Ravenna, L'allarme della Cgil sulla sanità: "Mancano 90 infermieri e 50 oss, il Pronto Soccorso è in difficoltà"

Federica Ferruzzi - Ritardo nel pagamento degli straordinari, richiamo dalle ferie, doppi turni. Sono solo alcune delle criticità che riguardano il personale dell’Azienda Usl della Romagna, come da segnalazione della Cgil.
La situazione, secondo l’analisi del sindacato, è particolarmente difficile per gli ospedali di Ravenna e Lugo, ed è dettata dalla carenza di personale.
Il quadro è stato tracciato da Claudio Laghi della Fp Cgil: «Se - osserva Laghi - la direzione generale non investe su figure professionali di assistenza, a poco serviranno le previste stabilizzazioni o le mobilità in arrivo dalle altre regioni. L’inserimento di nuovo personale avviene con lentezza, con contratti a tempo determinato, e il risultato combinato di queste azioni impatta pesantemente sulla qualità dell’assistenza».
In molti casi i nuovi assunti, una volta terminato il percorso di affiancamento e formazione, si vedono scadere il contratto. «Nel migliore dei casi - osserva Laghi - gli operatori dei vari settori ripartono con altro personale da formare, mentre nelle situazioni più sfortunate si può anche rimanere senza sostituzioni per lunghi periodi».
Laghi, qual è la situazione che denunciate?
«In particolare, abbiamo ravvisato carenza di personale infermieristico e di operatori socio sanitari (oss) in tutti gli ospedali dell’Ausl della Romagna. I doppi turni e le ferie sospese hanno importanti ricadute sulla qualità di vita di tutti gli operatori. Quella romagnola è sempre stata una sanità di eccellenza, ma in questo momento, di fronte ad una qualità elevata del servizio sanitario, ravvisiamo una forte carenza di personale che sta facendo di tutto per non far mancare il livello sanitario assistenziale all’utenza, ma questo comporta una grande fatica».
Quale sono le aree maggiormente in difficoltà?
«Le aree con criticità maggiore sono quelle di emergenza urgenza, ovvero il Pronto Soccorso, e di Medicina. I nostri territori hanno una percentuale importante di persone anziane sopra i 65 anni con patologie croniche che hanno bisogno di risposte puntuali».
Qual è, in particolare, la situazione di Ravenna?
«Ravenna e la Bassa Romagna sono le realtà con maggiori criticità, in quanto hanno un’incidenza di popolazione ultra 65enne pari a circa il 30%. Bisogna inoltre pensare che siamo alle porte dell’estate, stagione in cui il Pronto Soccorso di Ravenna è soggetto ad afflussi enormemente maggiorati rispetto a quelli dell’inverno. Il problema è dato anche da un ricorso ad incarichi a tempo determinato che, quando scadono, rimangono scoperti per parecchio tempo. Per questo ci auguriamo che, a breve, l’Ausl emetta un bando di concorso pubblico per incarichi a tempo indeterminato nell’ambito della professione infermieristica e di assistente socio sanitario».
Qual è numero di personale da integrare all’organico?
«Sul territorio ravennate parliamo indicativamente di 90 infermieri e di circa 40-50 operatori socio-sanitari. Non è semplice quantificare, anche perchè ci sono aree importanti che avranno potenziamenti estivi, ma avranno una temporaneità e saranno incarichi a breve termine, semestrali o sotto forma di copertura per 4 o 5 mesi. È giusto ricordare che, nel tempo, da parte dell’Azienda Usl qualche sforzo è stato fatto, come ad esempio l’inserimento di oltre 200 dipendenti tra infermieri, oss e tecnici, ma questo intervento non garantisce quella copertura e quell’abbattimento delle criticità che, in questo momento, ci preoccupano molto, anche perchè, come dicevamo, siamo in una condizione di vicinanza dell’estate. Per questo motivo chiediamo che nel prossimo mese e mezzo, quello che ci separa dalla stagione più difficile, l’Azienda vada a coprire le lunghe assenze di personale in tutte le unità operative, per fare in modo che il potenziamento estivo sia davvero tale e non succeda come ora, che abbiamo reparti con ammanchi di cinque o sei infermieri e tre o quattro unità di operatori socio sanitari».