Ravenna, Ematologia, il primario: "Siamo centro di riferimento per gli studi clinici"
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Dal 2016 Francesco Lanza è primario di Ematologia al Santa Maria delle Croci di Ravenna, reparto che viene considerato un punto di riferimento per la lotta contro le leucemie e i linfomi in Emilia-Romagna.
Lanza, immaginiamo che in questi anni l’attività si sia purtroppo intensificata...
«Ogni giorno facciamo circa 40 visite ambulatoriali ed altre 30-35 le facciamo in day hospital. Ravenna è comunque l’hub di riferimento: a Faenza e Lugo si contano un po’ meno pazienti, i casi più seri vengono qui per sottoporsi alla chemioterapia».
Negli anni come sono cambiate le malattie legate al sangue? Se pensiamo agli anni ‘90 non si faceva che parlare di Hiv, oggi pare si parli solo di leucemia...
«Le leucemie sono di diverso tipo e i nostri ricoveri vengono effettuati in caso di leucemie acute o per trapianti di staminali. Si tratta in ogni caso di terapie lunghe: quello che facciamo è indentificare il danno genetico e intervenire con terapie specifiche».
Quali sono le difficoltà principali causate dal Covid-19 all’attività?
«In questi mesi non abbiamo mai interrotto l’attività, abbiamo solo ridotto quella ambulatoriale in marzo ed aprile mantenendo le terapie in day hospital: questo significa che i pazienti oncologici ed ematologici sono stati tutti trattati. Il problema è stato soprattutto relativo agli spostamenti, molti pazienti si sarebbero dovuti recare a Milano o ad Ancona dove si effettuano trapianti allogenici e abbiamo cercato di attivare procedure specifiche per alleggerire le problematiche legate ai trasferimenti. In alcuni ospedali le file possono durare ore, il Covid ha complicato tutto e anche le visite durano di più a causa della sanificazione. Noi siamo centro di riferimento per gli studi clinici, ne abbiamo circa una settantina: qui i pazienti hanno l’opportunità di fare terapie sperimentali, con farmaci che sono in commercio negli Stati Uniti e che da noi arrivano con anni di anticipo, una grande opportunità per i pazienti ematologici».
Uno degli obiettivi, al momento della nomina, era quello di fare accreditare Ravenna a livello nazionale ed europeo come centro che effettua trapianti da cellule staminali. Qual è la situazione in proposito?
«In questi anni abbiamo sviluppato una rete trapianti tra Rimini, Ravenna e l’Irst di Meldola. Abbiamo collegato i reparti di ematologia creando un sistema unico europeo in cui vengono usate le stesse procedure e gli stessi protocolli con tanto di centro, a Pievesisitina, per la manipolazione delle cellule staminali. Al momento, però, siamo in attesa di ricevere da parte della Regione un’autorizzazione per trapianti allogenici, pratica che qualificherebbe ulteriormente Ravenna e il suo territorio». (fe.fe.)