Ravenna, Crisi del libro, Pozzi (Fernandel): "Il futuro dei piccoli editori sarà sempre di più l'on-line""
Se per molti librai Amazon è una delle cause della crisi che sta colpendo il settore, per i piccoli e medi editori l’azienda statunitense rappresenta invece mediamente la metà del proprio fatturato: una percentuale che, se si guarda all’on-line in generale, supera il 70%. A raccontare l’altra faccia della medaglia è Giorgio Pozzi della casa editrice Fernandel. «Dare la colpa ad un solo fattore mi sembra riduttivo e consolatorio. Vorrei sottolineare che Amazon non è l’unico modo di reperire libri on-line, ma è solo un termine che racchiude un fenomeno e che esistono tanti altri siti, come Ibs e libreria universitaria ad esempio, dove si possono acquistare titoli di piccoli e medi editori che, diversamente, non troverebbero spazio nelle librerie fisiche. Personalmente non ho una risposta al problema generale, di sicuro il modo di fare distribuzione libraria è vecchio ed è legato al mercato di cinquant’anni fa. Credo che andando avanti le cose potranno solo cambiare in peggio e che i piccoli editori saranno sempre più fuori dalle librerie fisiche e sempre più sull’on-line, ma questo implica che ci saranno sempre meno lettori forti». Secondo Pozzi dare la colpa alla Rete è però riduttivo. «La libreria Paravia di Torino ha chiuso dando la colpa ad Amazon, ma prendersela con questo colosso è solo un modo per piangersi addosso: lui fa quello che deve e lo fa bene, ma ha dei limiti che le librerie fisiche potrebbero superare ad esempio recuperando il rapporto di fiducia che un tempo il lettore stabiliva con il libraio». Un rapporto che per fortuna non è del tutto scomparso, come spiega Pozzi. «Per tante piccole librerie indipendenti che chiudono, ce ne sono altre in controtendenza, come nel caso della libreria Liberamente di Matteo Diversi, che si è costruita un’identità propria anche grazie ad iniziative quali la presentazioni di libri e la realizzazione di bibliografie. Un valore aggiunto che nelle grandi catene, dove spesso i librai sono poco più che commessi, non si trova. Putroppo i librai che conoscono i nostri gusti e che sanno consigliare sono sempre più rari». (fe.fe.)