Ravenna, i 30 anni di Linea Rosa, Bagnara: "Quando aprimmo fummo viste come visionarie"

Ravenna | 13 Febbraio 2021 Cronaca
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Era il 1991 quando un gruppo di donne decise di strutturare la lotta alla violenza di genere fondando un’associazione che si chiamava Linea Rosa, oggi punto di riferimento per le donne che subiscono violenza.  «Ripercorrendo questi trent’anni attraverso le due rassegne che abbiamo lanciato sui social, il ricordo di donne viventi e non che si sono distinte per attività e professioni ed una galleria dedicata agli eventi, devo dire che le tappe sono state tante e i traguardi tantissimi - spiega Bagnara - . All’epoca eravamo viste come visionarie, ci chiedevano se a Ravenna ci fosse bisogno di un’associazione di quel tipo, ma sapevamo che un centro antiviolenza aiuta a far emergere la violenza in quanto le donne, finalmente, si sentono di poter denunciare. Questo fu già un traguardo, a cui è seguita la prima casa rifugio del 1998: fino a quel momento ci appoggiavamo a chiese, conventi o ad albergatori che ospitavano le donne gratuitamente». Risale invece al 1996 il primo convegno nazionale dedicato alle case rifugio - «ricordo ancora l’emozione di aprire un incontro di fronte ad una platea composta da 400 donne» - a cui seguì quello del 2003. «Ci furono poi l’apertura di ulteriori case, le convenzioni con i Comuni di Russi e di Cervia, ma devo dire che tutti i giorni sono stati determinanti». Una «guardia» mantenuta alta anche negli ultimi anni, quando i numeri hanno confermato l’importanza del servizio. «Nel 2019 sono venute da noi oltre 350 donne, altrettante ne abbiamo accolte nel 2020. Questo ci ha fatto capire che non c’è nulla che fermi la violenza: le attività di sensibilizzazione che facciamo, anche nelle scuole, ci dicono che ci vorranno anni per legittimarci a sostenere che i centri antiviolenza non servono più». (fe.fe.)
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