Ravenna, l'ass. Signorino sulla mostra a Forlì, sabato in città il direttore degli Uffizi
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Federica Ferruzzi
La presentazione ufficiale avvenuta a Firenze della mostra su Dante che sarà ospitata dal 12 marzo al 4 luglio 2021 ai Musei San Domenico di Forlì, nei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, non ha mancato di suscitare polemiche da parte di chi sostiene che quella mostra si sarebbe dovuta organizzare a Ravenna. «Forlì è città dantesca - ha osservato il direttore della Galleria degli Uffizi, Eike Schmidt, nella conferenza stampa di presentazione -. A Forlì Dante trovò rifugio, lasciata Arezzo, nell’autunno del 1302, rimanendo per oltre un anno presso gli Ordelaffi, signori ghibellini della città». Una frase che ha portato molti, sui social e non solo, a dire che Ravenna sarebbe stata maggiormente titolata ad ospitare l’esposizione che, tra gli altri, accoglierà i capolavori di Andrea del Castagno, Michelangelo e Pontormo. In proposito abbiamo intervistato l’assessora alla Cultura del Comune di Ravenna Elsa Signorino.
Assessora Signorino, non pensa che Ravenna sarebbe stata maggiormente «titolata» ad ospitare la mostra?
«Pensare che le celebrazioni del padre lingua e della letteratura italiana possano identificarsi con un singolo evento espositivo è quantomeno ingenuo. Dante appartiene alla cultura mondiale e le celebrazioni avverranno ovunque nel mondo. In occasione del sesto centenario le iniziative contemplarono Ravenna, Firenze e Roma: questo per dire che cento anni fa non si avevano dubbi che le celebrazioni dovessero essere patrimonio dell’intero paese e del mondo. Da anni la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì investe, una volta l’anno, su eventi espositivi e non sono quindi stupita che per il 2021 ne abbiano messo in cantiere uno per onorare l’unica vocazione della città».
Crede che il fatto di ricevere il biglietto gratuito per la visita al nuovo museo Dantesco che ora è in fase di riallestimento e che presto sarà inaugurato potrà portare visitatori in città?
«Il museo verrà inaugurato entro l’anno. I visitatori che ogni anno si recano alla tomba di Dante sono circa 400mila e stiamo costruendo un percorso che offra, a loro ma non solo, più elementi di lettura. La mostra di Forlì è un’opportunità che vive e si rafforza della presenza di Ravenna: solo una visione provinciale può pensare che Dante sia legato unicamente alla nostra città. Ravenna è stata l’ultimo rifugio del Poeta e qui riposano le sue spoglie: è quindi fondamentale puntare sulla cooperazione tra realtà diverse da cui traggono forza i diversi progetti».
Quali saranno gli eventi di punta delle celebrazioni in città?
«A Ravenna stiamo predisponendo un ricchissimo programma di iniziative che presenteremo a fine luglio. A seguito del Covid-19 abbiamo dovuto rimodulare l’offerta in relazione alla pandemia. Il 2021 non avrà una sola giornata senza eventi significativi nel nome di Dante. La nostra è una scelta di tipo collaborativo perchè non c’è mai una sola iniziativa, ma l’offerta complessiva di un territorio. A Ravenna ci saranno alcuni momenti espositivi e tante altre iniziative. La nostra strada è quella della collaborazione, non della competizione solipsistica. In proposito sabato verrà in città il direttore degli Uffizi per valutare i percosi di collaborazione da costruire. Siamo consapevoli che Forlì abbia una vocazione, ma Ravenna ne ha tante. Stiamo parlando di un poeta e di letteratura, pertanto gli eventi dovranno essere ricchi e molteplici. Dante appartiene al mondo e la sfida è quella di tradurlo nei linguaggi della contemporaneità».