Ravenna, Mazzotti (Legacoop Romagna) sulla crisi Cmc «Socio privato e fondi pubblici per non perdere un patrimonio»

Ravenna | 02 Settembre 2022 Economia
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Le trattative proseguono a ritmo serrato, ma non è ancora emerso un partner industriale pronto ad affiancare la Cmc per costituire, grazie alla regia e ai contributi economici del governo, una nuova società in grado di raccogliere i 120 anni di storia della cooperativa ravennate. «In queste settimane ci sono stati contatti con diverse aziende che, tuttavia, non hanno portato ad esiti definitivi – spiega il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti -. Resta aperta la pista, mai chiusa del tutto, con Webuild. Ma si valutano anche altre soluzioni con altri soggetti. Tra accelerazioni e rallentamenti, si lavora quotidianamente su diversi fronti».

Cmc naviga in cattive acque da tempo e nella primavera 2020 è stato omologato il concordato preventivo dal Tribunale di Ravenna.

Da tempo si lavora per dare vita ad una nuova società (newco) tra Cmc ed altri soggetti privati.

Fin dal 2020, al nome di Cmc è stato affiancato quello di WeBuild, colosso italiano delle costruzioni specializzato nella realizzazione di infrastrutture e grandi opere. La trattativa col gruppo nato da Salini Impregilo sembrava essere in dirittura d'arrivo la scorsa primavera. Tuttavia, le parti non hanno trovato l'accordo e la cooperativa ravennate ha iniziato a seguire una nuova pista. In maggio si è iniziato a parlare di un nuovo potenziale partner con le spalle larghe: così è spuntato il nome di Pavimental, società del gruppo Autostrade per l'Italia.

In luglio un altro passaggio decisivo: dopo la manifestazione in piazza del Popolo a Ravenna a cui hanno partecipato dipendenti, sindacati, enti locali e Legacoop, mercoledì 20 la matassa è arrivata sulle scrivanie dei ministeri romani ed è stato aperto un tavolo di crisi presso il Mise (Ministero sviluppo economico), a cui hanno partecipato rappresentanti del Mef (Ministero economia e finanza), di Invitalia (l'agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa) e di Legacoop, oltre al sindaco di Ravenna Michele De Pascale e all'assessore regionale Vincenzo Colla. Con loro, ovviamente, i vertici dell'azienda e i sindacati. I romagnoli chiedono misure per «salvaguardare la continuità industriale, l’occupazione e la tenuta sociale di un intero territorio».

Oltre ad un partner, al governo si chiedono anche risorse economiche per soddisfare i creditori in fila al concordato e far decollare la nuova avventura. «Chiediamo che il governo faccia quello che ha già fatto in altre situazioni analoghe – commenta Mazzotti -: parliamo di 70, massimo 80 milioni di euro per mettere in moto un nuovo progetto industriale che coinvolga un'importante azienda che vanta grandi professionalità e cantieri aperti in tutta Italia: non si tratta di una misura assistenziale, ma di un investimento per tutto il Paese. Se venisse disperso questo capitale, i costi sarebbero ben maggiori».

Fino ad ora i cantieri aperti sono andati avanti e gli stipendi sono stati pagati. Ma bisogna far presto per onorare gli impegni verso i creditori concordatari, chiudere la crisi e ripartire col nuovo piano industriale. Dopo le elezioni, alcuni volti nei ministeri potrebbero cambiare. L'appello delle rsu di Cmc è stato presentato nei giorni scorsi ai candidati alle prossime elezioni, compreso il segretario Enrico Letta: si chiede di sollecitare il governo, quello in carica e quello che verrà, a trovare una soluzione concreta in tempi brevi. «Confidiamo che la continuità istituzionale - aggiunge il presidente - prevalga sul colore politico e che quanto seminato in questi mesi venga portato avanti dal nuovo governo con rinnovato impegno».

In questo caso, le grandi manovre riprenderebbero in ottobre, ma se lo stallo si allungasse fino alla fine dell'anno, si andrebbe incontro ad altre procedure fallimentari come la liquidazione coatta amministrativa o l'amministrazione controllata, prima di staccare definitivamente la spina. «Un'ipotesi – conclude Mazzotti – che nemmeno voglio prendere in considerazione».

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