Ravenna, il ristoratore Greco, "In città ci si lamenta dei prezzi, se apro ancora non sarà qui"
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Federica Ferruzzi - Roberto Greco, commerciante molto stimato in città, è stato il primo a lasciare il mercato coperto e ad aprire un’osteria con bottega alimentare nell’attigua via Ponte Marino. Da qualche mese all’attività si è aggiunto un ristorante di pesce a poche centinaia di metri di distanza.
Greco, come le sembra il nuovo mercato?
«E’ molto bello, è una struttura più votata ad un pubblico giovanile e al turismo di quanto non fosse quella di un tempo. In molti, però, hanno criticato il fatto che ci sia solo un ingresso aperto, quello su piazza Andrea Costa, mentre gli altri vengono tenuti chiusi. La struttura è grande, posso capire che ci siano costi molto alti per riscaldarla tutta, ma così si toglie la fruizione del mercato. Ovvio che per poter stare in piedi abbia prezzi alti non in generale, ma per Ravenna, che da questo punto di vista sembra ancora una palude».
In che senso?
«I ravennati si lamentano sempre dei costi, lo fanno anche nei miei locali, ma spesso sono a Milano, mia figlia studia lì, e devo dire che i prezzi sono gli stessi. Però se vanno a Cesenatico, in un ristorante stellato, e spendono il 30% in più mangiando lo stesso pesce, perchè il fornitore è il medesimo, non c’è problema. Detto questo mi sembra una mossa intelligente avere limitato la ristorazione al consumo sul posto. Il problema sono i costi enormi, noi da ex commercianti del mercato li conosciamo bene: in questo caso il monopolio è di un imprenditore coraggioso che, di conseguenza, non può tenere prezzi bassi, ma nessuno lo capisce».
I costi sono sempre molti, lei con due attività lo sa bene...
«Ho 35mila euro di stipendi da pagare tutti i mesi. La gente non mette in conto le varie spese: la luce, i dipendenti da pagare e tutti i costi che vanno saldati attraverso la vendita. Chiaramente è una struttura senz’anima, non avrebbero dovuto chiamarlo mercato coperto. Può funzionare per i turisti o per i ravennati fino a che non lo avranno visto tutti».
Di sicuro attirerà visitatori e ci si augura possa animare il centro
«Mi auguro che il nuovo mercato sarà un catalizzatore di persone dal forese e dalle città vicine, purtroppo di gente in centro ce ne sono sempre meno. Chiunque investa in centro storico è benvenuto, ha tutta la mia stima, io sono uno che fa il tifo. Sono felicissimo che finalmente abbia aperto, anche perchè servirà a far capire ai ravennati che i prodotti validi hanno un costo.
Inoltre occorre una politica a favore del turismo, con otto monumenti sotto l’egida dell’Unesco Ravenna è una città unica, ma tendiamo a dimenticarlo. Qualsiasi attività chiuda in centro per me è un danno, anche il più piccolo dei negozi, ogni chiusura è una ferita».
La qualità non paga più?
«Non a Ravenna. E’ per questo che mi sto guardando intorno e se farò qualcosa di nuovo lo farò fuori, al mare o a Milano. Qui la qualità non paga, tanto che altri ristoranti si sono adeguati a fare la pizza, che va anche bene, ma non è espressione del nostro territorio, con la tradizione c’entra poco».