Ravenna, ancora due giorni di Ravenna Jazz. Ne parla Sandra Costantini

Ravenna | 12 Maggio 2017 Cultura
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Elena Nencini

Dieci giorni, dal 5 al 14 maggio, dedicati al jazz: torna Ravenna jazz, la manifestazione nata nel 1974, che ha portato in città alcuni dei nomi che hanno fatto la storia di questo genere a livello internazionale, come Gil Evans, Pat Metheny, Uri Caine, gli Yellowjackets, Dee Dee Bridgewater, Joe Zawinul, Keith Jarrett in trio con Gary Peacock e Jack De Johnette.

Ancora una volta il jazz si contamina a Ravenna, ma anche a Piangipane, a Madonna dell'Albero, a Lido Adriano, con altri generi, dal folk all'etnica, alal fusione a...

Ecco infatti che ad aprire questa 33esima edizione sarà al Cisim di Lido Adriano il trio Bobo, ovvero  la sezione ritmica di Elio e le Storie Tese (Faso e Christian Meyer) e il chitarrista jazz come Alessio Menconi che alternano irresistibili siparietti comici a fusion, rock e funk vintage spinti ai massimi livelli virtuosistici. Sicuramente un festival che propone dibìversi grandi nomi del panorama statunitense come Pat Metheny, Bill Cobham che ha rivoluzionato il modo di suonare la batteria e la sua importanza, il chitarrista Marc Ribot considerato da alcuni critici secondo solo a Jimi Hendrix. Senza dimenticare Pazzi di jazz, il progetto didattico che coinvolge 250 allievi delle scuole ravennati con il trombettista Paolo Fresu, Ambrogio Sparagna, Alien Dee.

Sandra Costantini, direttore artistico di Ravenna jazz,, racconta i punti forti di questi festival.

Qual è il filo che lega i diversi artisti che vengono al festival?

«Abbiamo cercato di mettere insieme delle cose belle, dei vecchi leoni accanto ad artisti che non hanno mai calcato i palcoscenici italiani, a cui si affiancano i concerti nei club tutti di altissimo livello, veri e propri pezzi unici. Così avremo Pat Metheny, anche se i biglietti sono esauriti da due mesi, ma gli irriducibili potrebbero provare a vedere se qualcuno all'ultimo momento rinuncia. Del resto non veniva da 14 anni, dal 2003 per il nostro trentennale. Poi ci sono artisti come Grace Kelly che è una star internazionale, giovane, bella, bravissima, ma che non è mai venuta in Italia, sassofonista e cantante. La serata a base di swing con Nico Gori e Swing 10tet al Socjale dove speriamo balleranno in tanti. Il Trio Bobo, ideato e creato dai musicisti della sezione ritmica di Elio nel 2004, ovvero Faso al basso e Meyer alla batteria, assieme al chitarrista Alessio Menconi alla chitarra. O un mostro sacro come Marco Ribot che si esibirà in un club da 100 posti. Del resto siamo un po' pazzi anche noi».

Quali sono le nuove tendenze del jazz?

«Il jazz non è mai uguale a se stesso, anche se lo stesso brano viene suonato dallo stesso gruppo, la chiave del jazz è la creatività estemporanea. Per dire che è impossibile che il jazz non si evolva in continuazione, è nel suo dna, si nutre del restp, dell'altro che viene digerito e rimesso in una chiave tutta sua. Per esempio Paolo Fresu a un concerto per la rassegna Crossroads, 26 febbraio, Fresu ha fatto in chiave jazz la colonna sonora di Un posto al sole, era una cosa divina, lui l'ha resa una opera d'arte. Il jazz prende una melodia e ci costruisce sopra dei tessuti estemporanei, creativi, densi di pathos, è come raccontare una storiella popolare in chiave aulica. Anche l'ultimo successo di Sanremo inascoltabile potrebbe diventare una cosa bellissima».

Qual è il segreto?

«Non possiamo ignorare la sua storia, il nostro è il festival più antico di Italia. E' nato nel 1974 e non ha mai saltato un'edizione, Spoleto jazz ha cominciato qualche anno prima ma si è interrotto per diversi anni. Siamo il festival più longevo per continuità. “Ravenna jazz” ha scritto pagine di questa musica: solo per dire abbiamo avuto la prima europea del trio di Keith Jarret. Non è mai stato un festival ricco, ma abbiamo rapporti privilegiati, di stima, di affetto con musicisti e agenzie di tutto il mondo per dare il massimo con il minimo che abbiamo. La nostra forza sono la storia e anche la formula dei dieci giorni di concerti con proposte in vari spazi».

 

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