Ravenna, Baldassarri (Ravenna Farmacie) "Dispositivi artigianali in plexiglass davanti alle postazioni"
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«Ovviamente la situazione desta molta preoccupazione, in quanto i nostri farmacisti sono maggiormente esposti rispetto al personale sanitario che arriva in qualche modo più preparato davanti ai pazienti». A raccontare qual è la situazione che si respira all’interno delle farmacie comunali di Ravenna è la presidente Bruna Baldassarri, che spiega come le strutture si siano attrezzate con misure “artigianali” ma comunque efficaci. «Abbiamo cercato di mettere in atto tutte le possibili protezioni che ci sono venute in mente, a cominciare dalle mascherine che abbiamo ordinato in tutto il mondo da distribuire sia ai nostri dipendenti che alle farmacie private. Quindici giorni fa abbiamo inoltre posizionato del plexiglass davanti ad ogni postazione per evitare il contatto tra il farmacista ed il cliente. Si tratta di dispositivi artigianali che però si sono rivelati efficaci, in quanto assicurano la distanza e possono essere disinfettati». In tutto sono 190 i dipendenti che, a diverso titolo - dai farmacisti veri e propri agli impiegati ai magazzinieri - lavorano per Ravenna Farmacie, nelle cui strutture, da inizio emergenza Coronavirus, si possono trovare anche i farmaci che solitamente venivano distribuiti nei presidi ospedalieri. «In proposito abbiamo dato disponibilità all’Ausl per distribuire i farmaci che loro rilasciano direttamente in modo da evitare che i cittadini vadano in ospedale, un luogo in cui in questo periodo è opportuno non stare e la scelta è stata condivisa anche da Federfarma».
Un ulteriore servizio, grazie al laboratorio di galenica che si trova nella farmacia comunale numero 8 - interamente “bonificata” a causa della positività di un’impiegata amministrativa - è stato quello di produrre soluzione sterilizzante per le mani. «Caviro ci ha donato l’ac ol per realizzare questo gel, che si ottiene aggiungendo glicerolo e acqua ossigenata. Si tratta di uno dei prodotti maggiormente richiesti nelle farmacie insieme alle mascherine, che però non abbiamo più». (fe.fe.)