anche se ci mancano tanto le nostre feste e le occasioni di socialità che caratterizzavano il periodo pre Covid, dove riuscivamo ad avvicinare tantissime persone, a partire dai più giovani, e a portarle alla prima donazione. Certamente il volontariato sta cambiando: è sempre più difficile reperire gente con tempo libero, in particolare ragazzi, per le nostre attività». (s.sta.)