Nel restyling del mercato coperto si rispecchia anche un nuovo modo di vivere della comunità. Cosa ci dice, della società, questo luogo, unico a Ravenna? Lo abbiamo chiesto al sociologo Andrea Bassi. «Io - spiega il ravennate Bassi - sono personalmente legato al mercato, mio nonno vi aveva lavorato, perchè quando non c'erano i frigoriferi c'era un macchina che tagliava il ghiaccio e lui lo portava ai banchi utilizzando dei ramponi. Ricordo che quando ero ragazzino portava anche me, c'era un bar all'ingresso sulla sinistra dove lui ed altri repubblicani con il sigaro toscano si ritrovavano a bere un grappino e a me davano un gelato. E' stato un luogo importante della mia vita e anche di relazionalità sociale della città». Inquadrando l'aspetto in una riflessione più generale, Bassi individua nella diffusione della grande distribuzione lo spostamento dei consumi fuori dalla città, dove ci sono grandi parcheggi molto fruibili e luoghi in cui tutto è a portata di mano. «Si tratta dei cosiddetti “non luoghi” teorizzati da Marc Augè, che potrebbero essere indifferentemente a Berlino o a Ravenna, talmente sono privi di identità. Siamo di fronte ad un progressivo spopolamento della vita dei centri urbani con effetti a catena, solo gli anziani, per ovvi motivi, rimangono. Occorre quindi rivitalizzare i centri con presidi che favoriscano la frequentazione, e il nuovo mercato è quindi un'iniziativa meritoria, speriamo che funzioni». In proposito Bassi ricorda di quando il consiglio comunale fece la delibera riguardante la nuova struttura e del contributo che volle dare. «Ero in consiglio comunale quando organizzammo la delibera, tra il 2006 e il 2011, e io feci mettere nel bando, per chi vinceva, alcuni punti premiali previo l'impegno a lasciare spazio al commercio equosolidale. Mi auguro che questi spazi possano essere messi a disposizione dell'associazionismo per concerti e conferenze, c'è bisogno di luoghi di dimensioni medio piccole che possano essere fruibili. Ora bisognerà vedere se questo nuovo spazio urbano, che ha le migliori premesse per costruire socialità, riuscirà ad affermarsi. Bene, in ogni caso, non lasciare il centro in mano a banche ed assicurazioni, ma a luoghi come questo. Da ravennate posso dire che sono contento che il mercato riapra dopo tanti anni e che ci siano spazi di socialità e cultura».