Ravenna, Giangrandi (Acer): "Case popolari,oltre il 40% ha più di 65 anni"

Ravenna | 27 Ottobre 2017 Cronaca
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Federica Ferruzzi. E’ nata in Darsena - la zona in cui si concentra il maggior numero di case popolari del comune - la richiesta di un approfondimento sul tema degli alloggi gestiti dall’Azienda Case dell’Emilia-Romagna (Acer), alla presenza dell’assessora comunale ai Servizi sociali Valentina Morigi e della presidente di Acer Emanuela Giangrandi, che ha colto l’occasione per fare il punto sull’attività dell’ente che presiede e che in provincia può disporre di 4.700 alloggi. Nonostante continui a permanere, nell’immaginario comune, l’idea che gli occupanti dell’edilizia residenziale pubblica (Erp) siano per lo più famiglie straniere molto numerose, la realtà dice invece che i due terzi dei nuclei familiari sono composti da una o due persone e che oltre il 40% ha più di 65 anni. Presidente, qual è la situazione in materia di Erp nei primi mesi del 2017? «Nei primi sei mesi sono state effettuate 107 assegnazioni che, nel 61,7% dei casi, sono andate a richiedenti italiani, mentre a fine dicembre 2016 gli stranieri, complessivamente, sono stati circa il 18,4%, a fronte dell’81,6% di nuclei con cittadinanza italiana. Vorrei precisare che le graduatorie tengono conto non solo dei punteggi, ma anche delle dimensioni degli alloggi che si liberano. In proporzione sono molti di più quelli piccoli che, evidentemente, non possono essere consegnati a famiglie numerose». Da ottobre è in vigore una nuova normativa con cui si conteggiano i canoni, cosa è cambiato? «E’ stato modificato il sistema di affitto e, in pratica, sono stati beneficiati i nuclei più numerosi, mentre quelli più piccoli risultano penalizzati, soprattutto se risiedono in alloggi di grandi dimensioni. Inoltre d’ora in avanti l’affitto non si pagherà più da gennaio a dicembre, ma da ottobre ad ottobre». Come sono cambiate in questi anni le esigenze degli inquilini? «Se dovessi fare una valutazione dello stato di bisogno dovrei svolgere un’analisi della composizione delle liste di attesa. Posso però dire che gli Isee di chi vive nelle case popolari sono aumentati, e sono convinta che chi è in lista di attesa stia molto peggio. Fuori gli affitti superano i 500 euro, mentre un canone medio di dicembre non va oltre i 116 euro. Per questo ritengo sia giusto un avvicendamento, perchè la casa popolare non può essere considerata un’acquisizione a vita, ma un aiuto che si deve essere pronti a restituire qualora lo propria condizione economica lo consenta. Sono presidente di Acer da sei anni, ma la situazione non è cambiata di molto: la realtà dice che i due terzi dei nuclei familiari sono composti da una o due persone e che oltre il 40% ha più di 65 anni. Le famiglie straniere tendono ad aumentare, ma parliamo, negli ultimi anni, di un +5%». Quanti interventi avete effettuato a seguito della nuova normativa? «Abbiamo riscontrato 130 situazioni in cui i nuovi limiti per la permanenza in Erp venivano superati e, di queste, oltre la metà presentava la decadenza del diritto. Di conseguenza, in accordo con i Servizi sociali, abbiamo valutato possibili alternative». L’incontro del 24, organizzato dal consiglio territoriale della Darsena, è partito dalle diverse segnalazioni di residenti che perlopiù vi chiedevano maggiori controlli e rispetto del regolamento... «In Darsena ci sono 940 alloggi sul totale dei 2.200 di Ravenna, quindi parliamo di una concentrazione significativa. In molti casi si pensa che Acer abbia un potere assoluto sui condomini, ma così non è. Le segnalazioni principali riguardano gli aspetti manutentivi - una delle ultime richieste era relativa alla rottura di un cancello dovuto al fortunale di giugno, riparato da qualche giorno - ma sono numerosi anche i conflitti tra vicini. Spesso si parte dal presupposto che la denuncia dei contrasti si trasformi in un elemento che può essere utilizzato da Acer per mandare via il vicino, ma la nostra è semplicemente un’attività di gestione e a volte ci vengono attribuiti poteri che non abbiamo. Un tema su cui spesso viene invocato il nostro intervento è quello dei controlli: si tratta di una richiesta che teniamo in grande considerazione. Naturalmente non possiamo sostituirci alle Forze dell’ordine o alla Finanza, ma collaboriamo con convinzione con gli organi preposti. Per tutte le attestazioni reddituali non veritiere che ci sono state presentate in questi anni dagli assegnatari, abbiamo fatto e stiamo continuando a fare segnalazioni di reato alla Procura della Repubblica, applicando sanzioni e recuperando i canoni evasi». Quali sono le attività promosse da Acer per favorire la mediazione? «Il gestore dell’immobile, ovvero Acer, non ha il potere di far andare d’accordo le persone e spesso anche il richiamo, la diffida o la sanzione prevista dal regolamento del Comune non raggiunge il risultato sperato. Per questo cerchiamo di promuovere la mediazione tra condomini, lavorando alla costruzione di un compromesso o di un accordo che aiuti le persone a convivere senza sopraffarsi. La nostra attività è più complessa di quanto non sembri. Tra le tante finalità che perseguiamo attraverso la mediazione sociale, cerchiamo di dare valore alle iniziative di prossimità per promuovere lo stare insieme. In proposito collaboriamo con Auser, Città Meticcia e altri soggetti del volontariato per organizzare attività che aiutino a legare le persone al contesto in cui vivono. Tutte cose che hanno il sapore dello stare bene insieme: per questo stiamo lavorando a ‘Condomini collaborativi’, un progetto finanziato dalla Regione per favorire la collaborazione di chi abita nello stesso stabile. L’impegno di Acer è totale, ma deve essere affiancato anche dalla volontà e dalla responsabilità, insostituibile, di chi abita nelle case popolari, perchè altrimenti sarebbe impossibile raggiungere risultati».
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