Ravenna, Cellulari in classe, interviene la sindacalista
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«In materia di cellulari l’attuale regolamentazione demanda tutto all’autonomia scolastica ed è il collegio dei docenti che decide se il cellulare è consentito o meno. A Ravenna e provincia la situazione non è omogenea, e se all’Oriani di Faenza lo ritirano, nella maggior parte delle scuole i ragazzi lo tengono in tasca o nello zaino senza che venga confiscato». A chiarire le diverse posizioni è Marcella D’Angelo, segretaria generale della Flc Cgil, che non perde l’occasione per ricordare che, nonostante il mondo del digitale sia sempre più una realtà anche tra i banchi di scuola, spesso manchino figure per l’attuazione di una strumentazione specifica. «Voglio premettere - spiega D’Angelo - che le aule tre punto zero (con tablet) e due punto zero (con computer) sono presenti in tutte le scuole e sono tanti gli strumenti per poter attuare una didattica innovativa. Occorre però anche un tecnico che faccia funzionare i diversi supporti e servirebbe un ampliamento di risorse anche nella scuola del primo ciclo, oltre che nella secondaria di secondo grado». Secondo D’Angelo sono infatti molte le scuole dell’infanzia dotate di «aule tablet» in cui il banco è sostituito dal cosiddetto «banco touch»: «E’ bello avere il mondo sul banco, ma serve anche qualcuno che faccia funzionare questa strumentazione: non basta un collaboratore scolastico o un docente che si improvvisano, servirebbe un’implementazione di risorse. Il miglioramento dell’offerta formativa passa anche dall’innovazione didattica, ma si può andare in questa direzione utilizzando gli strumenti delle scuole. Non sempre, però, è possibile e faccio un esempio: i docenti hanno il dovere di compilare il registro elettronico, giorno per giorno, quando però la scuola non mette a disposizione gli strumenti lo devono fare con il loro cellulare, ma spesso a loro spese perchè manca la connessione wi fi». (fe.fe.)