Ravenna, Crisi del libro, l'editore Casalini: "Occorre sperimentare"
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Federica Ferruzzi - L’analisi sulla crisi del comparto compiuta da Marzio Casalini della società editrice il Ponte Vecchio di Cesena, che conta una novantina di titoli all’anno, è presto fatta. Per quanto riguarda l’editoria, il segreto per rimanere sul mercato è avere voglia di sperimentare. «In controtendenza rispetto a quanto avviene nel settore - spiega l’editore - noi abbiamo realizzato gli stessi numeri dell’anno precedente o siamo perfino cresciuti. Temo che ci sia ancora poca voglia di sperimentare, penso che si voglia giocare sul sicuro e si investa più sul blogger di turno che sullo scrittore. Personalmente posso dire che facciamo ricerca e ci siamo impegnati nel campo dell’editoria locale per capire cosa mancasse e cosa potesse essere interessante e questo penso ci abbia ripagato». Guardando alla crisi delle librerie, Casalini osserva: «Se ci si mette voglia di proporre, passione e originalità, le cose funzionano. Ho notato che le piccole librerie indipendenti che hanno il coraggio di essere alternative nel come si pongono, come la Dante di Longo, dove il lettore può passare intere giornate sentendosi a casa, riescono a reggere. Si tratta di piccole realtà attive che fanno tante cose, mentre quelle indipendenti che invece aspettano il lettore sono in crisi e lo stesso vale per quelle di catena. Dove ci sono un direttore o una direttrice che vogliono stare realmente in una città, allora anche quel negozio di catena funziona e diventa accogliente, come nel caso della libreria Coop di Cesena o della Mondadori di Faenza, dove i titolari mettono olio di gomito e passione e capiscono che stanno vendendo libri e non noccioline, con tutto rispetto per le noccioline e per chi le vende. Chi invece pensa di vivere del logo sbaglia, come è accaduto per la Feltrinelli di Cesena che è stata aperta due anni poi ha chiuso».